2010-10-18 12:03:49

Le donne africane si organizzano: marce e campagne per la promozione dei diritti di genere, nel Continente


Un’imponente manifestazione è stata organizzata ieri nella città di Bukavu, nella Repubblica Democratica del Congo, in occasione dell'arrivo della “Marcia mondiale delle donne”, un corteo da una settimana in cammino attraverso la Regione dei Grandi Laghi.
Nei giorni scorsi a Bukavu si sono svolte molteplici attività a sostegno delle donne congolesi. Alle delegazioni africane, arrivate da quasi tutti i Paesi, si sono aggiunte donne provenienti da tutto il mondo. Nel programma Workshop e testimonianze, marce e incontri culturali, una fiera equo solidale e l’inaugurazione di un bosco della memoria. L'evento, preparato nel Congo con incontri regionali e informazione capillare nelle comunità, aveva il duplice obiettivo di sensibilizzare sugli effetti devastanti che questa guerra dimenticata ha sulle comunità femminili della regione, e quello di rafforzare la voce delle donne che quotidianamente si impegnano in loco sia per lenire le ferite del massacro, sia nella ricerca di soluzioni pacifiche al conflitto.
Un incontro tra donne di tutto il mondo, espressione di una solidarietà femminile senza confini, che ha voluto inoltre offrire alle congolesi l'opportunità di testimoniare le proprie esperienze, dalle violenze subite al desiderio di pace, dalla sfida del lavoro al difficile accesso ai beni comuni (acqua, generi alimentari, sanità, risorse minerarie).
L'evento è stata un’occasione per riflettere sul ruolo delle donne nella società, pace, lavoro e autonomia economica. Il servizio di Giulio Albanese: RealAudioMP3


Tra le circa 1.700 delegate, almeno 200 provenivano da altri 43 Paesi, e in testa al corteo c’era Olive Lembe Kabila, moglie dell’attuale Presidente congolese, Joseph Kabila. Striscioni e cartelli sono stati innalzati dalla moltitudine colorata, con scritte come: “No allo stupro come arma di guerra!”, “No al terrorismo sessuale!”
La partecipazione è stata davvero enorme. In particolare, centinaia di ragazze e madri di famiglia sono arrivate dalle zone rurali, ancora in preda a formazioni armate che seminano morte e distruzione. Sta di fatto che le forze governative congolesi non riescono ancora a prendere il totale controllo della vasta regione, lasciando la popolazione civile esposta ai peggiori soprusi e violenze.


La "Marcia mondiale delle Donne" rientra in una serie di mobilitazioni in favore delle donne africane, che si sono svolte nell’ultimo anno nel Continente.
In modo particolare, lo scorso 10 ottobre si è tenuto a Nairobi, in Kenya, un Forum per il lancio dell’iniziativa “2010-2020: il decennio della donna africana”, che ha visto la partecipazione di oltre 250 rappresentanti di organizzazioni della società civile e degli organismi di base, provenienti da 33 Stati diversi. L’appello conclusivo dell’evento costituisce una riflessione sulla ricerca della parità tra i sessi in Africa, sull’uguaglianza nella diversità, sul rispetto della dignità di ciascuno nella specificità del proprio ruolo e missione nelle società.
Con il Forum di Nairobi si è voluto rivolgere un appello agli Stati membri dell’Unione Africana, affinché essi riservino uno spazio politico prioritario ai dieci ambiti tematici individuati dall’Assemblea, elencati di seguito:

1) LOTTA ALLA POVERTÀ: promuovere l’autonomia economica ed imprenditoriale delle donne. Garantire l’applicazione delle misure presenti nei testi di legge nazionali e internazionali, concernenti la parità dei sessi, specialmente nei rapporti economici e di lavoro. Assicurarsi che le donne possano godere appieno dei propri diritti e delle agevolazioni ad esse destinate, in circostanze particolari e specifiche.

2) AGRICOLTURA E SICUREZZA ALIMENTARE: accrescere l’impiego femminile nel Programma Inclusivo di Sviluppo Agricolo (CAADP) e garantire un’equa retribuzione per il lavoro delle produttrici donne.

3) SALUTE, MORTALITÀ MATERNA e LOTTA ALL’AIDS. Aumentare le possibilità di accesso delle donne alle cure e ai servizi sanitari, sia riguardo all’AIDS, sia per chi soffre di altre patologie come il cancro, la malaria e il diabete.

4) EDUCAZIONE, SCIENZA E TECNOLOGIA: adottare un approccio olistico nell’educazione delle giovani, che vada oltre la formazione elementare. Integrare il sistema formativo con corsi sui Diritti Umani e insegnamenti di quegli strumenti pratici che possono facilitarle le donne nello svolgimento di ruoli di prestigio, nell’assunzione di decisioni e nell’analisi finanziaria.

5) AMBIENTE E CAMBIAMENTI CLIMATICI: considerare gli effetti del degrado ambientale e dei cambiamenti climatici come catastrofi nazionali, che richiedono dunque l’attenzione massima delle autorità responsabili della gestione delle risorse naturali. Decentramento dei ruoli amministrativi a comitati locali che siano costituiti per un 50% da figure femminili.

6) PACE E SICUREZZA PER LE DONNE: coinvolgere le organizzazioni femminili regionali nella creazione di una Fondazione di Donne Africane per la Pace, che possa lavorare insieme ai movimenti di base e alle agenzie dell’Unione Africana, per fare pressione sugli Stati affinché mettano in campo gli strumenti internazionali preposti alla tutela della pace e della lotta ad ogni forma di violenza, specialmente nei riguardi delle donne. È infatti la popolazione femminile che subisce sempre di più le conseguenze dei conflitti, in contesti quali la Somalia, il Darfur, la RDC, la Repubblica Centrafricana e il nord dell’Uganda. Tra i compiti della Fondazione, inoltre, anche quello di rivendicare presso i governi il riconoscimento del ruolo delle donne nei processi di pacificazione, di analisi sociologica e di assistenza psicologica alle vittime dei conflitti.

7) GOVERNANCE E APPLICAZIONE DELLA LEGGE: ottenere entro il 2013 la ratifica universale del Protocollo dell’UA sui Diritti della Donna in Africa.

8) FINANZA E BUDGET DI GENERE: vegliare affinché parte dei contributi devoluti dagli Stati membri all’Unione Africana siano destinati alle questioni di genere e a politiche specifiche mirate al miglioramento delle condizioni di vita delle donne.

9) LIVELLO DECISIONALE: premere per la ratifica universale di documenti in promozione della Democrazia, della Trasparenza e della Good Governance. Porre l’accento sulla necessità per gli Stati membri dell’UA di garantire la partecipazione uguale delle donne e degli uomini alla leadership nazionale e nell’assunzione delle decisioni, tenendo conto delle raccomandazioni fatte a Banjul e alla proposta della candidatura di una donna alla Presidenza della Commissione dell’UA, durante il decennio 2010-2020, dedicato proprio alla Donna Africana

10) MOVIMENTI DI GIOVANI DONNE: vegliare affinché il 30% dei posti di leadership siano riservati a donne sotto i 35 anni, e promuovere la creazione di un Forum di giovani africane, per la gestione di fondi raccolti ad hoc per il rafforzamento degli stessi movimenti di donne.







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