2010-10-15 19:10:45

Intervento di Mons. Sylvester Carmel MAGRO, Vescovo titolare di Salde, Amministratore Apostolico del Vicariato Apostolico di Benghazi (LIBIA)


I Frati minori francescani sono venuti in Libia nel 1628 per portare assistenza ai molti cristiani schiavi che erano stati catturati in battaglia, e da allora erano rimasti sempre lì. Oggi la presenza francescana si manifesta in due Vicariati Apostolici: quello di Tripoli e quello di Bengasi.
Le nostre due chiese cattedrali sono il centro di un intenso ministero pastorale e di sostegno umanitario verso le migliaia di cristiani che sono venuti a vivere e che si sono stabiliti qui da diversi anni.
I primi immigrati a raggiungere la Libia sono venuti dal Kurdistan nel 1975. La Chiesa si è resa utile nel fornire assistenza alle numerose famiglie cristiane del Kurdistan, che alla fine sono nuovamente emigrate e si sono stabilite in altri paesi.
Nel corso degli anni ‘90, il paese ha spalancato le porte per accogliere immigrati dal Medio Oriente. In effetti migliaia di cristiani dalla Siria, dal Libano, dalla Palestina e dall’Iraq sono giunti qui e si sono stabiliti nelle regioni di Tripoli e Bengasi, e insieme alle loro famiglie conducono una vita normale e industriosa.
Questi immigrati cristiani hanno trovato conforto nella presenza della Chiesa cattolica in Libia, che annoverava anche diverse suore provenienti dai loro paesi. Qui sono stati organizzati in “parrocchie personali” a seconda del loro gruppo linguistico. Anche se appartenenti a riti differenti, si sono adattati molto bene al rito latino proprio della nostra Chiesa.
Nonostante questi immigrati trovino in Libia un’autentica oasi di pace e serenità (cosa di cui saranno eternamente grati) il loro sogno resta tuttavia la speranza della “terra promessa”, a cui anelano e per cui pregano.
In effetti, a poco a poco nel corso degli ultimi dieci anni, la maggior parte degli immigrati del Medio Oriente hanno lasciato la Libia, dopo aver trovato una nuova patria in cui stabilirsi in modo permanente con le proprie famiglie.
La Chiesa in Libia è grata per essere stata strumento, nelle mani della Divina Provvidenza, nell’assistere questi fratelli nel momento del bisogno.

[00098-01.04] [IN074] [Testo originale: inglese]







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