Giornata per la prevenzione delle catastrofi. Ban Ki-moon: rendere le città più
sicure
Cambiamenti climatici, urbanizzazione, diboscamenti ed altri interventi sull’ambiente
aumentano il rischio di catastrofi naturali in grado di minacciare l’intera umanità.
Questo, in estrema sintesi, il monito lanciato dal Segretario generale delle Nazioni
Unite, Ban Ki-moon, nel suo messaggio per la Giornata mondiale per la prevenzione
delle catastrofi, che ci celebra oggi. “Il più grande, il più mortale, il peggiore
di sempre. Abbiamo letto queste parole troppo spesso nelle testate giornalistiche
di quest’anno. Le abbiamo usate per parlare di terremoti, inondazioni e incendi, ma
anche per parlare di perdite di vite e di redditi. Probabilmente ascolteremo questi
termini ancora per alcuni anni, visto che il cambiamento e i disastri climatici si
stanno moltiplicando”, si legge nel testo citato dalla Misna. “A rendere più complessa
la situazione c’è il fatto che la società umana sta cambiando. Ci stiamo urbanizzando.
Se i terremoti, le inondazioni e le tempeste erano letali già in passato, lo sono
ancora di più in un mondo sempre più urbanizzato” prosegue Ban Ki-moon. Il segretario
del Palazzo di Vetro ricorda poi che molte città del panorama mondiale sono situate
lungo le coste e sono vulnerabili a tempeste, inondazioni ed innalzamenti del livello
del mare. In Asia, oltre un miliardo di persone vive a meno di 100 chilometri dal
mare, in America Latina e Caraibi, due terzi della popolazione totale risiedono entro
i 200 chilometri dalla costa: a questi si aggiungono le popolazioni che abitano nelle
pianure, soggette a inondazioni, o su faglie a rischio terremoti, altre ancora in
aree disboscate. “Il rischio di essere vittime di disastri si accumula silenziosamente.
I disastri naturali costituiscono una minaccia per tutti, ma i più poveri sono certamente
i più vulnerabili” evidenzia ancora Ban Ki-moon. Sul fronte delle iniziative per promuovere
le calamità sono stati comunque registrati alcuni progressi: su questa strada, nel
maggio scorso in sede Onu è stata lanciata la campagna mondiale “Rendere le città
più resistenti” che ha impegnato 100 città (con un totale di circa 110 milioni di
abitanti) ad adottare le “10 regole fondamentali” per la prevenzione, tra cui risorse
economiche a favore di tutti – ricchi e poveri – investimenti nella diagnosi dei rischi,
nella protezione dell’ecosistema e nello sviluppo di sistemi di allerta precoce. Tra
i casi di ‘buone pratiche’ presi a modello figurano la provincia di Albay nelle Filippine,
la prefettura di Hyogo in Giappone, ma anche Bangkok, Bonn, Città del Messico e Mumbai.
“La riduzione del rischio di disastri riguarda tutti noi - afferma Ban Ki-moon -
ed ha bisogno della partecipazione e dell’investimento da parte della società civile,
dei network professionali, così come di comuni e governi nazionali”. “Nella Giornata
Mondiale della Riduzione dei Disastri, voglio lodare le città che lavorano per migliorare
la propria resistenza nei confronti dei rischi climatici, ambientali e sociali. A
tutti gli altri chiedo – conclude il segretario generale dell’Onu - è pronta la vostra
città a far fronte a questi rischi?”. (M.G.)