Intervento del Rev. Raymond Leslie O'TOOLE, Assistente del Segretario Generale della
"Federation of Asian Bishops' Conferences" (F.A.B.C.) (HONG KONG), uditore
La Federazione delle Conferenze Episcopali dell’Asia comprende regioni che abbracciano
l’Asia orientale, quella del sud-est, quella meridionale e quella centrale. Il Medio
Oriente di solito viene definito come Asia occidentale, come si legge nell’introduzione
dell’Esortazione apostolica post-sinodale di Papa Giovanni Paolo II, Ecclesia in Asia.
Poiché Gesù è nato, ha vissuto, è morto ed è risorto in Terra Santa, quella piccola
porzione dell’Asia occidentale è divenuta una terra di promessa e speranza per tutta
l’umanità. Vorrei riferirmi ai numeri 55-56 dell’Instrumentum Laboris, che riportano
alcune risposte ai Lineamenta. Tali risposte suggeriscono di convocare periodicamente
(orientativamente ogni cinque anni) un’assemblea dell’intero episcopato del Medio
Oriente. Nella Relatio ante Disceptationem, si legge così: “È auspicabile che un’Assemblea
regionale riunisca l’Episcopato del Medio Oriente, secondo un ritmo periodico stabilito
dal Consiglio dei Patriarchi Cattolici d’Oriente”. Vorrei sottolineare la particolare
importanza di una tale assemblea dell’intero episcopato per la causa dell’unità, della
diversità e della communio in generale. Consentitemi di offrire un esempio vivo
di pratica di communio. In India abbiamo tre riti. Il siro-malabarese, il siro-malankarese
e il rito latino. Ogni due anni questi tre riti si incontrano in quella che viene
chiamata Assemblea dell’Organismo generale della Conferenza Episcopale in India. Negli
anni ‘90 Giovanni Paolo II di venerata memoria ha istituito la Conferenza episcopale
del Sinodo siro-malankarese, siro-malabarese e di rito latino. Prima di essa esisteva
un’unica Conferenza episcopale, la Conferenza Episcopale dell’India. Ma il compianto
Santo Padre, con grande saggezza, dopo avere creato due nuovi Sinodi orientali e la
Conferenza di rito latino, ha voluto mantenere la Conferenza episcopale dell’India
in quanto struttura in cui tutti e tre i riti si incontrano regolarmente. Una Conferenza
episcopale che è non-canonica in natura, ma fornisce una struttura per l’unità dell’episcopato,
soprattutto a causa della sua diversità. E un forum per la discussione di tutte quelle
sfide pastorali che potrebbero presentarsi. In Asia centrale troviamo un altro
esempio di unità nella diversità e di communio - un’Assemblea degli Episcopati e degli
Ordinari che comprende un delegato della Santa Sede per i cattolici orientali dell’Asia
centrale. Si tratta di un religioso, fr. Vasyl Hovera che risiede a Karaganda, in
Kazakistan, ma che è responsabile della cura pastorale dei cattolici orientali in
Asia centrale. È membro della Conferenza episcopale del Kazakistan e partecipa a tutte
le assemblee dei vescovi e degli ordinari dell’Asia centrale che si tengono annualmente.
Ho preso parte a due di questi incontri, uno a Bishkek, in Kazakistan ed uno a Tashkent,
in Uzbechistan. Illustro questi due esempi per sottolineare quanto sia importante
che i Vescovi di tutti i riti si riuniscano regolarmente. Suggerisco che anche per
il Medio Oriente venga creata una struttura permanente in cui l’intero episcopato
possa riunirsi ogni due anni e che questa diventi una forte raccomandazione da parte
di questo Sinodo rivolta al Consiglio dei Patriarchi cattolici del Medio Oriente. Per
concludere vorrei dire che, come semplice segretario della Conferenza episcopale in
Asia, raccomando caldamente i nostri segretariati di tutta l’Asia e del Medio Oriente
perché si tengano in stretto contatto al fine di creare legami più stretti, perché
molte delle sfide pastorali che affrontiamo come Chiese in Medio Oriente e in tutta
l’Asia sono molto simili e derivano dal fatto che siamo piccoli greggi in paesi dove
le altre religioni costituiscono la grande maggioranza. E spesso è proprio il segretariato
ad agire concretamente.