Intervento di Mons. Robert Joseph SHAHEEN, Vescovo di Our Lady of Lebanon of Los Angeles
dei Maroniti (USA)
È certamente un segno dei tempi riunirsi in questo Sinodo per discutere della Chiesa
cattolica nel Medio Oriente: comunione e testimonianza. Riflettendo sul tema dell’emigrazione
così come è delineato nell’Instrumentum laboris del Sinodo, trovo che i nostri fedeli
siano divisi in gruppi in base al loro attaccamento alle proprie radici. - Molti
di essi sono emigrati negli USA tra la fine del XIX secolo e gli inizi del XX. Abbiamo
perduto molte di queste persone per la mancanza di pastori. - Un gruppo nutrito
è emigrato a causa dell’instabilità degli ultimi quarantacinque anni: il conflitto
israelo-palestinese, la guerra civile in Libano, la guerra in Iraq... - Purtroppo,
c’è un gruppo che recide tutti i legami con il Medio Oriente. - C’è anche un gruppo
che non ha vincoli di sangue con il Medio Oriente, ma si sente attratto dalle liturgie
orientali e dalla loro bellezza. Partendo da questa realtà, suggerirei alla vostra
riflessione alcune idee e progetti: - L’intenso sforzo non deve essere limitato
ai nostri fedeli delle Chiese orientali, ma raccoglierebbe un sostegno maggiore e
avrebbe senza dubbio un migliore impatto, se la Chiesa cattolica romana unisse le
forze. - Sarebbe vantaggioso lavorare insieme con le Chiese ortodosse e protestanti
all’estero per cercare modi per sostenere i nostri fratelli e sorelle del Medio Oriente. -
Sarebbe una grande iniziativa avere, annualmente, un Fine Settimana Mondiale di Conoscenza
sui cristiani nel Medio Oriente, da tenersi in tutte le Chiese. - Molti dei nostri
aiutano i propri parenti. Sarebbe positivo istituire una specie di fondo per aiutare
a creare posti di lavoro e opportunità. Spero che questo Sinodo porti buoni frutti
graditi al nostro Dio d’amore. Ci impegniamo a pregare e a lavorare di più per il
bene della cristianità nel Medio Oriente.