Intervento del Sig. Epiphan Bernard Z. SABELLA, Professore Associato di Sociologia
presso l'Università di Betlemme (TERRITORI PALESTINESI), uditore
Il modello dei dodici discepoli di Gesù andati nel mondo per predicare la Buona Novella
deve essere anche il nostro modello nelle Chiese in Medio Oriente. Il loro “piano
d’azione” è stata la testimonianza della vita, morte e risurrezione di Gesù Cristo.
E questo è anche il nostro “piano d’azione” oggi. La Chiesa in Medio Oriente è costituita
da una moltitudine con diverse ricche tradizioni, liturgie e potenzialità, e tutti
insieme siamo chiamati ad avere un piano d’azione comune che affronti: 1) La pacificazione
nella regione, di modo che una pace giusta e duratura nel conflitto arabo-israeliano
possa vedere uno Stato Palestinese con Gerusalemme Est come capitale che viva in pace
con se stesso e con i vicini. Dobbiamo lavorare per questa pace anche in seno alle
nostre società. 2) Le disuguaglianze sociali, economiche e culturali che risultano
nella povertà, nella disoccupazione e nella disperazione per milioni di nostri connazionali.
Basiamo il nostro intervento sulla dottrina sociale della Chiesa e facciamo riferimento
agli Obiettivi di Sviluppo del Millennio delle Nazioni Unite. Sua Santità Papa Benedetto
ci ha messo in guardia contro gli idoli come il capitalismo sfrenato con il suo disegno
di profitto. La nostra regione è la più ricca e al contempo al più povera del mondo. 3)
Emigrazione e immigrazione: occorre prestare attenzione a gruppi particolari, specialmente
ai giovani con una formazione e capacità elevate, in grado di competere nel mercato
del lavoro mondiale, che sono i più probabili candidati a emigrare. Abbiamo bisogno
di loro per rinvigorire la Chiesa e dobbiamo impegnarci per coinvolgerli. Allo stesso
tempo dobbiamo rispettare i diritti umani e la dignità degli immigranti che vengono
a lavorare in Medio Oriente. 4) La visione del futuro per le nostre società e la
nostra regione è basata sulla pari cittadinanza, sulle analoghe opportunità, i diritti
umani e la giustizia sociale. Le Chiese devono fornire un modello di leadership
che sostenga le comunità ecclesiali stesse e le loro società. Dobbiamo tutti andare
via di qui rafforzati dal Santo Padre per sviluppare strategie che siano utili per
le nostre Chiese e allo stesso tempo per le nostre rispettive società. Il modello
dei primi discepoli deve darci la speranza oltre che il sostegno della Chiesa universale.