A Roma il Festival del cinema ebraico ed israeliano
Da stasera e fino al 27 ottobre, alla Casa del Cinema di Roma, il Centro Ebraico Italiano
presenta l’edizione 2010 del Pitigliani Kolno’a Festival “Ebraismo e Israele nel Cinema”.
Ce ne parla Francesca Sabatinelli.
“A Film Unfinished”,
“Yes Miss Commander”, “Filmed by Yitzhak”. Sono questi alcuni dei titoli di ‘Mosaico
di voci’, l’ottava edizione del Pitigliani Kolno’a Festival, la rassegna di cinema
ebraico ed israeliano che presenta ogni anno documentari e lungometraggi divisi in
sezioni. Ariela Piattelli, con Dan Muggia, dirige il Festival:
“Il
cinema israeliano non si può definire oggi con un filone, è vario: i registi sono
per provenienza ed età molto diversi tra loro. Abbiamo cercato di dare una visione
panoramica, dunque, che fosse la più ampia possibile”.
Il Festival presenta
novità assolute. Come Film Unfinished, film di propaganda girato dai nazisti nel Ghetto
di Varsavia poco prima della Rivolta. Pellicola inedita in Italia, che verrà presentata
da Liat Ben Habib, dello Yad Vashem di Gerusalemme. Ci sarà la parte dedicata al nuovo
cinema israeliano, e quella alle serie televisive in Israele, paese dove, come in
Italia, la fiction è legata alla quotidianità della popolazione. Non mafia o cronaca
nera, ma piuttosto cronaca di guerra, come con “Hatufin” (Rapiti), serie che tratta
dei rapimenti dei soldati. E poi ancora molti documentari, a partire dal pluripremiato
“Diplomat”:
“Presentiamo questo documentario meraviglioso, che si chiama
'Diplomat', di Dana Goren, un documentario che parla di un ex albergo a cinque stelle,
a Gerusalemme, che si chiama proprio Diplomat. Negli ultimi 20 anni, Diplomat ha ospitato
immigrati dell’ex Unione Sovietica. Questi immigrati, dunque, sono ancora lì da 20
anni e ciò dimostra che non si sono integrati, perché non si sono trovati una casa,
perché non hanno cominciato a mangiare i cibi caratteristici della cucina israeliana,
perché continuano a bere vodka e a perpetuare le proprie tradizioni, ma soprattutto
perché parlano la loro lingua e hanno medici che parlano la loro lingua: il russo.
E’ una cosa sconcertante. Rimangono chiusi in questo limbo senza integrarsi - non
solo gli anziani, anche le nuove generazioni - per volontà propria. Questo perché
probabilmente il discorso di perpetuare le proprie tradizioni prende una piega eccessiva
ed anche perché si sentono rifiutati da una società, in cui c’è integrazione, ma in
cui è difficile integrarsi”.
A Diplomat si aggiungono Yes Miss Commander,
storia di una base militare in Bassa Galilea dove giovani difficili della società
israeliana si trovano di fronte donne comandanti, e poi anche Filmed by Yitzhak, un
decennio di storia di Israele raccontata attraverso i super 8 girati proprio dall'ex
premier isrealiano, Yitzhak Rabin.