Sinodo. Presentata la bozza del messaggio finale: appello alla pace e al dialogo interreligioso
Un appello alla pace ed un invito al dialogo interreligioso: queste, in generale,
le linee-guida della bozza del Messaggio finale, presentata stamani dal Sinodo dei
vescovi per il Medio Oriente, in corso in Vaticano sul tema della “comunione e testimonianza”.
Il documento, ancora provvisorio, è stato letto in Aula da mons. Cyrille Bustros,
e da mons. William Shomali, rispettivamente presidente e vicepresidente della Commissione
sinodale per il Messaggio. La bozza del documento verrà poi esaminata, riveduta e
sottoposta al voto dell’Aula sinodale venerdì prossimo. Il servizio di Isabella
Piro:
È un lungo
appello la bozza del Messaggio presentata dal Sinodo: un appello ai fedeli perché
perseverino nelle difficoltà e si impegnino nella testimonianza dell’amore di Dio,
un appello a proseguire la via del cammino ecumenico, un appello agli ebrei nel dialogo
ed ai musulmani, nel lavorare insieme per garantire i diritti umani e la dignità della
persona. La bozza del Messaggio lancia anche un richiamo ai politici del Medio Oriente
perché si sforzino di favorire la sicurezza sociale, la stabilità politica, la fine
della corsa agli armamenti. Anche la comunità internazionale viene chiamata in causa
perché lavori per la giustizia e la pace nella regione mediorientale, perché si ponga
fine alla guerra in Iraq e al conflitto israelo-palestinese, si promuova il rispetto
della libertà di culto e di coscienza. E un pensiero va anche ai cristiani migranti,
affinché portino nel mondo la loro fede e la loro cultura, guardando al futuro con
fiducia e gioia. Infine, la bozza del Messaggio affida a Maria, Regina della pace,
il cammino del Sinodo.
Ieri pomeriggio, invece, l’Aula sinodale ha riflettuto
sull’importanza di un’educazione basata sulla libertà. In una società composta da
una pluralità di religioni, questo tipo di educazione, hanno detto i Padri sinodali,
è una questione capitale per raggiungere una convivenza armoniosa. La formazione delle
generazioni future sia centrata sul rispetto della fede e della coscienza perché solo
così il dialogo sarà costruttivo ed efficace. Ribadita quindi l’importanza delle istituzioni
culturali cattoliche, aperte anche a studenti di altre religioni, poiché la Chiesa
è un garante della libertà. Le religioni possono vivere insieme nonostante le ferite,
afferma il Sinodo, le chiese e le moschee si aprano davanti a tutti e siano uno spazio
di riconciliazione e di perdono. Essenziale poi la questione delle vocazioni, che
va esaminata con attenzione, guardando alla qualità più che alla quantità e senza
scoraggiarsi, perché spesso la chiamata del Signore arriva più numerosa là dove i
fedeli vivono le situazioni più dure, come nel caso del Seminario patriarcale caldeo
di Baghdad.
E proprio da un Paese tormentato come l’Iraq arrivano segnali
incoraggianti: l’Aula sinodale sottolinea, infatti, come i caldei cattolici della
Mesopotamia vivano pacificamente con i musulmani dell’area, in un contesto di rispetto
e stima per le istituzioni e le opere ecclesiastiche, nonostante le situazioni politiche
e l’emigrazione. Infine, qualche suggerimento: indire un Congresso generale panarabo
dedicato alla formazione dei giovani, fondare centri specializzati nell’orientamento
delle famiglie e vivere l’emigrazione come espansione missionaria.