Conferenza alla Gregoriana. Messaggio di Obama: dialogo interreligioso fondamentale
per il mondo di oggi
“Costruire ponti di speranza”: è il titolo di una conferenza che si tiene oggi alla
Gregoriana, promossa dall’ateneo pontificio e dell’Ambasciata americana presso la
Santa Sede. All’evento, incentrato sulle esperienze concrete di dialogo interreligioso,
partecipa anche il reverendo Joshia DuBois, consigliere per gli affari religiosi del
presidente Barack Obama. Dalla Gregoriana, il servizio di Alessandro Gisotti:
“Il dialogo
interreligioso è fondamentale per affrontare le sfide più urgenti del mondo di oggi”:
così il presidente americano, Barack Obama, in un messaggio indirizzato alla Conferenza
“Bulding Bridges of Hope”, in corso alla Gregoriana. Un evento iniziato con un momento
di preghiera guidato da mons. Pierluigi Celata, segretario del Pontificio Consiglio
per il Dialogo Interreligioso. Il presule ha messo l’accento sulla comune responsabilità
dei credenti nel dare speranza agli uomini del nostro tempo. Un appello condiviso
nei loro interventi dall’ambasciatore degli Stati Uniti presso la Santa Sede, Miguel
Diaz, e dal rettore della Gregoriana, padre François-Xavier Dumortier. La Conferenza,
che si conclude questo pomeriggio, si articola in tre tavole rotonde su sviluppo equo
ed etico, protezione dell’ambiente e prevenzione dei conflitti. Ad animare il confronto,
esponenti cristiani, ebrei e musulmani. I relatori, molti dei quali leader di Ong
americane e di matrice religiosa, hanno mostrato - attraverso il racconto di esperienze
concrete - la possibilità di una sinergia interreligiosa per il bene comune, dalla
lotta alla povertà, all’intervento nelle aree colpite da disastri naturali. E’ stata,
dunque, sottolineata la necessità di un rafforzamento delle opportunità di dialogo
e collaborazione, dalla cultura alla collaborazione sociale. Un impegno a cercare
un terreno comune che, dopo l’11 settembre e l’affacciarsi dello spettro dello scontro
di civiltà, diventa un dovere morale per tutti gli uomini di buona volontà.
Sulle
principali aspettative per questa Conferenza alla Gregoriana, Alessandro Gisotti
ha intervistato uno dei promotori dell’evento, l’ambasciatore Usa presso la Santa
Sede, Miguel H. Diaz:
R. – Il nostro
progetto più importante sarebbe quello di costruire ponti di speranza condividendo
progetti di successo e strategie per le azioni interreligiose. Più o meno un anno
fa, il presidente Obama nel suo discorso al Cairo invitò a trasformare il dialogo
interreligioso in azione così che i ponti tra le nazioni diventino la via per un futuro
migliore.
D. - Quali sono, secondo lei, oggi, le maggiori difficoltà,
le sfide nel costruire ponti tra uomini di diverse fedi?
R. – Viviamo
in un mondo le cui caratteristiche sono la paura dell’altro e della sua diversità.
Sfortunatamente voci estremiste e fanatiche approfittano spesso per sabotare gli sforzi
che le religioni cercano di costruire. Penso che la nostra più grande sfida sia camminare
con gli altri attraverso nuove esperienze umane per scoprire nuove idee, così potremmo
unirci nell’azione per il bene comune.
D. – Recentemente i leader religiosi
americani hanno visitato la Casa Bianca e hanno espresso sostegno per l’azione dell’amministrazione
Obama in favore della pace in Medio Oriente. Ecco, proprio nei giorni in cui c’è il
Sinodo per il Medio Oriente quanto è importante il contributo degli uomini di fede
per la pace in Terra Santa?
R. – Come abbiamo visto nel recente discorso
a Westminster Hall, il Papa Benedetto XVI ha difeso il ruolo della religione nella
società odierna. Il contributo che la religione può dare al processo di pace in Medio
Oriente è indispensabile. Nel profondo di ogni religione c’è la regola d’oro che invita
a non fare agli altri quello che non si vuole fare a noi. Questo è il desiderio pratico
che potrebbe guidare il processo di pace in Terra Santa.