2010-10-17 12:46:30

Intervento di Mons. Joseph KALLAS, Arcivescovo di Beirut e Jbeil dei Greco-Melkiti (LIBANO)


I cristiani del Medio Oriente hanno avuto una sorte diversa da tutti i cristiani del mondo: non avendo mai avuto uno stato proprio e appartenendo a famiglie linguistiche diverse, sono stati sempre mantenuti nell’insicurezza da persecuzioni e oppressioni. Condizionati dallo scontro e dalla supremazia dell’Islam, hanno saputo adattarsi al potere musulmano e contribuire con esso alla costruzione della civiltà. Sottoposti a leggi di segregazione più o meno oppressive nei secoli e talvolta ai margini della comunità, hanno approfondito la propria teologia spirituale nonché la loro cultura umana, facendosi interpreti dei greci per gli arabi e sviluppando le scienze dell’astronomia, della medicina, della matematica ecc....

Questi cristiani, vivendo della fede e perseguendo la conoscenza di Cristo e della “ potenza della sua risurrezione” (Fil 3, 10), sono stati associati, loro malgrado, ai dibattiti dei teologi. Giorno dopo giorno, si scopre che appartengono alla stessa fede dei cattolici e che hanno sempre seguito i loro pastori, eredi degli Apostoli. Non è corretto classificarli tra le correnti teologiche estremiste, causa di eresie e di scismi.
Sono tutti uniti dalla fede vissuta, nell’azione quotidiana, nella speranza della salvezza e nella fedeltà a Cristo. È in questo che sono uniti e che meritano di entrare nella stessa comunione. La loro divisione è, a parer mio, questione di giurisdizione istituzionale. Non si può applicare loro il rigore dogmatico o canonico dell’Occidente, ma piuttosto l’economia pastorale di San Paolo.

[00141-01.04] [IN100] [Testo originale: francese]







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