2010-10-17 12:44:11

Intervento di Mons. Michel ABRASS, Arcivescovo titolare di Mira dei Greco-Melkiti, Vescovo di Curia del Patriarcato di Antiochia dei Greco-Melkiti (SIRIA)


Quanto ai nostri problemi in Libano, sono anche molteplici e complessi. Mettendo da parte i problemi politici, ci accontenteremo di evidenziare tre problemi, e cioè la formazione dei seminaristi, i tribunali ecclesiastici e la laicità positiva.
Per quanto riguarda la formazione dei seminaristi, c’è in primo luogo il problema della scelta; inutile tergiversare, la maggior parte attualmente sceglie la “carriera” ecclesiastica e non la vocazione, e questo per raggiungere una posizione sociale eminente o per considerazioni economiche.
I tribunali confessionali sono di due specie differenti; alcuni sono tribunali di Stato, mentre gli altri sono una emanazione del potere di ciascuna delle comunità che ne designano i membri.

Al momento dell’applicazione della teoria della personalità delle leggi, furono i tribunali sunniti ad applicare la “Shari’a” d’Abou Hanifa, costituendo il “Corpus juris” dell’Impero ottomano, al quale si aggiunsero altre leggi votate dal Parlamento o promulgate da “Irada Sannia”, sia con rescritto che con editto imperiale. Questo primo fenomeno si è sviluppato in seguito, soprattutto dopo l’Editto di Gülkhané, promulgato nel 1836. È di questo “Diritto” che i tribunali ecclesiastici si facevano “zelanti applicatori”.
I problemi della scelta del “regime” applicabile al Libano si pongono con grande forza ai laici di oggi; un grande numero di laici, infatti, si domanda cosa ne sarà della loro vita se essi si dichiarano cristiani, senza attenuare la loro posizione con una dose di laicità, in base al grado di emancipazione del loro interlocutore non cristiano, spesso, in Medio Oriente, di religione maomettana.
Questi cristiani hanno bisogno di una “certa laicità positiva”.
Dove la troveranno?
Attualmente le nostre “pecorelle laiche” rinnegano sé stesse; occorre dar loro una legittimità che solo possono dar loro gli ecclesiastici, a condizione che gliela abbia fatta acquisire il loro statuto.
Pensiamo che occorrerebbe autorizzare i cristiani che lo vogliono ad adottare uno statuto laico, senza tradire i dogmi né gli insegnamenti delle Chiese, tenendo conto del fatto che non si è in una terra solamente cristiana.

[00183-01.06] [IN120] [Testo originale: francese]







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