Il Papa all'ambasciatore di El Salvador: la Chiesa non può restare indifferente di
fronte ai mali della società
In tarda mattinata il Papa ha ricevuto anche il nuovo ambasciatore di El Salvador
presso la Santa Sede, Manuel Roberto López Barrera, per la presentazione delle Lettere
credenziali: Benedetto XVI ha sottolineato il prezioso patrimonio cristiano del Paese
e l’importante ruolo della Chiesa nel promuovere la pace e lo sviluppo. Il servizio
di Sergio Centofanti.
La Chiesa
– ha ricordato il Papa – anche nel Salvador promuove “nell’ambito delle sue specifiche
competenze, con autonomia e libertà … il bene comune in tutte le sue dimensioni”.
Attraverso l’annuncio del Vangelo e testimoniando l’amore di Dio senza fare esclusioni,
contribuisce a “sradicare la povertà” e a “lottare contro la violenza, l’impunità
e il narcotraffico che stanno causando così tante devastazioni, in particolare tra
i giovani”. Il Salvador, uscito nel 1992 da una rovinosa guerra civile durata oltre
10 anni, sta proseguendo il processo di pacificazione interna: ma la situazione resta
fragile, con un’economia debole, basata su un'agricoltura legata ancora al latifondo,
un debito estero molto elevato, un alto tasso di criminalità e un analfabetismo che
supera il 20%. Il Papa ricorda che la Chiesa “non può guardare con indifferenza” a
tutto ciò e in particolare non può tacere quando sono colpite “esigenze fondamentali
come l’equa distribuzione della ricchezza, l’onestà nello svolgimento delle funzioni
pubbliche e l’indipendenza dei giudici”. Lancia quindi un appello a lavorare alla
definitiva riconciliazione, ribadendo che “con la violenza non si raggiunge nulla,
ma tutto peggiora”, perché “è una via senza uscita, un male detestabile e inammissibile,
una fascinazione che inganna la persona e la riempie di indegnità”. Fa quindi riferimento
al ruolo delle forze di polizia e di sicurezza, chiamate a garantire “nel quadro della
legalità, il benessere della popolazione”. Nello stesso tempo richiama “l’inviolabile
dignità della vita umana dal suo concepimento fino al suo termine naturale – così
come anche la Costituzione del Paese proclama – il valore della famiglia fondata sul
matrimonio tra un uomo e una donna e il diritto dei genitori a educare i figli secondo
le proprie convinzioni morali e spirituali”. Il Papa, infine, non manca di sottolineare
“la presenza aggressiva della sette, che appaiono come una facile e comoda risposta
religiosa”, ma che “minano la cultura e i costumi che lungo i secoli hanno plasmato
l’identità salvadoregna, oscurando la bellezza del messaggio evangelico”.