Intervento di S. B. Baselios Cleemis THOTTUNKAL, Arcivescovo Maggiore di Trivandrum
dei Siro-Malankaresi (INDIA)
La comunione deriva fondamentalmente dalla Santissima Trinità. Questa realtà divina
si riflette in tutte le opere salvifiche del Signore Gesù Cristo. Perciò il suo corpo,
la Chiesa, deve trasmettere la stessa realtà-comunione. La Chiesa universale è una
comunione di Chiese che celebrano gli unici e stessi atti salvifici del Signore in
diverse tradizioni, presiedute dal Vescovo di Roma, il successore di san Pietro, capo
del Collegio Apostolico. Per cui la comunione ecclesiale richiede un profondo senso
di comunione spirituale. Per aumentare il significato e il bisogno della comunione
ecclesiale, sia essa ad intra o ad extra, tutti noi dobbiamo ereditare personalmente
la spiritualità di comunione e trasmetterla come corpo di Cristo. Poiché stiamo
approfondendo il nostro rendere testimonianza nel Medio Oriente, credo che si debbano
consolidare gli sforzi per realizzare una piena comunione con le Chiese sorelle ortodosse.
Come ha suggerito Papa Giovanni Paolo II, di venerata memoria, si deve cercare un
nuovo ministero petrino del vescovo di Roma come supremo pontefice (Ut unum sint 95).
La piena comunione con le nostre Chiese sorelle in Medio Oriente accrescerà armoniosamente
la nostra comunione e testimonianza nel mondo. Il nostro impegno comune, con musulmani,
ebrei e con tutte le religioni e i popoli di buona volontà, per promuovere la giustizia
in ogni luogo, stando al fianco di coloro che Dio ama e che gli stanno a cuore, ci
chiede di fare lo stesso, cosicché gli esseri umani rimangano il culmine della creazione
nel nostro mondo presente.