Intervento di Mons. Salim SAYEGH, Vicario Patriarcale di Gerusalemme dei Latini per
la Giordania (GERUSALEMME)
Tra i problemi che la Chiesa incontra in Medio Oriente, occorre citare quello delle
sette, che provocano un’enorme confusione dottrinale. Il nostro tempo è caratterizzato
dalle loro fantasie teologiche. In Giordania, per esempio, ci sono una cinquantina
di sette, di cui cinque hanno più pastori attivi di tutte le Chiese cattoliche e ortodosse
insieme. Cosa fare per conservare il deposito della fede e limitare la loro crescente
influenza? Visitare le famiglie. Ai sacerdoti e ai pastori d’anime viene richiesto
con insistenza di andare a trovare le famiglie e di assumersi la propria parte di
responsabilità nello spiegare, difendere, diffondere, vivere e aiutare a vivere la
fede cattolica. Occuparsi seriamente della formazione cristiana degli adulti. Molti
dei nostri fedeli praticanti sono formati moralmente e sacramentalmente in modo vago.
Non sono evangelizzati. Sono prede delle sette. Sensibilizzare le scuole cattoliche
alla loro missione di scuole cattoliche. Spesso i responsabili delle scuole non danno
alla lezione di catechismo la stessa importanza che riservano alle altre materie.
Raramente preparano i catechisti. Li scelgono molto spesso senza criterio, per tappare
un buco. Avere il coraggio di rivedere i libri di catechismo affinché espongano
in modo chiaro la fede e la dottrina della Chiesa cattolica, confermate e illuminate
dalla Sacra Scrittura, dalla Tradizione apostolica e dal Magistero ecclesiale. Concludendo,
al di là delle differenze rituali e delle controversie politiche, conservare il deposito
della fede è la missione primaria dei pastori della Chiesa cattolica.