2010-10-13 13:02:18

Intervento di Mons. Georges BACOUNI, Arcivescovo di Tiro dei Greco-Melkiti (LIBANO)


È vero che i genitori sono i primi catechisti dei fedeli, con il sostegno delle scuole e delle parrocchie. Ma a seguito del Vaticano II una nuova iniziativa riguardante il catechismo è emersa dai Nuovi Movimenti Ecclesiali, con la benedizione e l’incoraggiamento dei Papi Paolo VI, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. È importante che oggi la Chiesa d’Oriente impari dal loro successo e tragga beneficio dalla loro iniziativa.
La maggior parte di questi movimenti ecclesiali segue un determinato approccio al catechismo e intendo riferirmi a uno di questi - le comunità Spada dello Spirito, all’interno del movimento di Rinnovamento nello Spirito - per illustrarne la pedagogia. Essa si modella sulla pedagogia catechetica del Signore con i discepoli sulla via di Emmaus, come riferito dal cap. 24 del Vangelo di Luca. Non è semplicemente mirata all’educazione della mente, piuttosto a portare il fedele a un rapporto personale con Gesù, a una riscoperta della propria vocazione e missione e a una più profonda comunione con la Chiesa. È una pedagogia che si rivolge a quei cristiani che, come i discepoli di Emmaus, sono stati educati alla fede cristiana, ma che hanno perso la speranza e “i loro occhi erano incapaci di riconoscerlo” (Lc 24, 16). Poiché molti di questi cristiani non vengono in chiesa, i membri del movimento vanno da loro e camminano con loro lungo la via come ha fatto il Signore (v. 15), li ascoltano (v.17), li ri-evangelizzano (vv. 25-27) e li portano alla comunione con il Signore (v. 30) e al desiderio della comunità (v. 29). Una volta che i loro occhi si sono aperti (v. 31) essi decidono di rimanere - o tornare - al proprio paese e alla propria chiesa (v. 33) e diventare nuovi missionari (v. 35). Ma affinché questa conversione duri, essi vengono invitati a una vita di comunità (vv. 33, 36-43), in cui ricevono ulteriore insegnamento e amicizia (vv. 44-47) per divenire testimoni e perfino martiri (v. 48), per il potere dello Spirito Santo (v. 49) e attraverso una vita di adorazione e preghiera (vv. 52-53).
Ciò che possiamo affermare e osservare tra questi nuovi movimenti non è soltanto una nuova vitalità nei confronti della preghiera e dell’evangelizzazione, ma, ancor più importante, una capacità di ispirare un gran numero di uomini e donne, giovani e non, a restare nei propri paesi come missionari, e a servire le Chiese locali con zelo e obbedienza. È quindi cruciale - perfino vitale - che vescovi e presbiteri comprendano che questi nuovi movimenti ecclesiali stanno operando nella Chiesa e per la Chiesa, e che il loro contributo non rappresenta una minaccia, bensì un arricchimento all’impegno della Chiesa nel catechizzare i fedeli e preservare la presenza cristiana nel Medio Oriente. Per questo motivo occorre in particolare che i vescovi sostengano e promuovano tali iniziative e, all’occorrenza, offrano a questi nuovi movimenti ecclesiali l’aiuto teologico e spirituale che a loro manca.
I discepoli di Emmaus sono tornati pieni di speranza, la speranza su cui si è fondata la Chiesa. Possiamo anche noi tornare alle nostre situazioni locali pieni di speranza in questa stagione in cui lo Spirito è all’opera in modo nuovo per rinnovare la Chiesa - come è stato descritto dal nostro amato Papa Benedetto nel suo saggio sul Locus dei Movimenti Ecclesiali nella Chiesa oltre 12 anni fa - e nella sua profetica convocazione di questo sinodo speciale. Cristo è lo stesso ieri, oggi e per sempre!

[00042-01.08] [IN020] [Testo originale: inglese]







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