2010-10-15 12:03:42

Seminario a Napoli sul tema "Sostenere il dialogo attraverso la non-violenza"


Creare una rete di sostegno fra organizzazioni ed ex-combattenti per risolvere i conflitti senza usare la violenza. Questo l’obiettivo del seminario “Sostenere il dialogo attraverso la non-violenza. Dallo scontro alla riconciliazione nella Regione Euromediterranea”, che si svolge a Napoli da oggi a domenica. All’incontro, promosso da varie organizzazioni, fra cui la Fondazione Mediterraneo, prendono parte anche 16 ex-combattenti e attivisti di diverse aree: Balcani, Israele, Territori palestinesi, Irlanda del Nord, Gran Bretagna, Cipro e Turchia. Alla presentazione, ieri, a Roma, c’era per noi Debora Donnini:RealAudioMP3

Vuole essere un vero e proprio laboratorio di pace il seminario “Sostenere il dialogo attraverso la non-violenza”, con tante testimonianze di persone che la violenza l’hanno usata e poi abbandonata. Gerard Foster, partecipa ad un gruppo nordirlandese di ispirazione socialista; viene imprigionato, ma ad un certo punto non ce la fa più: “Il cambiamento c’è stato quando ho incontrato le vittime inglesi della violenza…”. E a mostrare che l’impegno per la pace può essere contagioso, è ancora la sua testimonianza: rimane colpito un giorno nel vedere israeliani e palestinesi che si impegnano insieme nel movimento “Combatants for peace”, una delle organizzazioni che promuove il seminario stesso. Membro dell’Associazione è Nouraldin Shehada, che faceva parte di uno dei gruppi armati palestinesi, le Birigate al-Aqsa. Finisce in carcere; vede molta sofferenza intorno a sé; e, aderisce così al movimento “’Combatants for peace’”. Sentiamolo:

(Parole in arabo)
“Si è dimostrato che l’obiettivo di avere uno Stato e, quindi, due Stati contigui, attraverso una resistenza violenta non è raggiungibile”.

Di “’Combatants for peace’” fa parte anche Itamar Feigenbaum, israeliano. Gli abbiamo chiesto quali sono le azioni concrete messe in atto:

“’Combatants for peace’ is working now in five local groups..
Come ’Combatants for peace’ siamo organizzati in cinque gruppi territoriali e tutti e cinque gruppi hanno militanti palestinesi e militanti israeliani. Portiamo avanti diverse attività culturali, incontri di manifestazione non violenta. Abbiamo questo sistema di organizzazione territoriale e capillare, proprio perché vogliamo cercare di raggiungere il maggior numero di comunità locali ed è chiaramente un lavoro difficile, estremamente difficile”.

Un seminario che, dunque, vuole mostrare come la non-violenza sia la migliore via per risolvere i conflitti.







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