2010-10-13 15:08:13

Intervento di Mons. François EID, Vescovo di Le Caire dei Maroniti (EGITTO)


Il confessionalismo nelle società islamiche dove vivono e testimoniano molti cristiani del Medio Oriente colpisce profondamente la loro condizione di spirito e il loro comportamento. Ne derivano ghettizzazione, chiusure verso gli altri e ostilità.
Questi cristiani non sono “cittadini indigeni”. Anzi, appartengono fondamentalmente e organicamente al tessuto sociale e all’identità nazionale dei loro rispettivi paesi. È per questo che sono chiamati a vivere la loro fede e a testimoniarla con autenticità, gioia e senza costrizioni.
Ispirandosi alla Parola di Dio che invita ogni cristiano a fare propria la sollecitudine del Signore per i poveri e i bisognosi, i membri della Chiesa cattolica in Egitto sono profondamente impegnati nei servizi educativi (169 collegi) come pure nei servizi sanitari e sociali. La loro azione è una manifestazione concreta della sollecitudine di Dio e dell’amore di Cristo verso tutti i fratelli più piccoli del Signore.
Ne abbiamo un esempio chiarificatore nell’apporto di un piccolo gruppo di cristiani libanesi emigrati in Egitto a partire dalla seconda metà del XIX secolo. Questo piccolo gruppo dinamico e motivato era riuscito, in meno di cento anni, a fondare 249 giornali e periodici di lingua araba, francese e inglese. Sono loro che hanno fondato la quasi totalità delle case editrici dai nomi prestigiosi e tuttora esistenti in Egitto.
E che cosa dire di quella pleiade di scrittori illuminati e di donne scrittrici pioniere, che ha dato all’Egitto drammaturghi, registi, attori, musicisti e cantanti! Vorrei citare anche tutti i costruttori di chiese, scuole e ospedali, i fondatori di organizzazioni di beneficenza e di organismi socio-culturali, sportivi e religiosi, senza dimenticare i brillanti uomini d’affari che hanno istituito la Borsa d’Egitto e fondato la “Maison de l’Opéra”.
Purtroppo, quel clima di apertura e tolleranza così favorevole al fiorire dei loro talenti e al lancio di grandi progetti è stato cancellato dalla rivoluzione del 1952, cosa che ha inferto un colpo fatale al loro contributo socio-culturale.
L’attuale Sinodo non può illudersi di trovare una soluzione magica ai problemi delle Chiese nel Medio Oriente. Tuttavia, esso ci offre l’occasione di procedere ad un esame di coscienza personale e comunitario che ci consentirebbe di intravedere piste d’azione.

[00057-01.05] [IN035] [Testo originale: francese]







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