Intervento di Mons. Michel AOUN, Vicario episcopale dell'Arcieparchia di Beirut dei
Maroniti (LIBANO), uditore
Credo fermamente che questo Sinodo darebbe una risposta alle attese dei nostri fedeli
proponendo degli itinerari pastorali forti per adulti che possano condurre i nostri
cristiani ad una fede adulta e aiutare le famiglie a essere la prima scuola di fede. È
vero che ogni uomo ha bisogno di sicurezza a tutti i livelli, ma non può attaccarsi
alla propria terra se non ha una causa nobile legata alla sua fede e alla sua esistenza
in quanto cristiano. Spesso si parla della prima comunità nella quale si vedeva
chiaramente un corpo unito che non è altro che il corpo mistico di Gesù. Non è più
possibile, oggi, favorire una pastorale che potrebbe aiutare i nostri fedeli a concepirsi
come membra di questo unico corpo e dove potrebbero fare un cammino di fede basato
sulla parola di Dio e i sacramenti e sperimentare fra di loro uno spirito fraterno? Il
Santo Padre Benedetto XVI non cessa di incoraggiare i carismi che lo Spirito Santo
suscita nelle nuove comunità ecclesiali dove i frutti sono evidenti. Talvolta si obietta
che queste comunità rischiano di creare una certa divisione nell’unico corpo diocesano
o parrocchiale. Di fronte ad una simile obiezione non posso che indicare la comunione
quale condizione per qualsiasi pastorale riuscita. I vescovi e i sacerdoti sono prima
di tutto i garanti della comunione e, in nome di questa comunione, vorrei che questo
Sinodo li incoraggiasse a discernere i frutti che questi carismi portano alla Chiesa
e ad accoglierli come una nuova primavera. Tale accoglienza dovrebbe verificarsi in
uno spirito paterno e di comunione per aiutare i fedeli di queste comunità a integrarsi
nella pastorale diocesana e parrocchiale, a sentirsi pienamente membra attive dell’unico
Corpo di Cristo presente nella Chiesa particolare.