Intervento di Mons. Cyrille Salim BUSTROS, Arcivescovo di Newton dei Greco-Melkiti
(USA)
I musulmani ripetono a coloro che vogliono capire: “L’Islam è la religione della tolleranza”.
E basano questo slogan sulla famosa frase del Corano: “Nessuna costrizione in materia
di religione”. Da un lato, e in linea di principio, l’affermazione della tolleranza
è chiara nel Corano. Ma dall’altro, e di fatto, le leggi di tutti i paesi arabi, eccetto
il Libano dove è permesso cambiare religione, minacciano di morte qualunque musulmano
si converta a un’altra religione. Ci domandiamo quindi: dov’è la tolleranza? Come
conciliare la tolleranza di principio chiara nel Corano con la minaccia di morte appesa
come una spada di Damocle sulla testa di qualunque musulmano che oserebbe pensare
di cambiare religione? Questa legge di minaccia di morte è basata, si dice, su
un presunto hadith del profeta Maometto che dice: “Uccidete chiunque di voi rinneghi
la sua religione”. Come uscire da questa impasse? La sola via possibile, credo,
sia il dialogo con i musulmani illuminati per arrivare alla necessità di interpretare
le leggi musulmane nel loro contesto storico e mostrare che questo hadith o non proviene
dal profeta ma da un Khalife che, nel momento delle conquiste musulmane, ha inventato
questo hadith per proteggere la società musulmana, oppure, se proviene dal profeta,
dovrebbe essere interpretato nel suo contesto storico. E il principio di tolleranza
stabilito chiaramente dal Corano deve venire prima di ogni legge stabilita successivamente
per ragioni storiche. La società musulmana oggi non ha niente da temere dal passaggio
di qualche musulmano al cristianesimo. Il principio basilare di ogni società è l’uguaglianza
di tutti i cittadini davanti alla legge. Il rispetto della coscienza di ogni individuo
è il segno del riconoscimento della dignità della persona umana. Purtroppo il XXI
secolo è iniziato subito come il secolo dello scontro di civiltà. È dovere di noi
cristiani e musulmani, lavorare insieme per trasformarlo nel secolo della cooperazione
delle civiltà per la promozione dei diritti umani e la pace universale in tutto il
mondo.