Testimonianze dal Sinodo: aiutare i cristiani a restare in Medio Oriente
“Non temere, piccolo gregge”, questi versetti del Vangelo di Luca risuonano come monito
e incoraggiamento per quei cristiani del Medio Oriente che di fronte a conflittualità,
difficoltà economiche, limitazioni politiche e religiose, per disperazione scelgono
di emigrare in Occidente. Al microfono di Paolo Ondarza si sofferma su questo
aspetto uno dei presuli della diaspora presenti al Sinodo: mons. Ibrahim Namo Ibrahim,
vescovo di San Tommaso Apostolo di Detroit dei Caldei, negli Stati Uniti:
R. – Siamo
felici di partecipare a questo Sinodo per sapere ciò che la Chiesa cattolica pensa
del problema dell’emigrazione degli orientali verso l’Occidente. Ci sono idee, ma
è veramente necessario trovare il modo per convincere i cristiani del Medio Oriente
a non partire. Altrimenti in questi Paesi musulmani non ci sarà più futuro per i cristiani.
D.
– Che cosa vuol dire per i cristiani rimanere in queste terre?
R. –
Se non c’è nessuno che sostiene o supporta la loro esistenza, i cristiani del Medio
Oriente devono andar via. Per questo motivo noi ci troviamo negli Stati Uniti: un
Paese che offre opportunità per il futuro dei bambini e delle famiglie.
D.
– E le famiglie che vivono nella sua comunità negli Stati Uniti, pensano un giorno
di ritornare? Sognano di ritornare?
R. – Non in queste circostanze:
assolutamente no. Ma forse, in futuro … Non si sa come sarà il futuro …
Nonostante
il diffuso fenomeno dell’emigrazione dei cristiani dal Medio Oriente, non sono poche
quelle famiglie che negli ultimi anni, vivendo profondamente la loro adesione al Vangelo
e “mantenendo una speranza che va contro ogni speranza” hanno scelto di restare. “Riunite
in piccoli cenacoli trovano forza nella preghiera ”, spiega mons. Joseph Jules
Zerey, arcivescovo di Dalmiata dei Greco-Melkiti per Gerusalemme. Al microfono
di Paolo Ondarza il presule chiede a tutti i cristiani di ogni parte del mondo
di unirsi alla preghiera universale per il buon esito del Sinodo:
R. – Sono
molto contento di partecipare a questo Sinodo; veramente è un evento molto importante
per noi e per tutta la Chiesa. E’ importante che anche la Chiesa occidentale conosca
meglio la nostra Chiesa. Siamo qui tutti insieme, prima di tutto per pregare: io sono
sicuro che tanti sacerdoti, tante persone pregano per noi. So che ogni giorno c’è
un’adorazione davanti al Santissimo, a Gerusalemme, e che ogni giorno vengono tante
persone a pregare. Sono sicuro che lo Spirito Santo farà una cosa molto bella per
noi e per tutta la Chiesa.
D. – Al centro del suo intervento, l’importanza
di famiglie, testimoni del Vangelo in Medio Oriente …
R. – Abbiamo bisogno
di famiglie sante e io ho parlato delle famiglie sante di cui abbiamo bisogno. Quando
una famiglia vive veramente la sua fede, non pensa all’emigrazione: questo è molto
importante! Conosco famiglie che pregano insieme, vedo che vogliono essere testimoni
nei Paesi in cui vivono: in Terra Santa e in altri Paesi arabi. Sono sicuro che quando
una famiglia prega, c’è la grazia. Tra tante grazie, abbiamo bisogno della pace. Grazie
alla preghiera della Chiesa per coloro che non credono in Gesù Cristo il Signore
farà il suo lavoro. Spesso siamo troppo pessimisti: pensiamo che non ci siano più
speranze, ma proprio quando crediamo che tutto sia finito, che non ci sia futuro,
allora il Signore inizia la sua opera attraverso lo Spirito Santo per una risoluzione
dei problemi.