2010-10-17 12:46:22

Intervento di Mons. Thomas OSMAN, Vescovo di Barentu (ERITREA)


Anche noi viviamo in situazioni estremamente difficili per un complesso intreccio di problemi e di emergenze ambientali, economiche e politiche. L' esperienza di fraterna comunione che ci è concessa di vivere in questi giorni, riuniti intorno al Santo Padre, è certamente un dono dello Spirito Consolatore per tutte le nostre comunità in Eritrea.
La presenza di una chiesa africana come la nostra, ethio eritrea, nel contesto di un Sinodo sulla "Chiesa Cattolica nel Medio Oriente" si specifica per una molteplicità di significati. Geograficamente siamo un punto di raccordo tra l'Africa e l'Asia e, proprio per questo, la nostra area è stata lungo i millenni luogo di fecondi incontri fra gruppi umani, culture e religioni fra le due sponde del Mar Rosso.
La componente culturale semitica, venuta a coniugarsi con le pre esistenti culture nilo sahariane e cuscitiche già in epoca precristiana e antico cristiana, ha costituito il terreno su cui si è innestata la predicazione del Vangelo e l'insieme delle tradizioni giudeo cristiane che fanno parte del modello di Cristianesimo sviluppatosi nel nostro territorio. Non si è trattato di un mera trasposizione di modelli culturali, ma di una vera e propria simbiosi inculturatrice che ha permesso al Cristianesimo, come ha riconosciuto il Sinodo dei Vescovi per l'Africa del 1994, di radicarsi nella "mens" e nell' humus culturale del nostro popolo. Parte costitutiva di tale simbiosi furono le tradizioni liturgiche. spirituali monastiche e letterarie originariamente mutuate dalle Chiese copta e siriaca, sviluppatesi poi "in proprio" lungo i molti secoli di isolamento del nostro paese dopo il declino del regno di Aksum, e che hanno dato fecondi frutti nella vita interna delle comunità cristiane e nella diffusione del Vangelo.

Siamo convinti che ancora oggi la nostra regione possa e debba continuare a svolgere la sua missione di "ponte" di incontro fra l'Africa e il Medio Oriente in un arricchente scambio di valori spirituali e culturali, di esperienze e di incontri. come sta avvenendo proprio in questo sinodo. Ciò potrebbe essere facilitato, fra l'altro, con l’istituzione, da realizzarsi possibilmente con la mediazione della Congregazione per le Chiese Orientali, di strutture culturali e di modalità formali e informali di studi, di incontro e di riflessione. Così da poter riproporre, insieme, un' efficace testimonianza di "unità dei cuori e delle anime" di fronte alla minaccia della mancanza di pace e della varietà di forze disgregatrici che incombono sui nostri continenti.
La possibilità di fare delle due aree del Mar Rosso un laboratorio di pace, di dialogo intercultura¬le ed inter religioso si gioca infatti sulla capacità delle nostre comunità cristiane di mettere a fondamento della diplomazia formale questa diplomazia dello spirito e del cuore che è, anzitutto, dono dello Spirito di Gesù Cristo, Spirito di pace e di amore.

[00143-01.04] [IN102] [Testo originale: italiano]







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