2010-10-14 15:43:41

Intervento di Mons. Paul HINDER, Vescovo titolare di Macon, Vicario Apostolico di Arabia (EMIRATI ARABI UNITI)


I due vicariati della Penisola arabica, comprendenti Kuwait, Bahrein, Quatar, Emirati Arabi Uniti, Oman, Yemen e Arabia Saudita, non hanno cristiani nativi. I 3 milioni di cattolici su una popolazione di 65 milioni di abitanti sono tutti lavoratori migranti provenienti da un centinaio di Nazioni, per la maggior parte dalle Filippine e dall’India. Circa l’80% sono di rito latino, gli altri appartengono alle Chiese Cattoliche Orientali. Entrambi i vicari apostolici sono di rito latino; l’Ordine dei Frati Minori Cappuccini ha lo ius commissionis per il territorio; i due terzi degli 80 sacerdoti sono Frati Cappuccini di India, Filippine, Europa e America, appartenenti a differenti riti.
La speciale situazione nei Vicariati del Golfo:
1. Presenza cattolica nei Paesi arabi con l’islam come religione di stato: leggi severe sull’immigrazione (restrizione del numero dei sacerdoti) e sistema di sicurezza. Diritti individuali e assistenza sociale molto limitati. Nessuna libertà di religione (nessun musulmano può convertirsi, ma i cristiani sono benvenuti nell’islam), limitata libertà di culto in luoghi designati, concessi da governanti benevoli (eccetto in Arabia Saudita). Troppo poche chiese, affluenza molto elevata, in una sola parrocchia fino a 25.000 fedeli il venerdì con 10 o più messe. La distanza dalla chiesa, il lavoro, le leggi che regolano i campi, rendono la partecipazione impossibile per molti. La Chiesa cattolica è rispettosa della legge e ha la fiducia del governo.
2. Unità della Chiesa cattolica nella diversità dei riti e delle nazionalità. La Chiesa deve adattare le sue strutture e l’attività pastorale ai limiti imposti dalle circostanze esterne. Il Rescritto ex audientia approvato da Papa Giovanni Paolo II nel 2003 e confermato da Papa Benedetto XVI nel 2006 conferisce la giurisdizione su tutti i fedeli di qualsiasi Chiesa, rito o nazionalità, ai due Ordinari sotto la cui unica giurisdizione lavorano tutti i sacerdoti dei vicariati. Gli Ordinari hanno l’obbligo che i fedeli delle altre Chiese sui iuris possano praticare e osservare le norme del loro rito, cosa che essi fanno nel modo migliore. Il Rescritto ha aiutato a mantenere e promuovere l’unità, a evitare la frammentazione e a fornire a tutti i fedeli cattolici il miglior ministero pastorale possibile. Tutti i sacerdoti devono prestare servizio a tutti i fedeli, assistiti dalle migliaia di volontari laici nella catechesi, nel ministero fra i giovani e le famiglie, nell’apostolato negli ospedali e nelle prigioni e nel lavoro sociale.
Per mezzo di relazioni fraterne fra i due Vicari Apostolici e i capi delle Chiese orientali sui iuris si rafforzerà la comunione e si concluderanno accordi di collaborazione nel rispetto della situazione particolare allo scopo di rendere più vivace la testimonianza della Chiesa nel Golfo, che è una Chiesa esclusivamente pellegrina e migrante.

[00074-01.05] [IN052] [Testo originale: inglese]







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