Intervento della Sig.ra Pilar LARA ALÉN, Presidente della "Fundación Promoción Social
de la Cultura" (SPAGNA), uditrice
Durante il mio primo viaggio in Libano nel 1992 mi resi conto della situazione del
Paese e dei cristiani e la raccontai a Monsignor Álvaro del Portillo, all’epoca prelato
dell’Opus Dei, che mi rispose che quello era uno degli argomenti che stavano più a
cuore a Papa Giovanni Paolo II. Nel 1996 ebbi l’occasione di avere una conversazione
con Sua Santità Giovanni Paolo II, che mi disse che il Libano è una terra di martiri
e che “Finché essa avrà santi, ci saranno cristiani”. Mi chiese anche di lavorare
per aiutare i cristiani della Terra Santa a non abbandonarla, perché essa non diventasse
un museo. Attualmente la Fondazione è presente in 41 Paesi e in 4 continenti. Nei
5 Paesi del Medio Oriente, la nostra zona prioritaria, abbiamo gestito più di 98 programmi
con un giro di affari di oltre 60 milioni di euro. Dopo questi anni di esperienza
sul campo, vorrei fare alcuni commenti sulla situazione; in Medio Oriente assistiamo
alla scomparsa di intere comunità cristiane, nell’indifferenza del mondo intero, specialmente
dell’Europa. Allo stesso tempo la guerra fa parte della vita quotidiana; la povertà
non è affatto l’unica causa dei conflitti, lo è piuttosto il fattore religioso. Infine,
i cristiani continuano a vivere attorno alle loro Chiese, anche se, a volte, si tratta
di un semplice formalismo sociale. La conclusione è che la presenza dei cristiani
è fondamentale per la pace e la riconciliazione, ma essi dovrebbero operare senza
escludere la religione dalla vita pubblica, come è successo in Europa, perché questo
non è affatto utile allo sviluppo. I valori religiosi ci permettono di progredire
contemporaneamente sul piano sociale e personale. Di conseguenza i cristiani devono
adeguare i loro comportamenti al loro credo, superare l’odio e i rancori e ricercare
il perdono. Essi non dovrebbero affatto predicare, a parole, il messaggio evangelico
e, nei fatti, la vendetta e la lotta armata. Ciascuno ha l’obbligo di procurarsi
una formazione che gli permetta di acquisire le condizioni adatte a progredire nella
vita professionale e cristiana.