2010-10-13 15:20:24

Prosegue l'operazione di salvataggio dei minatori in Cile: il Paese in festa


Un colpo di sirena ha salutato ognuno dei minatori che hanno cominciato a uscire dalle viscere della terra all'alba di questa mattina ora italiana. Hanno trascorso 69 giorni ad oltre 600 metri di profondità. Procede senza intoppi, a parte la sostituzione delle gomme della capsula Fenix, l’operazione San Lorenzo per riportare in superficie tutti e 33 i minatori bloccati nella miniera di San José dal 5 agosto. L’operazione di salvataggio era slittata di alcune ore rispetto alle previsioni tenendo tutti con il fiato sospeso. Dopo alcuni test sulla capsula vuota, alla 23:38 ora locale è sceso il primo volontario impegnato nell’assistenza ai minatori. La gioia per la risalita dei minatori è stata esplosiva al "Campamento Esperanza" dove sono riunite le famiglie dei minatori assediate dai cronisti e dalle troupe televisive di tutto il mondo. E il Cile è in festa: a Santiago la gente festeggia per le strade, cosi come i cileni a Washington si sono raccolti davanti alla loro ambasciata per seguire su un maxi-schermo le fasi del salvataggio con un tifo da stadio. Ad assistere all’emersione dei primi minatori c’era Barbara Schiavulli che ci racconta la sua esperienza. L’intervista è di Stefano Leszczynski:RealAudioMP3

R. – L’emozione è stata tantissima, soprattutto quando è arrivato il primo minatore. Ha incontrato la moglie e il bambino: è stata un’emozione grande … anche per il presidente cileno che è arrivato per l'occasione. Tra l’altro, arriverà in giornata anche il presidente boliviano che accoglie l’unico straniero del gruppo. Ci è stato detto che continueranno ancora per tutto domani e forse anche parte di dopodomani.

D. – Perché ci vuole tanto tempo per ogni minatore?

R. – In realtà, sta andando molto più velocemente di quanto sia stato previsto dalle autorità cilene. La capsula ha bisogno di un quarto d’ora per scendere nelle viscere della terra, e parliamo di 622 metri prima che tocchi la piattaforma dove la aspettano con ansia i minatori. Altro quarto d’ora per salire su e nel frattempo i minatori devono vestirsi, mettere questa tuta speciale e soprattutto gli occhiali scuri perché anche se escono di notte tutta la zona è illuminata a giorno. Non sono abituati alla luce da più di due mesi e quindi dovranno portare gli occhiali anche nei prossimi giorni. Il viaggio è lungo però continua, ovviamente con il primo incontro con i familiari, poi con il presidente; subito una breve visita e poi di corsa in elicottero in ospedale dove resteranno un paio di giorni mentre i familiari, gli amici, la gente di Copiapó che è la cittadina dove vivono i minatori, stanno preparando una grandissima festa.

D. – Cosa è successo esattamente quando è uscito il primo minatore?

R. – E' stato in assoluto il momento più emozionante, come se fosse per il primo momento finito un incubo durato così tanti giorni; sia per i minatori, ma anche per i familiari. I primi 17 giorni, tra l’altro, i familiari non sapevano neanche se queste persone erano vive o morte. Quindi hanno trascorso tutto questo periodo vivendo intorno alla miniera, vivendo nelle tende – donne, uomini e bambini – aspettando questo momento. Quindi c’era un’alta densità di emozioni. Come prima cosa, urla di gioia, applausi … ma questo è accaduto anche tra noi giornalisti che stavamo lì! Molte lacrime sono corse, ma soprattutto è stato emozionante il momento in cui il primo minatore ha abbracciato il suo bambino che piangeva già aspettandolo, e poi, quando l’ha visto uscire dalla capsula era emozionatissimo… E’ veramente impressionante la capsula perché è molto stretta e piccola.







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