Stati Uniti: mancano 15 giorni dalle elezioni di mezzo termine. I sondaggi sui democratici
spingono la Casa Bianca ad un impegno su tutti i fronti per impedire che la tornata
si trasformi in una bocciatura delle ambizioni riformiste del presidente Obama. Sia
il suo vice Biden, sia la first lady Michelle sono scesi in campo per convincere gli
elettori a rinnovare la fiducia al partito. Il servizio di Eugenio Bonanata: Obama, dunque,
ammettendo i suoi errori, ha annunciato una nuova strategia. Eugenio Bonanata
ha chiesto un commento al prof.Nico Perrone, docente di Storia americana
presso l’Università di Bari, autore del libro “Obama: il peso delle Promesse”:
R. – Come
tutti gli annunci che si fanno alla stampa, alle televisioni, contiene delle verità
e delle contraddizioni. Obama ha impostato, dalla campagna elettorale, tutto su una
vasta campagna di relazioni pubbliche e di propaganda di quello che faceva e che aveva
in programma di fare. Continua il suo contatto con gli elettori, il suo contatto con
gli americani, ed è un contatto non soltanto propagandistico. Un contatto forse genuinamente
anche autocritico, che gli serva attraverso quello che ascolta, non soltanto quello
che dice, a trovare i modi, le forme, per mettere a punto una strategia che gli consenta
di prepararsi per una rielezione, perché questo poi è il punto fondamentale, al quale
Obama tiene.
D. – In questi venti mesi sono state diverse le riforme
che hanno influito negativamente sulla popolarità di Obama…
R. – Io
credo che il punto essenziale rimanga la riforma sanitaria. A noi fa sorridere, perché
ce l’abbiamo da tempo. Dico noi, ma non intendo solo l’Italia, anche l’Europa. Per
l’America è stato un passo rivoluzionario e quindi lì Obama ha rischiato anche l’impopolarità,
ha rischiato la forte coalizione avversa: l’ha saputa sfidare e ha saputo andare avanti.
Quello è un punto molto importante.
D. – In tutto questo come stanno
i Repubblicani?
R. – Questa è una domanda difficilissima, perché i Repubblicani,
secondo me, per ora sono essenzialmente divisi, divisi anche sulla candidatura da
opporre ad Obama, e divisi in un programma che è un programma fortemente critico rispetto
all’amministrazione Obama sin dall’inizio, che non riesce però ad essere un programma
propositivo per una legislatura che sia repubblicana. Quindi, questa è la difficoltà
maggiore, secondo me, nella quale si trovano i Repubblicani. Tuttavia, non è detto,
perché la loro volontà e la loro capacità di rimonta è forte. Ci sono delle forze
conservatrici all’interno degli Stati Uniti, che sostengono tutto questo e potrebbero
essere decisive, potrebbero anche rivoltare la situazione che, secondo me, è tendenzialmente
favorevole ad Obama.