Cile. Al via oggi le operazioni di salvataggio dei minatori. Mons. Quintana: tutto
il Paese è in preghiera
Cresce l'attesa in Cile, in vista del salvataggio dei 33 minatori intrappolati da
67 giorni a 700 metri di profondità nella miniera di San Josè, a Copiapò: la delicata
operazione inizierà alla mezzanotte di oggi in Cile, le cinque del mattino di domani
in Italia. Terminati i lavori di rafforzamento delle pareti del pozzo, resta da completare
la struttura necessaria alla capsula che porterà in salvo i minatori. Tutte le chiese
del Paese seguiranno con veglie di preghiera e celebrazioni eucaristiche l'operazione
fino a che l'ultimo uomo sarà tornato in superficie. Tante le emozioni che animano
queste ore, come testimonia mons. Francisco Quintana, vescovo di Copiapò, al
microfono di Linda Giannattasio:
R. - Mucha
emoción y mucha alegria... C’è molta emozione e molta gioia da parte delle
famiglie di qui, di Copiapò e di tutto il Paese per questa buona notizia. Siamo tutti
molto contenti, stiamo pregando molto affinché le operazioni di salvataggio vadano
a buon fine.
D. – Sono molti i rischi di queste operazioni. Lei in questi
mesi ha accompagnato sempre le famiglie dei minatori. Come stanno vivendo ora?
R.
– Con mucha expectativa... Con grande aspettativa, con molta speranza e
fiducia. Domenica c’era un bel gruppo di familiari riuniti per la Santa Messa, hanno
pregato perché l’operazione possa avere successo. Io, domenica, sono salito alla miniera,
le famiglie a turno parlavano con i minatori. Da quasi un mese c’è, infatti, un servizio
giornaliero grazie al quale le famiglie conversano con i minatori: cinque minuti ogni
famiglia per parlare e dare loro sollievo e coraggio. Tutti stanno aspettando la liberazione
con tanto desiderio e speranza.
D. – I minatori con che animo stanno
trascorrendo queste ultime ore?
R. – Con mucha tranquilidad... Con
molta tranquillità, perché i medici hanno già organizzato tutto. Durante questi giorni
si stanno provando le operazioni perché tutti escano in buone condizioni. Si fanno
le prove degli elicotteri che li porteranno fuori ed è già pronto il luogo dove staranno
le famiglie, fuori della miniera, a distanza, perché è previsto che i 33 escano dalla
miniera e passino immediatamente al controllo medico all’ospedale di Copiapò, dove
verranno controllate le condizioni di salute.
D. – Che farà in questi
giorni la Chiesa cilena, in particolare la diocesi di Copiapò?
R. –
Tuvimos la Misa... Abbiamo celebrato la Messa, domenica e abbiamo pregato.
Sopra la miniera ci sono gruppi di preghiera. Noi come Chiesa cattolica stiamo organizzando
una Messa di ringraziamento nella Cattedrale e nel Santuario di Nostra Signora della
Candelaria. La Vergine della Candelaria è la patrona dei minatori. Ci stiamo organizzando,
perché sia tutto pronto quando ci sarà la liberazione.
D. – Questa storia
così drammatica può lanciare oggi un messaggio di speranza?
R. – Por
supuesto, yo creo que... Sicuramente. Credo che ciò che umanamente appariva
impossibile è stato reso possibile dalle preghiere e dalla solidarietà. Il messaggio
è che anche nei momenti più difficili non bisogna mai perdere la fiducia nel potere
misericordioso di Dio. Bisogna avere la sicurezza che Dio fa miracoli attraverso l’esperienza
e la scienza umana – l’ingegneria, la medicina – che hanno lavorato in equipe, perché
tutte le operazioni avessero successo.