Intervento di Mons. Riccardo FONTANA, Arcivescovo di Arezzo-Cortona-San Sepolcro (ITALIA)
Desidero esprimere viva riconoscenza al Santo Padre che, chiamandomi in Sinodo, mi
ha permesso di fare questa preziosa esperienza di Chiesa. Ho l'onore di portare
a questa assemblea il saluto e la vicinanza spirituale dei Vescovi italiani. Amo fare
riferimento in particolare ai numeri 54 e 59 dell' Instrumentum Laboris e alla riflessione
del paragrafo A, parte seconda, della bellissima Relatio ante disceptationem. Vi
è una attenzione veramente grande nelle nostre Chiese italiane verso i luoghi santi.
Nei soli primi sei mesi del 2010 sono partiti 1.600.000 pellegrini diretti in Palestina.
A nome dei miei fratelli Vescovi, vengo a dire in Sinodo che è più quanto riceviamo
in termini di vita spirituale e di ricerca di fede a favore dei nostri pellegrini,
di quanto si riesce a dare con la nostra solidarietà. Accanto ai pellegrinaggi
della tradizione, vi è sempre più frequente l'uso di andare in Terra Santa, alla ricerca
della Apostolica vivendi forma. Una grande attenzione trova nella Chiesa italiana
la condizione di vera sofferenza del popolo palestinese e di quella porzione silenziosa
di ebrei israeliani che non accettano, in nome della sicurezza, le situazioni discriminatorie
che scatenano terrorismo e violenza. L'assoluta povertà dei cristiani di Terra
Santa e del Medio Oriente ha fatto nascere in Italia un sempre più ampio numero di
progetti caritativi. A titolo esemplificativo, solo nei primi 5 anni del Millennio,
la CEI ha finanziato progetti nell' area per oltre 25 milioni di euro. Ad essi vanno
aggiunti quelli degli Istituti religiosi e delle singole Diocesi.
C'è bisogno
di fare di più. Ci viene spesso ripetuto che gran parte delle decisioni che potrebbero
aiutare le Chiese del Medio Oriente sono prese in Occidente. La Santa Sede con i suoi
canali diplomatici, noi Vescovi con la possibilità di influire sulla pubblica opinione,
potremmo far presente ai rispettivi governi che Gerusalemme e le cristianità del Medio
Oriente sono tra le priorità irrinunciabili per tutti i cristiani. Tra i frutti di
questo Sinodo si spera ci sia di far conoscere meglio alle Chiese d'Occidente quanto
nelle Chiese d'Oriente è motivo di sofferenza. Far conoscere è il primo passo per
trovare soluzioni. Sensibilizzare e fare opinione è cosa possibile in Occidente e
assai utile per il bene comune.