Australia: impegno di governo e organizzazioni cattoliche per bambini e famiglie disagiate
In Australia sono oltre 700 i bambini nei centri di detenzione per immigrati. Un gruppo
di organizzazioni cattoliche e di difesa dei diritti umani ha appena accolto con favore
il progetto del governo locale di spostare centinaia di bambini e famiglie in cerca
di asilo, dai centri di detenzione a comunità alloggio. Il governo infatti aprirà
due nuovi centri dove i bambini e le famiglie più disagiate verranno sistemati in
comunità alloggio gestite dalla Chiesa e da organizzazioni caritative entro il mese
di giugno 2011. Tuttavia tutti coloro che arrivano non autorizzati, continueranno
ad essere obbligatoriamente trattenuti all'arrivo per i controlli d'identità e di
sicurezza. Secondo quanto si legge in una dichiarazione del direttore del Jesuit Refugee
Service Australia ripresa dall'agenzia Fides, padre Sacha Bermudez-Goldman "non è
possibile tenere in carcere la gente per periodi indeterminati, in particolare se
si tratta dei più vulnerabili, di minori soli e di famiglie con figli. Questa iniziativa
costituisce anche un'ottima opportunità per le comunità e le organizzazioni della
Chiesa ad impegnarsi e a mettere le loro risorse a disposizione di queste persone".
Padre Sacha Bermudez-Goldman prosegue: "Questo cambiamento offrirà l'opportunità ai
minori soli di frequentare le scuole e di prepararsi in diversi settori, così da potersi
inserire nell'economia australiana o prepararsi ad un eventuale ritorno nei rispettivi
paesi di origine. Il Provinciale dei gesuiti australiani, padre Steve Curtin, ha dichiarato
che liberare i bambini e le famiglie più in difficoltà dei centri di detenzione era
un progetto atteso da tempo. "E' abbastanza evidente che una detenzione prolungata
sia dannosa per la salute della gente" ha aggiunto il gesuita. (R.P.)