Intervento di Mons. Michel ABRASS, Arcivescovo titolare di Mira dei Greco-Melkiti,
Vescovo di Curia del Patriarcato di Antiochia dei Greco-Melkiti (SIRIA)
Quanto ai nostri problemi in Libano, sono anche molteplici e complessi. Mettendo da
parte i problemi politici, ci accontenteremo di evidenziare tre problemi, e cioè la
formazione dei seminaristi, i tribunali ecclesiastici e la laicità positiva. Per
quanto riguarda la formazione dei seminaristi, c’è in primo luogo il problema della
scelta; inutile tergiversare, la maggior parte attualmente sceglie la “carriera” ecclesiastica
e non la vocazione, e questo per raggiungere una posizione sociale eminente o per
considerazioni economiche. I tribunali confessionali sono di due specie differenti;
alcuni sono tribunali di Stato, mentre gli altri sono una emanazione del potere di
ciascuna delle comunità che ne designano i membri.
Al momento dell’applicazione
della teoria della personalità delle leggi, furono i tribunali sunniti ad applicare
la “Shari’a” d’Abou Hanifa, costituendo il “Corpus juris” dell’Impero ottomano, al
quale si aggiunsero altre leggi votate dal Parlamento o promulgate da “Irada Sannia”,
sia con rescritto che con editto imperiale. Questo primo fenomeno si è sviluppato
in seguito, soprattutto dopo l’Editto di Gülkhané, promulgato nel 1836. È di questo
“Diritto” che i tribunali ecclesiastici si facevano “zelanti applicatori”. I problemi
della scelta del “regime” applicabile al Libano si pongono con grande forza ai laici
di oggi; un grande numero di laici, infatti, si domanda cosa ne sarà della loro vita
se essi si dichiarano cristiani, senza attenuare la loro posizione con una dose di
laicità, in base al grado di emancipazione del loro interlocutore non cristiano, spesso,
in Medio Oriente, di religione maomettana. Questi cristiani hanno bisogno di una
“certa laicità positiva”. Dove la troveranno? Attualmente le nostre “pecorelle
laiche” rinnegano sé stesse; occorre dar loro una legittimità che solo possono dar
loro gli ecclesiastici, a condizione che gliela abbia fatta acquisire il loro statuto.
Pensiamo che occorrerebbe autorizzare i cristiani che lo vogliono ad adottare
uno statuto laico, senza tradire i dogmi né gli insegnamenti delle Chiese, tenendo
conto del fatto che non si è in una terra solamente cristiana.