In Francia si estende la protesta contro la riforma delle pensioni
Il presidente della Banca Centrale Europea, Trichet, ha espresso dubbi sulle nuove
misure definite in questi giorni dai ministri delle Finanze dell’Ue e contenute nella
bozza del Patto di stabilità e crescita europeo. Intanto, in Francia il progetto di
riforma delle pensioni continua ad alimentare la protesta. Il voto in Senato è slittato
a stasera o domani, ma i sindacati hanno annunciato due nuovi giorni di scioperi il
28 ottobre e il 6 novembre. Il servizio di Marco Guerra:
Tiene duro
il governo. Tiene duro la piazza. Il primo vuole chiudere il passaggio al senato
della riforma, che innalza l’età pensionabile a 62 anni, entro questo fine settimana.
Per farlo il ministro del Lavoro ha chiesto una corsia preferenziale, prevista dall'articolo
44 della Costituzione, che consente un voto unico sul testo ed evita l’esame degli
oltre 250 emendamenti presentati dall’aula. Dal canto loro, le parti sociali continuano
ed estendono la mobilitazione anche per la prossima settimana. Ieri, hanno fissato
due nuovi giorni di sciopero generale: giovedì 28 ottobre e sabato 6 novembre. Le
date scelte dovrebbero causare grandi disagi per gli spostamenti in apertura e chiusura
del consueto periodo di vacanze per le festività per i Santi. Intanto i sindacati
restano sul piede di guerra, forti dell’appoggio di due terzi della popolazione. Il
leader della più forte organizzazione sindacale, la Cgt, ha affermato che “non ci
sono ragioni per interrompere la protesta”. Proseguono quindi i blocchi al settore
energetico. Stamane la polizia ha liberato l’accesso alla raffineria di Grandpuits,
una delle 12 del Paese. Forzato anche il blocco al deposito di carburanti di Tolosa.
Oltre 200 persone sono state disperse con i lacrimogeni.