Intervento di Mons. Yasser AYYASH, Arcivescovo di Petra e Filadelfia in Arabia dei
Greco-Melkiti (GIORDANIA)
Anzitutto rivolgiamo i nostri più sinceri ringraziamenti a Sua Santità Papa Benedetto
XVI che ci ha riuniti in questo Sinodo speciale sulla Chiesa Cattolica nel Medio Oriente:
comunione e testimonianza. Un sinodo che si presenta come una benedizione particolare
per la Chiesa cattolica e per i cristiani in Medio Oriente. Un sinodo nel quale i
Padri della Chiesa si riuniscono per studiare, pregare e realizzare le aspirazioni
dei fedeli. Con il mio intervento vorrei indirizzare la vostra attenzione verso
le questioni pertinenti al tema della Chiesa cattolica e ai cristiani in generale
in Giordania. Malgrado la congiuntura attuale nei Paesi del Medio Oriente, specialmente
in Palestina, la Giordania, sotto la guida di Sua Maestà Re Abdallah II Bin Al Hussein,
gode della pace, della serenità, della stabilità e della moderazione. Queste realtà
ci aiutano a dare veramente testimonianza di Cristo. In Giordania ricordiamo le due
visite storiche di Papa Giovanni Paolo II e di Papa Benedetto XVI, e l’accoglienza
calorosa loro riservata in Giordania e nelle terre sante. Ringraziamo Papa Benedetto
XVI per la sua carità e per l’attenzione particolare verso la Chiesa in Medio Oriente,
che invitano i fedeli a testimoniare ancora di più la loro fede nei loro paesi, e
a persistere nelle terre sante, terre d’amore e di pace. La nostra testimonianza
cristiana si esprime attraverso: 1. Le scuole, gli ospedali e le associazioni che
forniscono il proprio servizio nella carità, senza discriminazione alcuna e da pari
a pari, ai cristiani e ai musulmani, in ambito educativo, etico e scientifico. 2.
Celebriamo le nostre preghiere e i nostri riti completi nelle nostre chiese e parrocchie
senza nessuna difficoltà. Inoltre, nel rispetto della legge, possiamo acquistare e
costruire chiese, scuole e altri edifici. 3. Da quarant’anni i cristiani celebrano
la Pasqua secondo il calendario orientale e il Natale secondo il calendario occidentale,
tutti insieme, cattolici e non cattolici. 4. La catechesi viene impartita nelle
scuole cristiane e in alcune scuole private, ma non nelle scuole ufficiale sebbene
siano stati fatti diversi tentativi in tal senso. Esiste più di un curriculum scolastico.
Sarebbe auspicabile un programma unificato per i fedeli della Chiesa cattolica e preferibilmente
per tutti i cristiani. 5. I cristiani partecipano attivamente alla vita concreta
nei diversi ambiti. Il loro ruolo è efficace, forte e ben riconosciuto. 6. L’emigrazione
continua a essere un grave problema con ripercussioni sia negative sia positive. L’immigrazione
è sia interna, sia orientata verso i paesi della diaspora, senza dimenticare gli immigrati
che arrivano in Giordania per lavoro o a causa delle guerre ricorrenti. La Chiesa
locale ha svolto il ministero pastorale e umanitario secondo le proprie possibilità.
I motivi dell’emigrazione sono diversi: politici, di sicurezza, economici, la ricerca
di un futuro migliore... È invece raro sentir citare come motivo la “persecuzione
religiosa”. 7. Non esiste un dialogo islamico-cristiano ufficiale a livello nazionale.
A tale effetto si celebra regolarmente un incontro tra la Giordania e la Santa Sede.
Speriamo che il Consiglio delle Chiese in Medio Oriente possa superare la difficile
prova che deve affrontare, al servizio della testimonianza e dell’unità cristiana. 8.
Esistono diversi casi di apostasia per la religione islamica. I motivi sono diversi
e in nessun caso legati alla fede. Sono rari i casi di apostasia per la religione
cristiana. 9. Più cooperazione reciproca, unificazione degli sforzi comuni e carità
autentica ci daranno il coraggio e la forza perché la nostra testimonianza dia frutto,
renda gloria a Dio e radichi il cristiano nella su terra e nella sua fede. Grazie.