2010-10-21 14:06:14

Il Papa riceve gli ambasciatori di Corea e Romania: i valori cristiani sono garanzia di giustizia e solidarietà


Il Papa, stamani, ha ricevuto in Vaticano i nuovi ambasciatori di Corea e Romania presso la Santa Sede per la presentazione delle Lettere credenziali. Ha incontrato prima il diplomatico asiatico Han Hong-soon: la Corea - ha detto - riveste un ruolo equilibratore nell’area dell’Asia-Pacifico, capace di crescita economica ma anche di investire nel campo della solidarietà. L'ambasciatore ha espresso, a nome del suo Paese, il desiderio che il Pontefice si rechi in visita in Corea. Il servizio di Alessandro De Carolis: RealAudioMP3

Quasi 50 milioni di persone che hanno regalato a un piccolo Stato una “notevole” crescita economica negli ultimi anni, trasformandolo da Paese “beneficiario” a “donatore” di aiuti. E’ partita da questo dato la riflessione di Benedetto XVI al cospetto del nuovo diplomatico coreano. Un tale progresso, ha riconosciuto il Papa, “sarebbe inconcepibile senza un notevole grado di sviluppo industriale e la generosità del popolo coreano”. E tuttavia, ha messo in guardia:

“There are dangers involved in rapid economic…
Esistono pericoli in una rapida crescita economica che purtroppo possono aggirare molto facilmente considerazioni di tipo etico, con la conseguenza che gli elementi più poveri nella società tendono ad essere esclusi dalla loro legittima parte di prosperità della nazione. La crisi finanziaria degli ultimi anni ha esacerbato il problema, ma ha anche focalizzato l'attenzione sulla necessità di rinnovare i fondamenti etici di ogni attività economica e politica”.

Incoraggiando il governo di Seoul “a garantire che la giustizia sociale e la cura del bene comune buon crescano a fianco della prosperità materiale”, il Papa è passato dalla situazione interna a quella internazionale, esprimendo l’apprezzamento della Santa Sede “per il ruolo attivo svolto dalla Repubblica di Corea” in particolare nella sua area geografica:

“By promoting the peace and stability…
Promuovendo la pace e la stabilità della penisola, così come la sicurezza e l'integrazione economica delle nazioni in tutta la regione dell’Asia-Pacifico, attraverso i suoi ampi collegamenti diplomatici con i Paesi africani, in particolare ospitando il mese prossimo il Summit del G20 a Seoul, il governo coreano ha dato ampia prova del suo ruolo come un attore importante sulla scena mondiale, e ha contribuito a garantire che il processo di globalizzazione sarà indirizzato da considerazioni di solidarietà e di fraternità”.

Benedetto XVI si è poi soffermato sui rapporti di “proficua collaborazione” esistenti tra Santa Sede e autorità coreane e sul contributo offerto dalla Chiesa del Paese asiatico nel campo dell’istruzione e dell’educazione giovanile, nell’assistenza ai poveri e ai lavoratori immigrati, nella difesa della vita e della famiglia. Infine, il Pontefice ha ricordato il Congresso dei laici cattolici asiatici, ospitato proprio a Seoul in settembre. Proprio i laici coreani – ha notato il Papa, come del resto aveva fatto l’ambasciatore nel suo indirizzo di saluto – hanno annunciato per primi il Vangelo nel Paese e in tanti hanno pagato la fede morendo da martiri. Sono fiducioso che questa testimonianza, ha concluso Benedetto XVI, consentirà ai valori cristiani della giustizia e della solidarietà di permeare sempre più la vita pubblica in Corea.

Successivamente, Benedetto XVI ha ricevuto il nuovo ambasciatore della Romania, Bogdan Tataru-Cazaban. Integrità, onestà e rettitudine - ha sottolineato nell'occasione il Pontefice - sono tre virtù essenziali per gestire la complessità crescente delle società odierne. Il servizio di Roberta Gisotti. RealAudioMP3

20 anni fa, ha ricordato Benedetto XVI, “la Romania ha deciso di scrivere una nuova pagina della sua storia. Ma tanti anni vissuti sotto il giogo di un’ideologia totalitaria lasciano delle ferite profonde nella mentalità, nella vita politico-economica e negli individui”. Così “dopo i tempi dell’euforia e della libertà”, la Romania “si è impegnata - ha riconosciuto il Papa - con determinazione in un processo di ricostruzione e di guarigione”, e “la sua entrata nell’Unione Europea ha segnato anche una tappa importante nella ricerca di una democratizzazione autentica”. Tuttavia ora “per proseguire questo rinnovamento in profondità, le nuove sfide da raccogliere sono numerose” – ha ammonito il Santo Padre - al fine di evitare che la società romena “non si basi unicamente sulla ricerca del benessere e l’allettamento del profitto, conseguenza comprensibile d’un periodo di oltre 40 anni di privazioni”. Da qui l’invito a che prevalgano “l’integrità, l’onestà e la rettitudine” in tutte le componenti della società romena, così contribuendo “in modo efficace alla rigenerazione del tessuto politico, economico e sociale nella complessità crescente del mondo contemporaneo”.

Ha sottolineato ancora il Papa che la Romania “è costituita da un mosaico di popoli. Una tale varietà - ha detto - può essere letta come un ostacolo all’unità nazionale ma anche essere vista come un arricchimento della sua identità”. E così anche ha ricordato che la Romania possiede “una lunga e ricca tradizione religiosa”, ferita anch'essa da decenni oscuri e “certe ferite sono tutt’ora vive”. Da qui l’auspicio a riparare le ingiustizie ereditate dal passato attraverso un doppio livello d’intervento: favorendo “un autentico dialogo tra lo Stato e i diversi responsabili religiosi” e “incoraggiando armoniose relazioni tra le differenti comunità religiose”. Benedetto XVI infine ha rimarcato: gli sforzi realizzati dai governi che si sono succeduti per stabilire relazioni tra la Chiesa cattolica e la Romania; la ripresa, ormai da 20 anni, dei rapporti diplomatici con la Santa Sede; e la nuova Legge sui culti.

Rievocando la visita di Giovanni Paolo II in Romania, nel 1999, la prima in un Paese a maggioranza ortodossa, Benedetto XVI, ha assicurato che la Chiesa cattolica intende proseguire nel dialogo desiderato con l’insieme delle comunità cristiane. “La testimonianza di una fraternità tra cattolici e ortodossi, in uno spirito di carità e di giustizia - ha concluso - deve prevalere sulle difficoltà e aprire il cuore alla riconciliazione”.







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