2010-10-15 11:59:16

Il Papa alla Settimana sociale: sorga una nuova generazione di cattolici impegnati in politica senza complessi d'inferiorità


“Il bene comune è ciò che costruisce e qualifica la città degli uomini, il criterio fondamentale della vita sociale e politica”. Così il Papa nel messaggio inviato al cardinale arcivescovo di Genova, Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana, in occasione della 46.ma Settimana sociale dei cattolici italiani che si è aperta ieri pomeriggio a Reggio Calabria, sul tema “Un’agenda di speranza per il futuro del Paese”. Il Papa guardando alle difficoltà socio-economiche ha rimarcato la centralità della famiglia, l’importanza dell’integrazione e rilanciato la sfida culturale e politica dei cattolici. Massimiliano Menichetti:RealAudioMP3

E’ partendo dalle conseguenze della recente crisi finanziaria globale come il “propagarsi della disoccupazione e della precarietà” che Benedetto XVI ha puntato l’accento sul concetto di bene comune, inteso nella sua accezione più ampia, esigenza di giustizia e di carità”.

“Il problema non è soltanto economico – scrive il Papa - ma soprattutto culturale e trova riscontro in particolare nella crisi demografica, nella difficoltà a valorizzare appieno il ruolo delle donne, nella fatica di tanti adulti nel concepirsi e porsi come educatori”. Centrale - rimarca - “l'insostituibile funzione sociale” svolta dalla “famiglia, cuore della vita affettiva e relazionale”. Da qui il richiamo a tutti i soggetti istituzionali e sociali a sostenerla.

“Tutti i cittadini” - sottolinea Benedetto XVI - sono chiamati a “uscire dalla ricerca del proprio interesse” e a maturare una “forte capacità di analisi, di lungimiranza e di partecipazione” e a non perdere la speranza nell’affrontare sfide come quella della tutela della “vita umana”, della difesa della “dignità della persona”, della salvaguardia “dell'ambiente” e della promozione” della “pace”.

Il Papa ha rinnovato l’appello “perché sorga una nuova generazione di cattolici" impegnati in politica “senza complessi d'inferiorità”. Un impegno non slegato però da un “cammino di formazione intellettuale e morale che, partendo dalle grandi verità intorno a Dio, all'uomo e al mondo, offra criteri di giudizio e principi etici per interpretare il bene di tutti”. Per la Chiesa in Italia - ribadisce - si tratta di spendersi nella formazione di coscienze cristiane mature”, “con spirito di servizio”, “coerenti con la fede professata”.

Guardando al fenomeno migratorio, il Papa chiede un’azione corale, affinché siano individuati nel pieno rispetto della legalità, i termini dell'integrazione e si cerchi di debellare le cause che portano all’esodo forzato. E “nel riconoscere il protagonismo degli immigrati - ha aggiunto - ci sentiamo chiamati a presentare loro il Vangelo, annuncio di salvezza e di vita piena per ogni uomo e ogni donna”. Del resto, la speranza con cui intendete costruire il futuro del Paese non si risolve nella pur legittima aspirazione a un futuro migliore. Nasce, piuttosto, dalla convinzione che la storia è guidata dalla Provvidenza divina e tende ad un'alba che trascende gli orizzonti dell'operare umano. E questa “speranza affidabile” - ha evidenziato - è "il volto di Cristo".

“Alla vigilia del 150.mo anniversario dell'Unità nazionale - ha concluso - da Reggio Calabria, possa emergere un comune sentire, frutto di un'interpretazione credente della situazione del Paese; una saggezza propositiva, che sia risultato di un discernimento culturale ed etico, condizione costitutiva delle scelte politiche ed economiche. Da ciò dipende il rilancio del dinamismo civile, per un futuro che sia - per tutti - all'insegna del bene comune”.







All the contents on this site are copyrighted ©.