Pubblichiamo qui di seguito tale versione provvisoria, ufficiosa e non ufficiale in
italiano:
INTRODUZIONE
Propositio 1 Documenti che si presentano al
Sommo Pontefice
I Padri sinodali presentano alla considerazione del Sommo Pontefice
i documenti su «La Chiesa Cattolica nel Medio Oriente: comunione e testimonianza "La
moltitudine di coloro che erano diventati credenti aveva un cuor solo e un'anima sola"
(At 4, 32)» relativi a questo sinodo. Tale documentazione comprende: i "Lineamenta",
l'"Instrumentum laboris", le Relazioni "ante" e "post disceptationem", i testi degli
interventi, sia quelli pronunciati in aula sia quelli "in scriptis", e soprattutto
proposte concrete, che i Padri hanno ritenuto di fondamentale importanza. I Padri
medesimi chiedono umilmente al Santo Padre che valuti l'opportunità di offrire un
documento su comunione e testimonianza nella Chiesa in Medio Oriente.
Propositio
2 La Parola di Dio
La Parola di Dio è l'anima e il fondamento di tutta la
pastorale; si auspica che ogni famiglia abbia una Bibbia. I Padri sinodali incoraggiano
la lettura e la meditazione quotidiana della Parola di Dio, specialmente la lectio
divina, la creazione di un sito Internet biblico con spiegazioni e commenti cattolici
alla portata dei fedeli, la preparazione di un libretto di introduzione alla Bibbia
(Antico e Nuovo Testamento) con un metodo facile di leggere la Bibbia.
Incoraggiano
inoltre le eparchie / diocesi (in seguito si userà il termine “diocesi” equivalente
a “eparchia” proprio della terminologia orientale) e le parrocchie a promuovere incontri
biblici in cui si mediti e si spieghi la Parola di Dio per rispondere alle domande
dei fedeli, con lo scopo di creare in loro una familiarità con le Scritture, un approfondimento
della spiritualità e un impegno all'apostolato e alla missione.
Propositio
3 Pastorale biblica
I Padri sinodali raccomandano di operare per porre la
Sacra Scrittura nei suoi due Testamenti al centro della nostra vita cristiana. Ciò
avverrà attraverso l'incoraggiamento ad annunciarla, leggerla, meditarla, interpretarla
in modo cristocentrico e celebrarla nella liturgia, secondo l'esempio della prima
comunità cristiana. Si propone di proclamare, dopo una preparazione adeguata, un
anno biblico, seguito da una settimana annuale della Bibbia.
I LA PRESENZA
CRISTIANA IN MEDIO ORIENTE
Propositio 4 Identità delle Chiese Cattoliche
in Oriente
In un mondo segnato da divisioni e da posizioni estreme, noi siamo
chiamati a vivere come Chiesa di comunione, restando aperti a tutti, senza cadere
nel confessionalismo. Ne saremo capaci se resteremo fedeli al nostro ricco patrimonio
storico, liturgico, patristico e spirituale, come pure agli insegnamenti del Concilio
Vaticano II e alle norme e strutture del Codice dei Canoni delle Chiese Orientali
(CCEO) e al Codice di Diritto Canonico (CIC) e ai diritti particolari delle Chiese.
Propositio
5 Condivisione della croce
Pur denunciando come ogni uomo la persecuzione
e la violenza, il cristiano ricorda che essere cristiano comporta la condivisione
della Croce di Cristo. Il discepolo non è più grande del Maestro (cf. Mt 10, 24).
Il cristiano si ricorda la beatitudine dei perseguitati a causa della giustizia che
avranno in eredità il Regno (cf. Mt 5,10). La persecuzione tuttavia deve destare
la coscienza dei cristiani nel mondo a una più grande solidarietà. Essa deve suscitare
parimenti l'impegno a reclamare e a sostenere il diritto internazionale e il rispetto
di tutte le persone e di tutti i popoli. Occorrerà attirare l'attenzione del mondo
intero sulla situazione drammatica di certe comunità cristiane nel Medio Oriente,
le quali soffrono ogni tipo di difficoltà, giungendo talvolta fino al martirio. Occorre
anche chiedere alle istanze nazionali e internazionali uno sforzo speciale per mettere
fine a questa situazione di tensione ristabilendo la giustizia e la pace.
Propositio
6 La terra
Visto che l'attaccamento alla terra natale è un elemento essenziale
dell'identità delle persone e dei popoli e che la terra è uno spazio di libertà, esortiamo
i nostri fedeli e le nostre comunità ecclesiali a non cedere alla tentazione di vendere
le loro proprietà immobiliari. Per aiutare i cristiani a conservare le loro terre
o ad acquisirne di nuove, in situazioni economiche difficili, proponiamo ad esempio
la creazione di progetti che si facciano carico di farle fruttificare per permettere
ai proprietari di restare dignitosamente nei loro Paesi. Questo sforzo deve accompagnarsi
a una profonda riflessione sul senso della presenza e della vocazione cristiana nel
Medio Oriente.
Propositio 7 Gestione dei beni
Allo scopo di assicurare
la trasparenza, è necessario applicare un sistema di rendicontazione contabile (audit)
negli affari finanziari della Chiesa, distinguendo con chiarezza ciò che le appartiene
e ciò che è proprietà del personale ecclesiastico. Al tempo stesso occorre preservare
le proprietà e i beni della Chiesa e delle sue istituzioni.
Propositio 8 Incoraggiare
il pellegrinaggio
L'Oriente fu la terra della Rivelazione biblica. Ben presto
questa regione divenne meta di pellegrinaggio sulle orme di Abramo in Iraq, sulle
orme di Mosè in Egitto e nel Sinai, sulle orme di Gesù in Terra Santa (Egitto, Israele,
Palestina, Giordania, Libano), sulle orme di San Paolo e delle Chiese degli Atti degli
Apostoli e dell'Apocalisse (Siria, Cipro, Turchia). Il pellegrinaggio ai Luoghi
Santi è stato incoraggiato dai Sommi Pontefici. È l'occasione di una catechesi approfondita,
attraverso un ritorno alle sorgenti. Permette di scoprire la ricchezza delle Chiese
d'Oriente, di incontrare e incoraggiare le comunità cristiane locali, pietre vive
della Chiesa.
Propositio 9 Pace
Le nostre Chiese si impegnino a pregare
e operare per la giustizia e la pace in Medio Oriente e si dedichino alla purificazione
della memoria e alla promozione del linguaggio della pace e della speranza, invece
di quello della paura e della violenza. Si appelleranno alle autorità civili responsabili
perché applichino le risoluzioni delle Nazioni Unite relative alla religione, in particolare
al ritorno dei rifugiati, allo statuto di Gerusalemme e ai luoghi santi.
Propositio
10 Consolidare la presenza dei cristiani
Le nostre chiese devono creare
un ufficio o una commissione che si occupi dello studio del fenomeno migratorio e
delle sue motivazioni per trovare i mezzi di contrastarlo. Esse faranno tutto il possibile
e con tutti i mezzi per consolidare la presenza dei cristiani nelle loro patrie e
questo attraverso progetti di sviluppo per limitare il fenomeno migratorio.
Propositio
11 La pastorale dell'emigrazione
La presenza di numerosi cristiani d'Oriente
in tutti i continenti interpella le Chiese ad adottare una pastorale specifica dell'emigrazione: 1.
I Vescovi dell'emigrazione visiteranno i seminari in Medio Oriente per presentare
la situazione e i bisogni delle loro eparchie; 2. Formazione dei seminaristi a
uno spirito missionario, aprendoli alle differenti culture. 3. Preparazione e accompagnamento
dei sacerdoti inviati in missione al di fuori del territorio patriarcale. 4. Promozione
di una pastorale vocazionale nelle comunità al di fuori del territorio patriarcale. 5.
Invio di preti ed erezione di eparchie proprie, là dove i bisogni pastorali lo richiedano,
secondo le norme canoniche.
Propositio 12 Emigrazione e solidarietà
1.
Destare e rafforzare negli emigrati il senso di solidarietà e condivisione con i Paesi
d'origine, contribuendo ai progetti pastorali e allo sviluppo culturale, educativo,
sociale ed economico. 2. Educare i cristiani dell'emigrazione a conservare la fedeltà
alla tradizione delle loro origini. 3. Rafforzare i legami di comunione tra gli
emigrati e la Chiesa di provenienza.
Propositio 13 Emigrazione – formazione
Si
raccomanda che le Chiese d'accoglienza, nelle loro norme e pratiche sacramentali e
amministrative, conoscano e rispettino la teologia, le tradizioni e i patrimoni orientali.
Ciò favorirà la collaborazione con le Chiese orientali presenti nei Paesi d'emigrazione
nella formazione e nella pastorale dei loro fedeli.
Propositio 14 Immigrazione
La
situazione dei lavoratori immigrati in Medio Oriente, cristiani e non cristiani, soprattutto
le donne, ci riguarda al più alto grado. Molti di loro si trovano in situazioni difficili
o lesive della loro dignità. Sollecitiamo i sinodi patriarcali e le conferenze
episcopali, le istituzioni caritative cattoliche, in particolare la Caritas, i capi
politici come pure tutti gli uomini di buona volontà a fare tutto quanto rientra nelle
loro competenze perché i diritti fondamentali degli immigrati, riconosciuti dal diritto
internazionale, siano rispettati, a prescindere dalla nazionalità e dalla religione
degli immigrati, e per aiutarli sul piano giuridico e umanitario. Le nostre Chiese
devono vegliare per assicurare loro l'assistenza spirituale necessaria, come segno
di ospitalità cristiana e di comunione ecclesiale.
Propositio 15 Chiese
di accoglienza
Per una migliore accoglienza e accompagnamento degli immigrati
in Medio Oriente, le Chiese di provenienza sono chiamate a stabilire contatti regolari
con le Chiese d'accoglienza, le quali le aiuteranno a dotarsi delle strutture necessarie:
parrocchie, scuole, centri di incontro e altro.
II. LA COMUNIONE ECCLESIALE
A.
Comunione in seno alla Chiesa Cattolica (ad intra)
Propositio 16 Comunione
in seno alla Chiesa cattolica
«La Chiesa santa e cattolica, che è il Corpo
mistico di Cristo, si compone di fedeli che sono organicamente uniti nello Spirito
Santo da una stessa fede, dagli stessi sacramenti e da uno stesso governo, e che unendosi
in varie comunità stabili, congiunti dalla gerarchia, costituiscono le Chiese particolari
o riti. Tra loro vige una mirabile comunione, di modo che la varietà non solo non
nuoce alla unità della Chiesa, ma anzi la manifesta» ("Orientalium Ecclesiarum", 2).
Per consolidare questa comunione noi raccomandiamo di: 1. Creare una commissione
di cooperazione tra le gerarchie cattoliche del Medio Oriente, incaricata di promuovere
strategie pastorali comuni, una conoscenza reciproca delle tradizioni, degli istituti
interrituali, degli organismi di carità comuni. 2. Organizzare incontri periodici
e regolari tra le gerarchie cattoliche del Medio Oriente. 3. Praticare una solidarietà
materiale tra le diocesi ricche e meno ricche. 4. Creare per i sacerdoti un'associazione
sacerdotale Fidei Donum per favorire l'aiuto reciproco tra eparchie e Chiese.
Propositio
17 Nuovi movimenti ecclesiali
Molti Padri riconoscono che i nuovi movimenti
ecclesiali di tradizione occidentale, sempre più presenti nelle Chiese del Medio Oriente,
sono un dono dello Spirito alla Chiesa intera. Affinché questi movimenti siano ricevuti
come un carisma per l'edificazione della Chiesa, i membri di questi movimenti sono
tenuti a vivere il carisma proprio tenendo conto della cultura, della storia, della
liturgia e della spiritualità della Chiesa locale. Per raggiungere questo obiettivo,
tali movimenti sono vivamente pregati di operare in unione con il Vescovo locale e
secondo le sue direttive pastorali. Sarebbe auspicabile che la gerarchia cattolica
in ogni Paese del Medio Oriente abbia una posizione pastorale comune rispetto ai movimenti
in questione, al loro inserimento e alla loro attività pastorale.
Propositio
18 La giurisdizione dei Patriarchi
Al di fuori del territorio patriarcale,
per mantenere la comunione dei fedeli orientali con le loro Chiese patriarcali, e
assicurare loro un servizio pastorale idoneo, è auspicabile che la questione dell'estensione
della giurisdizione dei Patriarchi orientali alle persone delle loro Chiese in ogni
parte del mondo sia oggetto di studio in vista di misure appropriate.
Propositio
19 Situazione dei fedeli cattolici nei Paesi del Golfo
In uno spirito di
comunione e per il bene dei fedeli, sarebbe auspicabile la formazione di una commissione
che raggruppi i rappresentanti dei dicasteri competenti, vicari apostolici della regione
e rappresentanti delle Chiese sui iuris interessate. Essa sarebbe incaricata di studiare
la situazione dei fedeli cattolici nei Paesi del Golfo, la giurisdizione ecclesiastica
e di proporre alla Santa Sede le soluzioni che giudicherà utili per favorire l'azione
pastorale.
Propositio 20 Pastorale delle vocazioni
La pastorale vocazionale
suppone che: Si preghi per le vocazioni in famiglia, in parrocchia ecc.;
Si creino comitati per le vocazioni in ogni Diocesi, che comprendano preti, religiosi,
religiose e laici. Questi comitati organizzano riunioni per i giovani al fine di esporre
loro le diverse vocazioni nella Chiesa per illuminare il discernimento; Si concepisca
un progetto di formazione spirituale approfondita presso i giovani coinvolti nei movimenti
ecclesiali; Si sensibilizzino le parrocchie e le scuole alle dimensioni delle
diverse vocazioni sacerdotali, religiose e laiche; Si mantengano o istituiscano,
dove possibile, seminari minori; S'invitino i preti, i religiosi e le religiose
a dare una testimonianza coerente tra vita e parole; S'intensifichi la comunione
ecclesiale e sacerdotale; che esige un'apertura ai diversi bisogni pastorali delle
Diocesi per rispondere alla mancanza di preti; Si attirino i giovani alla vita
consacrata mediante l'esempio di vita spirituale, profonda, luminosa e felice.
Propositio
21 La lingua araba
L'esperienza del Sinodo per il Medio Oriente ha messo
in luce l'importanza della lingua araba; soprattutto che essa ha contribuito allo
sviluppo del pensiero teologico e spirituale della Chiesa universale, e più precisamente
del patrimonio della letteratura araba cristiana. Si propone di intensificare l'uso
della lingua araba nel quadro delle istituzioni della santa Sede e delle sue riunioni
ufficiali, affinché i cristiani di cultura araba abbiamo accesso alle informazioni
provenienti dalla Santa Sede nella loro lingua materna.
B. Comunione tra Vescovi,
clero e fedeli
Propositio 22 Sussistenza del clero
Per assicurare
al clero una vita decorosa e una sussistenza onorevole, in particolare per la terza
e quarta età, occorrerebbe: 1. Mettere a punto, in conformità alle norme canoniche,
un sistema di solidarietà che assicuri la stessa remunerazione per tutti i preti,
sia quelli che esercitano il ministero che quelli non più in attività. 2. Appoggiandosi
su quanto esiste in ogni Paese, istituire un sistema di protezione sociale che dovrebbe
essere esteso ai religiosi e alle religiose, come pure alle mogli dei preti sposati
e ai loro figli minorenni.
Propositio 23 Preti sposati
Il celibato
ecclesiastico è stimato e apprezzato sempre e dovunque nella Chiesa cattolica, in
Oriente come in Occidente. Tuttavia, per assicurare un servizio pastorale in favore
dei nostri fedeli, dovunque essi vadano, e per rispettare le tradizioni orientali,
sarebbe auspicabile studiare la possibilità di avere preti sposati fuori dai territori
patriarcali.
Propositio 24 I laici
Per il battesimo, i laici partecipano
alla triplice funzione sacerdotale di Cristo, diventano profeti, re e sacerdoti. Il
Concilio ecumenico Vaticano II ha riconosciuto il ruolo e la missione dei laici nel
suo decreto sull'apostolato dei laici ("Apostolicam Actuositatem"). Il Papa Giovanni
Paolo II ha convocato un sinodo sui laici e ha pubblicato l'Esortazione Apostolica
"Christifideles laici" nella quale egli esprime la stima per «l'apporto apostolico
dei fedeli laici, uomini e donne, in favore dell'evangelizzazione, della santificazione
e dell'animazione cristiana delle realtà temporali» (n. 23). I Padri sinodali si
impegnano nella stessa linea, tanto più che in Oriente i laici hanno da sempre svolto
un ruolo nella vita della Chiesa. Essi vogliono dare loro maggiore spazio nella partecipazione
alle responsabilità della Chiesa e incoraggiarli ad essere apostoli nel proprio ambiente
e a testimoniare Cristo nel mondo nel quale vivono.
Propositio 25 Formazione
dei seminaristi
Al fine di approfondire l'unità nella diversità, i seminaristi
dovranno essere formati ciascuno in un seminario della propria Chiesa, pur ricevendo
la formazione teologica in una facoltà cattolica comune. In certi luoghi e per ragioni
pastorali e amministrative è anche preferibile avere un solo seminario per le diverse
Chiese.
Propositio 26 La vita consacrata
La vita consacrata, apostolica,
monastica e contemplativa, è al cuore della Chiesa. I Padri sinodali manifestano una
profonda gratitudine nei confronti delle persone consacrate per la loro testimonianza
evangelica. Fanno memoria in particolare dei martiri di ieri e di oggi. Richiedono
che la vita consacrata, adeguatamente rinnovata, sia accolta, incoraggiata e integrata
sempre più nella vita e nella missione della Chiesa del Medio Oriente. Le nostre
Chiese riconoscono l'importanza del posto delle consacrate nella società, in ragione
della loro testimonianza di fede, del loro servizio disinteressato e del loro apporto
prezioso al "dialogo di vita".
Propositio 27 Le donne e i bambini
Le
nostre Chiese adotteranno i mezzi idonei per incoraggiare e rafforzare il rispetto,
la dignità, il ruolo e i diritti della donna. La dedizione competente e generosa delle
donne al servizio della vita, della famiglia, dell'educazione e della cura della salute
deve essere molto apprezzata. Le nostre Chiese favoriranno la loro integrazione e
la loro partecipazione alla pastorale. I figli sono il coronamento del matrimonio
e un dono speciale per il mondo. La Chiesa cattolica e i genitori cattolici hanno
sempre mostrato un interesse particolare per la salute e l'educazione di tutti i loro
figli. Si dovrà fare ogni sforzo per salvaguardare e promuovere il rispetto dei loro
diritti umani naturali, a partire dal momento del concepimento, per assicurare loro
le cure sanitarie e un'educazione cristiana.
C. Comunione con le Chiese e
le comunità ecclesiali (ad extra)
Propositio 28 Ecumenismo
L'unità
tra tutti i discepoli di Cristo nel Medio Oriente è anzitutto opera dello Spirito
Santo. Essa va ricercata in uno spirito di preghiera, conversione del cuore, rispetto,
perseveranza e amore, lungi da ogni diffidenza, timore o pregiudizio che sono di ostacolo
all'unità. Auspichiamo di vedere le nostre Chiese rinnovare il loro impegno ecumenico
attraverso iniziative pratiche: Sostenere il Consiglio delle Chiese del Medio
Oriente; Assicurare una formazione allo Spirito ecumenico nelle parrocchie, nelle
scuole e nei seminari, perché valorizzino le acquisizioni del movimento ecumenico;
Applicare gli accordi pastorali conclusi, là dove esistono; Organizzare incontri
tra fedeli e pastori per la preghiera, la meditazione della Parola di Dio e la collaborazione
in tutti gli ambiti; Adottare una traduzione araba comune del Padre Nostro e
del Simbolo niceno costantinopolitano. Operare per l'unificazione della data
di Natale e di Pasqua. Le Chiese orientali cattoliche, vivendo la comunione con
la Chiesa di Roma nella fedeltà alle loro tradizioni orientali, hanno un importante
ruolo ecumenico da giocare.
I Padri sinodali incoraggiano queste Chiese a
instaurare un dialogo ecumenico a livello locale. Raccomandano anche che le Chiese
orientali cattoliche siano maggiormente implicate nelle commissioni internazionali
di dialogo, nella misura del possibile.
Propositio 29 Festa dei martiri
Istituire
una festa comune annuale dei martiri per le Chiese d'Oriente e domandare ad ogni Chiesa
orientale di stabilire una lista dei propri martiri, testimoni della Fede.
III.
LA TESTIMONIANZA CRISTIANA TESTIMONI DELLA RESURREZIONE E DELL'AMORE
A.
La formazione cristiana
Propositio 30 Formazione
Per rispondere ai
bisogni di una formazione di fede viva degli adulti, le nostre Chiese del Medio Oriente
propongono la creazione di Centri di catechesi dove non esistenti. È necessario insistere
sulla formazione permanente e sulla collaborazione tra le diverse Chiese a livello
di laici, seminari e università. Tutti questi Centri dovrebbero essere aperti a tutte
le Chiese. I catechisti in particolare devono essere ben preparati con una formazione
idonea che tenga conto dei problemi e delle sfide attuali. Ogni battezzato deve
essere pronto a rendere ragione della sua fede in Gesù Cristo e avere la preoccupazione
di proporre il Vangelo senza timidezza, ma anche senza provocazione. La formazione
riguarderà la celebrazione dei misteri, il sapere, il vivere e l'agire. L'omelia deve
essere ben preparata, basata sulla Parola di Dio e legata alla vita. È importante
che la formazione implichi l'addestramento alle tecniche moderne e alla scienza delle
comunicazioni. I laici devono testimoniare fermamente Cristo nella società. I fondamenti
per essere testimoni di questo genere si trovano nelle scuole cattoliche che sono
riconosciute da sempre come i mezzi più importanti dell'educazione religiosa per i
cattolici e della formazione sociale, in vista della comprensione reciproca tra tutti
i membri della società. A livello universitario incoraggiamo la creazione di un'Associazione
di Istituzioni di Formazione Superiore con un'attenzione particolare alla dottrina
sociale della Chiesa.
Propositio 31 Operatori pastorali
Per la formazione
di quadri e operatori pastorali nei diversi ambiti, si propone di fondare e di sviluppare
Centri di formazione inter ecclesiale in ogni Paese. Si raccomanda che tali Centri
utilizzino i nuovi mezzi audio visivi di comunicazione. Il materiale prodotto dovrebbe
essere disponibile in Internet e in DVD, per permettere la massima diffusione con
la minima spesa.
Propositio 32 Scuole e istituzioni educative cattoliche
I
padri sinodali incoraggiano le scuole e le istituzioni educative cattoliche a continuare
a essere fedeli alla loro missione di educare le nuove generazioni allo spirito di
Cristo e ai valori umani ed evangelici, a consolidare la cultura dell'apertura e della
convivialità, la cura e l'accoglienza dei poveri e dei portatori di handicap. Nonostante
le difficoltà, i Padri invitano le scuole a conservare la missione educatrice della
Chiesa e a promuovere lo sviluppo dei giovani, che sono l'avvenire delle nostre società.
Si raccomanda ai responsabili la necessità di sostenere queste istituzioni, vista
l'importanza del loro ruolo per il bene comune.
Propositio 33 Media
I
Padri sinodali hanno rilevato l'importanza capitale dei nuovi mezzi di comunicazione
per la formazione cristiana in Medio Oriente come pure per l'annuncio della fede.
Sono reti di comunicazione privilegiate per propagare l'insegnamento della Chiesa. Concretamente,
i Padri sinodali raccomandano d'aiutare e sostenere con tutti i mezzi le strutture
già esistenti in questo ambito, quali «Télé lumière Noursat», «la Voix de la Charité»
e altre, perché esse realizzino nello spirito ecclesiale gli obiettivi per cui sono
state create. Alcuni hanno persino auspicato di sostenere la creazione di una città
mediatica per Noursat regionale e internazionale. I Padri raccomandano vivamente
ai responsabili delle strutture audiovisive nelle nostre Chiese: di formare un'equipe
specializzata sui piani teologico e tecnico; di stabilire programmi di formazione
biblica ad uso pastorale; di sottotitolare in turco e persiano i programmi, ad
uso dei cristiani di Turchia e Iran.
Propositio 34 Missione
Eredi
di uno slancio apostolico che ha portato la Buona Novella in terre lontane, le nostre
Chiese orientali cattoliche sono sollecitate a rinnovare lo spirito missionario nella
preghiera, con la formazione e con l'invio in missione. Esse sono interpellate dall'urgenza
missionaria ad intra e ad extra. Lo slancio missionario sarà stimolato dall'amore
dei poveri.
Propositio 35 Famiglia
La famiglia, cellula di base e
"Chiesa domestica", ha bisogno di essere accompagnata e sostenuta nei suoi problemi
e nelle sue difficoltà, soprattutto nei contesti urbani. Per questo è opportuno rafforzare
i centri di preparazione al matrimonio, i centri d'ascolto e di orientamento, l'accompagnamento
spirituale e umano delle giovani coppie, l'attenzione pastorale alle famiglie, soprattutto
quelle che devono affrontare situazioni difficili (conflitti interni, handicap, droga,
ecc.), e ravvivare la visita dei Pastori alle famiglie, come pure l'incoraggiamento
alla natalità e alla buona educazione dei figli.
Propositio 36 Giovani
«I
giovani sono l'avvenire della Chiesa» diceva Giovanni Paolo II. Sua Santità il Papa
Benedetto XVI continua a incoraggiarli: «Nonostante le difficoltà, non lasciatevi
scoraggiare e non rinunciate ai vostri sogni! Coltivate invece nel cuore desideri
grandi di fraternità, di giustizia e di pace. Il futuro è nelle mani di chi sa cercare
e trovare ragioni forti di vita e di speranza» ("Messaggio per la XXV Giornata Mondiale
della Gioventù", 28 marzo 2010, n. 7). Inoltre li chiama a essere missionari e testimoni
nella loro società e nel loro ambiente di vita. E li sprona ad approfondire la loro
fede e la loro conoscenza di Gesù Cristo, loro ideale e modello, per partecipare con
Lui alla salvezza del mondo. I Padri sinodali si impegnano: A porsi in loro
ascolto per rispondere ai loro interrogativi e bisogni. Ad assicurare loro la
formazione spirituale e teologica necessaria, atta ad aiutarli nel lavoro. A
costruire con loro i ponti di dialogo per abbattere i muri di divisione e di separazione
nelle società. A valorizzare la loro creatività e le loro abilità per metterle
a servizio di Cristo e degli altri giovani della loro età e della loro società.
Propositio
37 La Nuova Evangelizzazione
Le nostre Chiese sono chiamate a entrare nella
prospettiva della Nuova Evangelizzazione, prendendo in considerazione il contesto
culturale e sociale nel quale si trova a vivere, lavorare e agire l'uomo d'oggi. Questo
esige una profonda conversione e un rinnovamento alla luce della Parola di Dio e dei
sacramenti, particolarmente la Riconciliazione e l'Eucaristia.
Propositio 38 Dottrina
sociale
I Padri sinodali raccomandano la diffusione della dottrina sociale
della Chiesa, in genere poco presente. Essa è parte integrante della formazione della
fede. Il Catechismo della Chiesa cattolica e il Compendio della Dottrina sociale della
Chiesa sono risorse importanti in questo ambito. I Padri sinodali raccomandano
che l'assemblea dei Vescovi in ogni Paese formi una commissione episcopale per preparare
e diffondere il discorso sociale della Chiesa, basandosi sull'insegnamento della Chiesa,
le posizioni della Santa Sede circa i problemi attuali e le circostanze reali di ogni
Paese. I Padri raccomandano che le Chiese orientali si occupino delle persone della
terza età, degli immigrati e dei rifugiati con i loro diversi bisogni sociali e che
esse si prendano cura più particolarmente degli handicappati, creando le necessarie
strutture adeguate a loro, e ne favoriscano l'integrazione nella società. Nella
fedeltà a Dio Creatore, i cristiani prenderanno a cuore la protezione della natura
e dell'ambiente. Essi fanno appello ai governi e a tutti gli uomini di buona volontà
perché uniscano i loro sforzi in favore della salvaguardia del creato.
B.
La Liturgia
Propositio 39 Liturgia
La ricchezza biblica e teologica
delle liturgie orientali è al servizio spirituale della Chiesa universale. Ciononostante
sarebbe importante e utile rinnovare i testi e le celebrazioni liturgiche laddove
ce n'è bisogno, perché rispondano meglio ai bisogni e alle attese dei fedeli sulla
base di una conoscenza sempre più approfondita della tradizione e adattata al linguaggio
di oggi e alle diverse categorie d'età.
C. Dialogo interreligioso
Propositio
40 Dialogo interreligioso
I cristiani del Medio Oriente sono chiamati a
continuare il dialogo con i loro concittadini di altre religioni, dialogo che avvicina
gli spiriti e i cuori. Per questo sono invitati, con i loro interlocutori, al rafforzamento
del dialogo interreligioso, alla purificazione della memoria, al perdono reciproco
del passato e alla ricerca di un avvenire comune migliore. Nella vita di ogni giorno
cercheranno l'accettazione mutua malgrado le differenze e opereranno per edificare
una società nuova dove il pluralismo religioso è rispettato e dove il fanatismo e
l'estremismo saranno esclusi. I Padri sinodali raccomandano l'elaborazione di un
piano di formazione al dialogo, sia negli istituti d'insegnamento che nei seminari
e noviziati, teso a favorire una cultura del dialogo basata sulla solidarietà umana
e religiosa.
Propositio 41 Giudaismo
L'ebraismo occupa un posto di
rilievo nella dichiarazione "Nostra Aetate" del Concilio Vaticano II. Le iniziative
di dialogo e di cooperazione con gli ebrei sono da incoraggiarsi per approfondire
i valori umani e religiosi, la libertà, la giustizia, la pace e la fraternità. La
lettura dell'Antico testamento e l'approfondimento delle tradizioni del giudaismo
aiutano a conoscere meglio la religione ebraica. Noi rifiutiamo l'antisemitismo e
l'antigiudaismo, distinguendo tra religione e politica.
Propositio 42 Islam
La dichiarazione "Nostra Aetate" del Concilio Vaticano II, come le lettere
pastorali di Patriarchi Cattolici d'Oriente, pongono anche il fondamento dei rapporti
della Chiesa Cattolica con i musulmani. Il Papa Benedetto XVI ha dichiarato: «Il dialogo
interreligioso e interculturale tra cristiani e musulmani non può ridursi a una scelta
stagionale. Esso è in effetti una necessità vitale, da cui dipende in gran parte il
nostro avvenire» (Benedetto XVI, "Incontro con i rappresentanti delle comunità musulmane",
Colonia, 20.08.2005).
Nel Medio Oriente i cristiani condividono con i musulmani
la stessa vita e lo stesso destino. Edificano insieme la società. È importante promuovere
la nozione di cittadinanza, la dignità della persona umana, l'uguaglianza dei diritti
e dei doveri e la libertà religiosa comprensiva della libertà di culto e della libertà
di coscienza. I cristiani del Medio Oriente sono chiamati a continuare il fecondo
dialogo di vita con i musulmani. Essi cureranno di avere a loro proposito uno sguardo
di stima e di amore, mettendo da parte ogni pregiudizio negativo. Insieme sono invitati
a scoprire i rispettivi valori religiosi. Offriranno così al mondo l'immagine di un
incontro positivo e di una collaborazione fruttuosa tra i credenti di queste religioni,
opponendosi insieme a ogni genere di fondamentalismo e di violenza in nome della religione.
CONCLUSIONE
Propositio
43 Il seguito del Sinodo
Le Chiese che hanno partecipato al Sinodo sono
chiamate a provvedersi di mezzi per assicurarne il seguito, in collaborazione con
il Consiglio dei Patriarchi Cattolici d'Oriente e le strutture ufficiali delle Chiese
interessate, e a coinvolgere maggiormente i sacerdoti, i laici esperti e i religiosi.
Propositio
44 La Vergine Maria
Maria, la Vergine di Nazareth, è modello perfetto di
ascolto della Parola di Dio e figlia benedetta della nostra terra. Fin dall'inizio
della storia cristiana la riflessione teologica nelle nostre Chiese di Oriente ha
contribuito in maniera decisiva a definire Maria con il nome stupendo di Theotokos,
Madre di Dio. Nelle liturgie di tutte le nostre Chiese la Vergine Maria occupa
un posto di eccellenza ed è circondata dal singolare affetto di tutto il popolo di
Dio. Proprio questa figlia della nostra terra, che tutte le genti chiamano beata,
viene giustamente invocata quale Madre della Chiesa, soprattutto a partire dal Concilio
ecumenico Vaticano II. Consapevoli degli speciali legami che per disegno di Dio
ci uniscono alla Madre di Gesù, proponiamo che le nostre Chiese, unite insieme e con
atto comune, affidino tutto il Medio Oriente alla protezione della Vergine Maria.