2010-10-17 12:45:58

Intervento del Sig. Joseph Boutros FARAH, Presidente di "Caritas Internationalis" per il Medio Oriente e Nord Africa (M.O.N.A.) (LIBANO), uditore


A nome della Caritas vi ringrazio per avermi invitato a questo sinodo. Lo considero una chiara espressione della fiducia e dell’apprezzamento del Successore di Pietro per il lavoro sociale e pastorale della Caritas, affidatole dalla Chiesa. Speriamo che la Caritas, attivamente presente in tutti i paesi mediorientali, possa promuovere, sviluppare e rendere attiva la sua missione, ispirata dalla dottrina sociale della Chiesa, attraverso l’interazione, il coordinamento e la solidarietà tra tutti i membri nel mondo intero e con le istituzioni della Chiesa, affinché la nuova evangelizza¬zione possa avvenire attraverso il lavoro, la guida e il buon esempio al fine di stabilire la giustizia e la pace in tutti i paesi e per tutti i popoli della regione.
La Caritas svolge il suo compito con responsabilità e onestà, osservando umilmente che le ragioni alla base dell’emigrazione dei cristiani e della diminuzione del loro numero nei paesi mediorientali sono:
1. La situazione prevalente di conflitto e di guerra nella regione negli ultimi decenni, specialmente in Palestina e in Terra Santa. È una situazione che ha sempre dimensioni religiose e confessionali, facendo sì che i cristiani della regione si sentano minacciati e si preoccupino per la loro sicurezza, il loro futuro e la loro fede.
2. Quando i cristiani si isolano dagli altri e sono tormentati dalla preoccupazione per la loro esistenza personale e comunitaria, smettono di produrre e di sviluppare, il che peggiora la loro situazione economica e sociale, portandoli ad emigrare.
Appare possibile far fronte a queste due cause attraverso un duro lavoro a livello locale e internazionale per raggiungere la pace tra Israeliani e Palestinesi e Arabi, sostenendo gli sforzi internazionali e civili a favore del dialogo tra culture e civiltà differenti e della riconciliazione. La Chiesa universale può contribuire a questi sforzi, che traggono origine dai suoi dogmi.
Parallelamente al cammino in direzione della pace è necessario lavorare per uno sviluppo a livello economico e sociale per i cristiani, sia per le singole persone, sia per le comunità, attraverso una sintonia intellettuale e pratica con le organizzazioni sociali civili interessate, uno sviluppo che porti la Chiesa universale e locale, attraverso un coordinamento pratico, integrato e integrale tra le sue istituzioni educative, sanitarie, sociali e di sviluppo, a riaccendere la speranza autentica dei cittadini e delle comunità, la speranza in un presente sicuro e sano e in un futuro che possa rispondere alle aspirazioni.
La Caritas s’impegna a rimanere in prima linea nel servizio, come strumento pastorale e sociale della Chiesa, agendo nell’amore secondo la sua guida e i suoi insegnamenti, attraverso migliaia di operatori e di volontari nella regione mediorientale, addirittura decine di migliaia in tutto il mondo, nella maniera appropriata che nasce dalla cultura di solidarietà, comunione e “dialogo dei fatti”, per ottenere la riconciliazione.

Al fine di stabilire la pace, promuovere lo sviluppo e far prevalere la giustizia sociale per tutti i cittadini, specialmente i cristiani, la regione mediorientale deve ritornare al tempo passato di fratellanza e concordia e i cristiani devono rimanere nella loro patria, messaggeri della propria cultura, dei propri valori, della loro civiltà e delle proprie credenze.

[00130-01.04] [UD013] [Testo originale: arabo]







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