Intervento di Mons. Pierre BÜRCHER, Vescovo di Reykjavïk (ISLANDA)
I vescovi della Conferenza Episcopale del Nord (NBK) sono consapevoli, insieme ai
loro fratelli e alle loro sorelle in Medio Oriente, che al di là della difficile situazione
politica e del confronto con estremismi musulmani, un difficile problema è rappresentato
dall’emigrazione dei cristiani. Questo problema si risolverà solo con la soluzione
definitiva del conflitto israelo-palestinese. È ormai giunto il momento urgente della
riconciliazione e della pace! I cristiani del Medio Oriente, piuttosto che fuggire
dalla regione, sono indispensabili in questo processo vitale di giustizia e di pace.
Di fatto, sono loro che hanno ereditato il mandato cristiano del perdono. Non si tratta
quindi solo di essere ben accolti all’estero, ma soprattutto della loro presenza in
Medio Oriente a salvaguardia di una cultura storica vitale per il mondo intero. La
pace è la vocazione urgente della Terra Santa! La giustizia per le tre religioni monoteiste
è che Gerusalemme sia una città aperta per tutti! L’emigrazione dei cristiani provenienti
dai paesi orientali riguarda anche il Nord del mondo. Una delle ragioni è senz’altro
lo sviluppo economico galoppante dei cinque paesi nordici della nostra Conferenza
episcopale. Dopo la crisi di due anni fa, ora occorre aiutare l’Islanda a uscirne.
In questi cinque paesi la percentuale di cattolici si aggira attorno al 2-3 percento
della popolazione totale, essendo la maggioranza luterana. In molti paesi orientali
ciò corrisponde alla percentuale di cristiani rispetto ai musulmani. La situazione
pastorale nei nostri paesi del Nord è quindi quella di una diaspora. Inoltre, è molto
diversificata e vive esperienze positive con sacerdoti e religiosi provenienti dai
paesi orientali. In molti luoghi le chiese cattoliche vengono date in uso per la divina
liturgia sia ai cristiani cattolici sia a quelli non cattolici. Anche questo è segno
di un ecumenismo pratico!