Intervento del Corep. Yusuf SAĞ, Esarca Patriarcale di Antiochia dei Siri (TURCHIA)
Mi onora, in qualità di vicario generale della confessione dei siro-cattolici in Turchia,
presentarvi la realtà della situazione della nostra Chiesa e dei figli della nostra
confessione, che comprender circa oltre 1.500 persone nella città di Istanbul, che
raggruppa i suoi figli provenienti dalla città di Mardin, già sede patriarcale, fino
alla fine della prima guerra mondiale, e da Diarbakar, da Edessa e da Escandarun e
dalle montagne di Tur Abdin e da Antiochia.
A questo numero si aggiungono
non meno di trecento persone sparse in diverse regioni venute qui dall’Irak, dai tempi
della guerra Iraq-Iran del 1980. Fino ad oggi arrivano e partono verso i paesi della
diaspora. Ed essendo i nostri figli dei nuovi arrivati nella città di Istanbul, alla
ricerca del benessere e della sicurezza, siamo riusciti ad avere, con l’appoggio della
Chiesa latina, una chiesa e una sede nel convento dei Gesuiti, dopo essere arrivati,
con lo stato turco, ad averla per un periodo di 99 anni. In questo modo possiamo portare
avanti tutti i nostri doveri religiosi e pastorali verso i nostri figli, attraverso
le attività nel centro di catechesi, le diverse confraternite e la commissione pastorale
caritativa che si prende cura dei bisognosi e soprattutto degli sfollati irakeni. Inoltre,
continuiamo a prenderci cura delle nostre chiese e a curare i loro beni a Mardin,
già sede patriarcale, anche se con estrema difficoltà perché possiamo disporre delle
sue entrate solo per le necessità di ristrutturazione e riparazione e questo non aiuta,
a causa dell’esiguità di queste entrate e del fatto che rimangono imprigionate nelle
casse dello stato. Ultimamente abbiamo recuperato la chiesa della città di Escandarun,
e l’ha inaugurata il nostro patriarca dopo il martirio del vescovo della città
Padovese. Cooperiamo, per il bene di tutti, nella città di Istanbul con tutte
le confessioni cattoliche di latini, armeni cattolici, caldei, seguendo le indicazioni
della Conferenza Episcopale Cattolica nella quale ricopro l’incarico di Presidente
della Commissione del Dialogo Interreligioso ed ecumenico. E la nostra relazione
con il patriarcato di Fanar e la confessione degli armeni ortodossi e dei siri ortodossi.
È questo che ha portato il patriarca ecumenico Bartolomeo a insignirmi della croce
del Buon Pastore quale segno di apprezzamento e di incoraggiamento per la nostra fruttuosa
cooperazione. Chiediamo le vostre preghiere per la stabilità della nostra missione
e per il suo progresso.