La missione italiana in Afghanistan: il ministro della Difesa in parlamento
È chiaro che la missione italiana in Afghanistan comporta atti che possono essere
definiti "atti di guerra". È quanto ha affermato il ministro della Difesa italiano,
Ignazio La Russa, che stamani ha riferito al Senato sui più recenti sviluppi della
situazione in Afghanistan. Il servizio di Fausta Speranza:
La missione
italiana risponde al dettato costituzionale: sono le parole ieri del capo dello Stato,
Giorgio Napolitano, che il ministro della Difesa ribadisce in parlamento a proposito
di quello che definisce “un dibattito a volte un po' strumentale sulla natura costituzionale
della missione in Afghanistan”, sul fatto insomma se sia guerra o non lo sia. La Russa
legge in Aula l'art 11 della Costituzione sull'Italia che “ripudia la guerra come
strumento di offesa alla libertà” e poi ribadisce: quella italiana è un azione per
promuovere la pace e la giustizia sotto l'egida di una organizzazione internazionale”.
Chiaramente non si può negare – sottolinea – che in alcuni casi si compiano atti che
sono atti di guerra. La Russa sottolinea: in nessun caso un soldato italiano è andato
oltre il legittimo uso di armi in Afghanistan e mai ha causato danni a civili”. Sulla
decisione di dotare di bombe gli aerei in Afghanistan La Russa chiede al parlamento
non necessariamente un voto, ma di fargli sapere se c’è ampia condivisione. Infine,
conferma la previsione fatta ieri dal ministro degli esteri Frattini: i militari italiani
dovrebbero essere in grado di consegnare alle autorità afghane il controllo di gran
parte del territorio della regione ovest del Paese “entro la fine del 2011”: dopo
“solo addestramento”, magari – aggiunge - “con un incremento di istruttori”. Intanto,
sul terreno proprio nella provincia di Herat dove sono gli italiani, si registra oggi
un'operazione congiunta tra le forze di sicurezza afgane e quelle della Nato. Tra
alcuni insorti uccisi c’è anche un capo talebano di spicco nella regione, che coordinava
attacchi e attentati. Nella zona sud dell’Afghansitan invece sono morti 6 militari
della Forza internazionale di assistenza alla sicurezza (Isaf, sotto comando Nato)
per lo scoppio di due rudimentali ordigni.