2010-10-22 14:53:40

Interventi di Mons. Mounged EL-HACHEM, Arcivescovo titolare di Darni, Nunzio Apostolico (LIBANO), "in scriptis"


Il Corano contiene dei versetti che impongono la tolleranza, soprattutto nei confronti dei cristiani. I primi califfi e i governatori delle province sono ricorsi ai cristiani perché dessero i loro contributo al governo. Ma è soprattutto nel campo della cultura e delle cure mediche che i cristiani hanno occupato il primo posto.
I rapporti si sono deteriorati con le crociate e soprattutto sotto il regime dei Mammalucchi.
Alla fine del XIX secolo e all’inizio del XX, il mondo arabo e i musulmani hanno affrontato difficoltà enormi: i paesi dell’Africa del nord erano stati colonizzati dalla Francia; la lingua araba era quasi scomparsa, l’impero turco cominciava a perdere consistenza. Numerosi intellettuali cristiani, soprattutto libanesi e siriani sono emigrati in Egitto e lì hanno dato il via alla rinascita della lingua e della cultura araba.
Oggi, soprattutto a partire dall’11 settembre del 2001, il mondo musulmano affronta grandi sfide, nonostante le sue ricchezze, specialmente le sue immense riserve di petrolio e di gas.
Ricordiamone qualcuna:
- i suoi difficili rapporti con l’Occidente, soprattutto con l’Europa e gli Stati Uniti d’America
- i suoi regimi politici: dittature militari e monarchie ereditarie
- assenza di democrazia, di libertà (d’opinione, di espressione, di associazione, di religione...)
- mancato rispetto dei diritti dell’uomo, nonostante la firma del trattato del 1948
- condizione della donna e sua uguaglianza con l’uomo
- tensione tra Sunniti e Sciiti
- guerre e conflitti: Palestina, Iraq, Yemen...
- confusione tra lo spirituale e il temporale, tra la religione e lo stato.
Numerosi sono i cristiani e le associazioni che si occupano del dialogo islamo-cristiano, a partire dalla sezione islamica del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso.
Alcuni suggerimenti pratici in vista di una collaborazione concreta:
1. Favorire una conoscenza esatta, e allo stesso tempo elementare di una parte e dell’altra: “l’uomo è il nemico che non si conosce”. Questo insegnamento deve svolgersi a tutti i livelli: dalla scuola materna all’università.
2. Mettere a punto manuali scolastici che assicurino un insegnamento esatto delle due religioni
3. Incoraggiare le scuole miste, lo scambio tra le scuole cristiane e musulmane , cosa che viene effettuata sempre più spesso in Libano
4. Organizzare campeggi comuni, dove i giovani musulmani e cristiani possano vivere insieme
5. Svolgere insieme attività sociali, caritative e umanitarie.
È auspicabile che i capi religiosi di uno stesso paese prendano iniziative che incoraggino la collaborazione tra i fedeli delle due religioni; in Libano, per esempio, il Comitato Nazionale del dialogo islamo-cristiano, istituito dai Capi delle sei Comunità religiose più importanti, sta svolgendo un lavoro notevole. Il governo ha messo a punto due manuali comuni di storia e di educazione civica per tutti gli scolari. Intende rivolgersi alle masse e non limitarsi alle classi elitarie.
Questo dialogo di vita rappresenta una messa in pratica del tema del Sinodo: “Comunione e testimonianza”

[00198-01.04] [IS005] [Testo originale: francese]







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