2010-10-21 15:05:47

Il cardinale Turkson al Regina Apostolorum: il cristianesimo è indispensabile al vero sviluppo


Nel panorama sociale di oggi, dove “i confini fra sviluppo e sottosviluppo, principalmente a causa della globalizzazione, si sono fatti più labili, Nord e Sud non sono più sinonimi di mondo ricco e sviluppato da una parte e mondo povero e sottosviluppato dall’altra; le differenze culturali si sono sfumate; le migrazioni sono aumentate e le tipologie si sono moltiplicate”, la Chiesa, con la sua Dottrina sociale, vuol partire “dalla realtà terrena per illuminarla con la luce del Vangelo”. Lo ha sottolineato questa mattina il cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson, presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, nella Lectio Inauguralis tenuta all’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum di Roma per l’apertura dell’anno accademico. Sviluppando il tema dell’attualità e della rilevanza oggi della dottrina sociale della Chiesa alla luce della Caritas in veritate, il porporato ha affermato che se “specie nel mondo occidentale aggredito dalla secolarizzazione, è sopraggiunta una profonda crisi di fede che ha invaso la società, una crisi che non si può ignorare confidando semplicemente che il futuro della società continui a restare ancorato al patrimonio di valori cristiani trasmesso nei secoli”, la Chiesa “deve assumere come compito primario quello di dimostrare che ‘l’adesione ai valori del Cristianesimo è elemento non solo utile, ma indispensabile per la costruzione di una buona società e di un vero sviluppo umano integrale’”. Ma “come può la pretesa della Caritas in veritate, secondo la quale Dio è indispensabile alla realizzazione dello sviluppo umano integrale, non soffocare l’autonomia delle realtà terrene, la responsabilità umana, l’importanza dei saperi scientifici?”, si è chiesto il cardinale Turkson. La risposta sta nel fatto che la Dottrina sociale della Chiesa si “colloca al crocevia, al punto d’incontro, fra fede e ragione. E’ così che questa disciplina, con il suo carattere di interdisciplinarietà, mette chi la applica in grado di dialogare con i saperi dell’uomo, senza mortificarli, ma, invitandoli a scendere maggiormente in profondità dentro se stessi, compie la funzione di ‘purificarli’”. Ma uno spunto di riflessione, ha osservato il presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, lo offre la stessa Caritas in veritate, quando afferma che “il sapere umano è insufficiente e le conclusioni delle scienze non potranno indicare da sole la via verso lo sviluppo integrale dell'uomo. C'è sempre bisogno di spingersi più in là: lo richiede la carità nella verità. Andare oltre, però, non significa mai prescindere dalle conclusioni della ragione né contraddire i suoi risultati”. (A cura di Tiziana Campisi)







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