RELAZIONE DI MONS. NIKOLA ETEROVIĆ, SEGRETARIO GENERALE DEL SINODO
Padre Santo, Eminentissimi ed Eccellentissimi padri, Cari fratelli e sorelle,
“Vattene
dalla tua terra, dalla tua parentela e dalla casa di tuo padre, verso la terra che
io ti indicherò. Farò di te una grande nazione e ti benedirò, renderò grande il tuo
nome e possa tu essere una benedizione” (Gen 12, 1-2). Abram, nato a Ur
dei Caldei, ascoltò queste parole che Dio gli indirizzò a Carran. Attraversò la regione
e si stabilì presso la Quercia di Morè (cfr Gen 12, 6). Si accampò in seguito
nel Negheb (cfr Gen 12, 9), scese in Egitto (cfr Gen 12, 10-20) da cui
risalì al Negheb, poi a Betel (cfr Gen 13, 1-2) e in seguito nella terra di
Canaan (cfr Gen 13, 12), stabilendosi alle Querce di Mamre, ad Ebron (cfr Gen
13, 18). Dio stabilì un’alleanza con il suo servo Abram, diventato Abraham, perché
incaricato di una missione particolare: “Quanto a me, ecco, la mia alleanza è con
te: diventerai padre di una moltitudine di nazioni. Non ti chiamerai più Abram, ma
ti chiamerai Abramo, perché padre di una moltitudine di nazioni ti renderò” (Gen
17, 4-5). Conoscendo la fede e la giustizia di Abramo (cfr Gen 15, 6), Dio
gli fece una triplice promessa: un figlio, un popolo numeroso e una terra. Il giuramento
del Dio d’Israele non verrà mai meno, come del resto conferma san Paolo (cfr Rm
9, 1 - 11,36).
“Io sono colui che sono!” (Es 3, 14), sono
parole sacrosante che il Signore Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, apparso sul
monte Oreb in una fiamma di fuoco, di un roveto che ardeva ma non si consumava, rivolse
a Mosè rivelando il suo santo nome ed affidandogli la missione di liberare il suo
popolo dalla schiavitù dell’Egitto: “Ho osservato la miseria del mio popolo in
Egitto e ho udito il suo grido a causa dei suoi sovrintendenti: conosco le sue sofferenze
[...]. Perciò va’! Io ti mando dal faraone. Fa’ uscire dall’Egitto il mio popolo,
gli Israeliti!” (Es 3, 7.10). Forte del sostegno del Dio dei Padri, Mosè,
superando numerose difficoltà, guidò il popolo ebreo attraverso il Mar Rosso e per
il deserto verso la Terra promessa, che poté solamente vedere dal “monte Nebo,
che è in terra di Moab, di fronte a Gerico” (Dt 32, 49), dove morì e fu
sepolto “di fronte a Bet-Peor” (Dt 34, 6). Per mezzo di Mosè, suo amico (cfr
Es 33, 11), Dio stabilì sul monte Sinai l’alleanza con il popolo scelto. Se ascolterà
la voce di Yahvè e osserverà la sua legge, il popolo sarà per lui “un regno di
sacerdoti e una nazione santa” (Es 19, 6). Dio affidò al popolo eletto
le “dieci parole”, i Dieci comandamenti, impegno e condizione dell’alleanza (cfr Es
20 - 24).
“In verità, in verità vi dico: prima che Abramo fosse, Io Sono”
(Gv 8, 58). Discutendo con gli ebrei nel tempio di Gerusalemme, Gesù allude
al nome divino rivelato a Mosè (cfr Es 3, 14), dichiarando implicitamente di
essere egli stesso Dio, nato a Betlemme per salvare gli uomini (cfr Lc 1, 4-14).
“Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e
fu pieno di gioia” (Gv 8, 56). Gesù Cristo, “figlio di Davide, figlio
di Abramo” (Mt 1, 1), si appropria pure dell’espressione “giorno del Signore”,
riservata a Dio nell’Antico Testamento, presentandosi egli stesso come il vero oggetto
della promessa fatta ad Abramo, della gioia da lui provata nella nascita del figlio
Isacco (cfr Gen 12, 1-3).
Dopo 30 anni di vita nascosta a Nazaret, Gesù,
che predicava per tutta la Galilea (cfr Mt 4, 23) percorrendo “tutte le città
e i villaggi’ (Mt 9, 35), doveva indicare il suo rapporto anche con il grande
profeta Mosè. All’inizio della sua vita pubblica, sul lago di Tiberiade chiamò i discepoli
che erano convinti di aver trovato “colui del quale hanno scritto Mosè nella legge,
e i Profeti: Gesù il figlio di Giuseppe, di Nàzaret” (Gv 1, 45). Tale esperienza
ebbe conferma sul monte Tabor ove “due uomini conversarono con lui: erano Mosè
ed Elia, apparsi nella gloria, e parlavano del suo esodo, che stava per compiersi
a Gerusalemme” (Lc 9, 30-31). Nella discussione con membri del suo popolo
ebreo, nel tempio di Gerusalemme, Gesù si rifà anche alla testimonianza di Mosè: “Se
infatti credeste a Mosè, credereste anche a me: perché egli ha scritto di me”
(Gv 5, 46). L’Evangelista Giovanni sintetizza con le seguenti parole il diverso
contributo di entrambi nella storia della salvezza: “La legge fu data per mezzo
di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo” (Gv 1,
17).
Da questi brevi cenni all’Antico e al Nuovo Testamento, risulta evidente
l’importanza della geografia biblica del Medio Oriente per tutti i cristiani e, in
particolare, per coloro che vivono in Terra Santa, terra che Gesù ha santificato con
la sua nascita a Betlemme, con la sua fuga in Egitto, con la vita nascosta a Nazaret,
con la sua predicazione in Galilea, Samaria, Giudea, accompagnata dai segni e dai
miracoli e, soprattutto, con la sua passione, morte e resurrezione, nella città santa
di Gerusalemme. Il ricordo della storia della salvezza, che ha avuto luogo in Medio
Oriente, continua vivo nei cuori degli abitanti di tale regione e, in particolare,
dei cristiani. Essi continuano i popoli della Bibbia. Grazie a loro, gli eventi accaduti
tanti secoli fa, rimangono vivi non solamente per la forza della Parola di Dio che
è sempre viva ed efficace (cfr Eb 4, 12), bensì per il legame vitale con la
terra benedetta dalla presenza particolare di Dio rivelatosi nella pienezza dei tempi
(cfr Eb 9, 26) nel Suo Figlio Unigenito Gesù Cristo. Come esistono i popoli
della Bibbia, si potrebbe pure parlare dei Vescovi della Bibbia, riferendosi ai luoghi
nei quali essi svolgono la loro attività pastorale. Tali Pastori sono numerosi in
questa Assise sinodale che raccoglie tutti gli Ordinari delle 101 circoscrizioni ecclesiastiche
del Medio Oriente a cui rivolgo un saluto del tutto particolare. Ad essi bisogna aggiungere
23 Vescovi della Diaspora, che con la loro cura pastorale accompagnano i fedeli emigrati
dal Medio Oriente in varie parti del mondo.
Tutti i Vescovi sono, in qualche
modo, Vescovi della Bibbia. Oltre i Vescovi della geografica biblica, vi sono anche
Vescovi della comunione biblica. La presenza dei rappresentanti di tutti i cinque
continenti dimostra in modo evidente l’interesse dei cristiani del mondo intero per
la Chiesa Cattolica che pellegrina nel Medio Oriente. Ad essi si aggiungono 19 Vescovi
di Paesi limitrofi o particolarmente impegnati nel soccorrere spiritualmente e materialmente
i loro fratelli e sorelle della Terra Santa.
In tutto, a quest’Assemblea Speciale
per il Medio Oriente prendono parte 185 Padri sinodali, di cui 159 partecipano ex
officio, 17 sono di nomina Pontificia. Tra essi vi sono 9 Patriarchi, 19 Cardinali,
65 Arcivescovi, 10 Arcivescovi titolari, 53 Vescovi, 21 Vescovi Ausiliari, 87 religiosi
di cui 4 eletti dall’Unione dei Superiori Generali. Quanto agli uffici svolti, vi
sono 9 Capi dei Sinodi dei Vescovi delle Chiese Orientali Cattoliche sui iuris,
5 Presidenti delle Riunioni Internazionali delle Conferenze Episcopali, 6 Presidenti
di Conferenze Episcopali, 14 Capi dei Dicasteri della Curia Romana, 1 Arcivescovo
Coadiutore, 4 emeriti, di cui 2 Cardinali e il Patriarca latino emerito di Gerusalemme.
La
Terra Santa è cara a tutti i cristiani. Ho l’onore di salutare in modo particolare
i Delegati Fraterni di 13 Chiese e comunità ecclesiali.
Il Medio Oriente è
casa anche dei nostri fratelli e sorelle ebrei e musulmani, perché rappresenta il
luogo ove sono nate pure tali due religioni monoteiste. Pertanto sono lieto di annunciare
che nel corso dei lavori avremo la gioia di ascoltare gli indirizzi di un rabbino
e di due illustri rappresentanti dell’Islam sunnita e sciita.
Saluto, poi,
36 Esperti e34 Uditori, che hanno volentieri accettato la loro
nomina e sono venuti per arricchire la riflessione sinodale con la loro testimonianza
e le ricche esperienze pastorali, maturate principalmente nel Medio Oriente. Vi sono
anche alcuni rappresentanti di organismi che aiutano in modo concreto le Chiese della
regione. Sono assai grato agli Assistenti, ai Traduttori e al personale tecnico,
come pure ai generosi Collaboratori della Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi,
per la loro preziosa collaborazione, cosciente che senza il loro qualificato e generoso
contributo non sarebbe stato possibile organizzare questa Assise sinodale.
La
presente relazione è composta di VI parti:
I) Apertura ideale dell’Assemblea
Speciale a Cipro II) Alcuni dati statistici III) Indizione dell’Assemblea Speciale
per il Medio Oriente IV) Preparazione dell’Assemblea Speciale per il Medio Oriente V)Osservazioni d’indole metodologica VI) Conclusione
I) Apertura ideale
dell’Assemblea Speciale a Cipro
Beatissimo Padre, a nome dei Padri sinodali
e di tutti i partecipanti all’Assise sinodale, ho l’onore di ripeterLe il più cordiale
saluto, già anticipato dall’Em.mo Cardinale Delegato Leonardo Sandri, Prefetto della
Congregazione per le Chiese Orientali, per avere convocato quest’Assemblea sinodale
e per averla idealmente aperta a Nicosia, Cipro, ove si è recato in Visita Apostolica
dal 4 al 7 giugno 2010. L’Assemblea Speciale per il Medio Oriente non era programmata
con largo anticipo. Lei, Santo Padre, ha accolto con esemplare prontezza la proposta
di vari Vescovi della regione medio-orientale di convocarli a Roma, per ascoltare
le gioie e i dolori, le speranze e le preoccupazioni dei cristiani e degli uomini
di buona volontà nel Medio Oriente, terra così importante per tutta la Chiesa, anzi
per il mondo intero. In tale modo, per Lei, Santità, si tratterà della 4a
Assemblea sinodale in 5 anni di Pontificato. Una volta, il venerabile Servo di Dio
Papa Giovanni Paolo II aveva detto che, considerato il numero dei Sinodi da lui presieduti,
egli sarebbe stato ricordato come il Papa del Sinodo, “Papa sinodale” [1]. Sembra
che anche Vostra Santità si stia incamminando su una strada simile, nella sollecitudine
propria del Vescovo di Roma, in comunione con i confratelli nell’episcopato e al servizio
dei fedeli affidati alle loro cure pastorali. Nel corso del suo Pontificato, Vostra
Santità si è recato ben 3 volte nel Medio Oriente. La prima Visita Apostolica, dal
28 novembre al 1° dicembre 2006, riguardava la Turchia. Rimane viva nella memoria
il Suo Pellegrinaggio dall’8 al 15 maggio 2009 in Giordania, Israele e Palestina.
Il culmine della menzionata Visita a Cipro, poi, è stata la consegna dell’Instrumentum
laboris ai rappresentanti dell’episcopato cattolico del Medio Oriente, degnamente
rappresentati dai 7 Patriarchi e dal Presidente della Conferenza Episcopale dell’Iran.
All’appuntamento, purtroppo, non ha potuto presentarsi Sua Eccellenza Mons. Luigi
Padovese, O.F.M. Cap., Vicario Apostolico di Anatolia e Presidente della Conferenza
Episcopale di Turchia, barbaramente ucciso alla vigilia della Visita Apostolica. In
occasione della consegna dell’Instrumentum laboris, Sua Santità ha avuto parole
affettuose nei suoi riguardi, ringraziando anche per il notevole contributo alla redazione
dei documenti di preparazione dell’Assise sinodale e cioè dei Lineamenta e
dell’Instrumentum laboris. Indirizziamo al Signore la preghiera perché accolga
il suo fedele servo nel suo Regno di luce, di pace e di eterna gioia, affinché dal
cielo egli possa intercedere per il successo di questa Assise sinodale. Possa il suo
sacrificio aprire nuovi cammini di mutua conoscenza, di collaborazione nel rispetto
della vera libertà religiosa in tutti i Paesi del Medio Oriente e del mondo. Al contempo,
preghiamo per il ravvedimento di quanti sono stati coinvolti nella sua tragica morte.
In
occasione della consegna dell’Instrumentum laboris, Vostra Santità ha ricordato
il motto per l’Assemblea sinodale: “la moltitudine di coloro che erano diventati
credenti aveva un cuor solo e un’anima sola” (At 4, 32), sottolineando
l’attualità della comunione e della testimonianza per la vita cristiana. Ha poi indicato
lo scopo della presente Assise in due punti: 1) “approfondire i legami di comunione
fra i membri delle vostre Chiese locali, come pure la comunione di queste medesime
Chiese tra di loro e con la Chiesa universale” e 2) “incoraggiarvi nella testimonianza
della vostra fede in Cristo, che voi rendete nei Paesi dove questa fede è nata ed
è cresciuta” [2]. Oltre a tali scopi principali, vi sono anche altre ragioni per cui
è stata convocata l’Assemblea Speciale per il Medio Oriente. Essa rappresenta l’occasione
propizia “per i cristiani del resto del mondo di offrire un sostegno spirituale e
una solidarietà per i loro fratelli e sorelle del Medio Oriente” [3], soprattutto
coloro che soffrono grandi prove a causa della difficile situazione attuale nella
regione. Inoltre, l’Assemblea Speciale permette di mettere “in risalto il valore importante
della presenza e della testimonianza cristiane nei Paesi della Bibbia, non solo per
la comunità cristiana a livello mondiale, ma ugualmente per i vostri vicini e concittadini”.[4]
I cristiani, che da quasi 2.000 anni vivono nel Medio Oriente desiderano vivere in
pace e in armonia con i loro vicini ebrei e musulmani. I cristiani meritano la
riconoscenza per il ruolo inestimabile che rivestono, spesso “come artigiani della
pace nel difficile processo di riconciliazione” [5]. Pertanto, dovrebbero essere sempre
rispettati tutti i loro diritti, incluso quello alla libertà di culto e la libertà
religiosa.
II) Alcuni dati statistici
Ringraziamo insieme il
Dio buono e misericordioso per gli abbondanti doni che la Chiesa nel Medio Oriente
ha ricevuto durante quasi 2.000 anni della sua esistenza. I discepoli del Signore
Gesù, spesso in situazioni avverse, fino al martirio, hanno dato testimonianza di
viva fede, di ardente speranza e di operosa carità. Grazie all’assistenza dello Spirito
Santo, la presenza continua dei cristiani in Terra Santa offre un valido motivo di
speranza anche per il loro presente e il futuro in tale importante regione. La Terra
Santa è il loro luogo nativo, la loro patria, alla cui costruzione in stati democratici
e prosperi desiderano apportare un contributo prezioso ed unico, disposti a collaborare
con tutti gli uomini di buona volontà, specialmente con i fedeli dell’ebraismo e dell’islam.
Al riguardo, sembra utile indicare alcuni dati statistici riguardanti il Medio
Oriente. Nella documentazione di preparazione all’Assise sinodale, soprattutto nei
Lineamenta e nell’Instrumentum laboris, con la denominazione Medio Oriente
si intende, oltre Gerusalemme e i territori palestinesi, i seguenti 16 Stati: Arabia
Saudita, Bahrein, Cipro, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Giordania, Israele, Iran, Iraq,
Kuwait, Libano, Oman, Qatar, Siria, Turchia e Yemen.
Si tratta di una regione
vasta, che si estende su 7.180.912 kmq. Nel Medio Oriente vivono 356.174.000 persone,
di cui 5.707.000 cattolici, che rappresentano l’l,60 % della popolazione. Questi dati
sono presi dall’Annuarium Statisticum Ecclesiae 2008 nella sua ultima edizione
dell’anno 2010. Non è però stato facile avere dati affidabili circa il numero dei
cristiani nel Medio Oriente. Il loro numero approssimativo sarebbe di 20.101.866 persone
e cioè il 5,90 % della popolazione. I dati, anche se orientativi, rendono idea della
presenza della minoranza cristiane nella regione maggiormente musulmana, ad eccezione
di Israele, ove gli Ebrei sarebbero il 75,6 %, i musulmani 16,7 %, i cristiani 2,1
%, i drusi 1,6 %, altri 4% [6]. Nel discorso in occasione della consegna a Nicosia
dell’Instrumentum laboris, il Santo Padre Benedetto XVI ha fatto presente il
notevole contributo dei cristiani allo sviluppo integrale dei Paesi in cui vivono:
“Voi contribuite in innumerevoli modi al bene comune, per esempio attraverso l’educazione,
la cura dei malati e l’assistenza sociale, e voi operate per la costruzione della
società” [7].
Alcuni dati disponibili illustrano chiaramente l’affermazione
del Vescovo di Roma che, nel corso del suo Viaggio Apostolico in Giordania il 9 maggio
2009 ha benedetto la prima pietra dell’Università di Madaba del Patriarcato Latino
di Gerusalemme. Nel Medio Oriente la Chiesa Cattolica gestisce 686 scuole materne
con 92.661 alunni, 869 scuole primarie con 343.705 alunni, 548 scuole medie con 183.995
alunni. Vi sono poi 13 Istituti di Studi Superiori, tra cui 4 Università. Quanto al
numero degli alunni, 2.443 frequentano gli Istituti Superiori, 1.654 gli studi ecclesiastici
e 34.506 altri studi universitari [8]. È utile ricordare che tali scuole non sono
frequentate solo dai cattolici o dai cristiani ma sono aperte ad appartenenti ad altre
religioni, in particolare ai musulmani. È un modo pratico ed efficace con cui la Chiesa
contribuisce all’educazione dei giovani, speranza per la Chiesa e per la società.
La Chiesa Cattolica è inoltre in prima linea nell’apostolato della carità
nei riguardi dei malati, anziani, portatori di handicap, poveri. Nel Medio Oriente,
la Chiesa ha 544 strutture sanitarie cattoliche: 76 ospedali e case di cura, 113 strutture
sanitarie per gli anziani, 331 ambulatori e dispensari, 24 strutture sanitarie per
i portatori di handicap, centri di riabilitazione gestiti da diversi Istituti di Vita
consacrata. Anche queste istituzioni sono aperte agli altri cristiani, ai musulmani
e a tutte le persone in necessità.
Numerose iniziative intese ad aiutare i
fratelli in grave necessità sono gestite dalle rispettive Caritas nazionali
della Regione MONA (Medio Oriente, Corno d’Africa e Africa del Nord).
Prezioso
aiuto ai fratelli e sorelle del Medio Oriente viene assicurato dal Sovrano Militare
Ordine di Malta, dall’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme e, soprattutto,
dalla benemerita Congregazione per le Chiese Orientali che coordina l’aiuto di vari
organismi, tra cui bisogna menzionare la Riunione delle Opere di Aiuto alle Chiese
Orientali (ROACO).
III) Indizione dell’Assemblea Speciale per il Medio
Oriente
Il Santo Padre Benedetto XVI ha annunciato la decisione di convocare
l’Assemblea Speciale per il Medio Oriente del Sinodo dei Vescovi il 19 settembre 2009,
nel corso dell’incontro con i Patriarchi e gli Arcivescovi Maggiori delle Chiese Orientali
Cattoliche sui iuris. L’idea di convocare tale Assise sinodale è stata il
risultato di un duplice dinamismo pastorale. Da una parte, vari Vescovi, soprattutto
dalle regioni più travagliate del Medio Oriente, come per esempio l’Iraq, hanno pregato
il Santo Padre di riunire i Vescovi della regione per ascoltare di prima mano informazioni
sulla situazione, spesso drammatica, in cui vivono i fedeli affidati alla loro cura
pastorale, per vedere, con la grazia dello Spirito Santo e nella comunione episcopale,
possibili vie per migliorare tale situazione, a cominciare dalla comunione all’interno
delle Chiese e tra di esse. Di tale desiderio dei Pastori in gravi avversità, si sono
fatti interpreti anche alcuni cardinali e prelati della Curia Romana che hanno frequenti
contatti, istituzionali e personali, con i Pastori e i cristiani della Terra Santa.
D’altra
parte, durante i suoi Viaggi Apostolici in Turchia e poi in Giordania, Israele e Palestina,
il Santo Padre Benedetto XVI ha visto con i propri occhi e toccato con mano le gioie
e i dolori di varie Chiese locali. Ha pertanto accolto il loro desiderio di non sentirsi
sole, di rafforzare i legami di comunione con la Chiesa universale tramite il Vescovo
di Roma che la presiede nella carità. Del resto, l’annuncio della convocazione dell’Assise
sinodale è stato fatto in ambiente di profonda comunione del Papa con i Capi delle
Chiese Orientali Cattoliche sui iuris, ricevuti a Castel Gandolfo. Tale significativo
gesto, incontro e agape fraterna, è stato anche motivato dal desiderio della Santità
Vostra di “ascoltare la voce delle Chiese che voi servite con ammirevole abnegazione
e di rafforzare i vincoli di comunione che le legano alla Sede Apostolica” [9]. Inoltre,
Ella, Santo Padre, ha espresso la sua volontà di “promuovere quella sinodalità tanto
cara all’ecclesiologia orientale e salutata con apprezzamento dal Concilio Vaticano
II” [10]. Ricordando, poi, l’appello di pace che i Patriarchi Le avevano consegnato
nel corso della XII Assemblea sinodale sulla Parola di Dio, Ella ha rivolto il pensiero,
soprattutto alle regioni travagliate del Medio Oriente. In tale contesto ha dato l’annuncio
dell’Assemblea Speciale per il Medio Oriente del Sinodo dei Vescovi, affidandone i
risultati alla materna intercessione di Maria Santissima, così onorata nelle venerate
Chiese Orientali Cattoliche, come pure presso i nostri fratelli e sorelle di altre
Chiese cristiane.
IV) Preparazione dell’Assemblea Speciale per il Medio
Oriente
Nell’Udienza concessami il 13 giugno 2009, il Santo Padre si è
espresso anche in merito alla proposta di convocare un’Assemblea Speciale per il Medio
Oriente del Sinodo dei Vescovi. Per esaminare adeguatamente la questione, ha disposto
di fare una riunione di studio presso la Segreteria Generale l’8 luglio 2009. A tale
incontro hanno partecipato i Responsabili dei quattro Dicasteri della Curia Romana
che hanno contatti più frequenti con la Chiesa Cattolica nel Medio Oriente: i Prefetti
della Congregazione per le Chiese Orientali e per l’Evangelizzazione dei Popoli, i
Presidenti del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani e del
Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso. All’incontro ha preso parte anche
un rappresentante della Sezione per i Rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato.
Dopo uno scambio di informazioni sulla situazione ecclesiale e sociale nella regione,
sono state analizzate le proposte di una convocazione dell’Assemblea Speciale per
il Medio Oriente, i possibili temi dell’Assise sinodale, il numero dei partecipanti,
come pure la data della celebrazione. È stata sottolineata la necessità di costituire
un Consiglio Presinodale per il Medio Oriente per preparare i rispettivi documenti.
Nell’Udienza
concessami il 7 settembre, ho presentato al Santo Padre Benedetto XVI i risultati
della menzionata riunione di studio. Dopo matura riflessione, Sua Santità ha reso
nota la sua decisione di convocare l’Assemblea Speciale per il Medio Oriente dal 10
al 24 ottobre 2010 sul tema: La Chiesa Cattolica in Medio Oriente: comunione e
testimonianza. “La moltitudine di coloro che erano diventati credenti aveva un cuor
solo e un’anima sola” (At 4, 32). Come già detto, l’annuncio di tale importante
evento è stato fatto dallo stesso Santo Padre Benedetto XVI il 19 settembre 2009.
Sua Santità ha inoltre disposto che divenissero membri del Consiglio Presinodale per
il Medio Oriente della Segreteria Generale tutti e 7 i Patriarchi, 6 delle Chiese
Orientali Cattoliche sui iuris e il Patriarca latino di Gerusalemme, come pure
i due Presidenti della Conferenza Episcopale della Turchia e dell’Iran. Considerato
il tempo relativamente ristretto per la preparazione dell’Assise sinodale, la Segreteria
Generale ha programmato di organizzare la prima riunione del Consiglio Presinodale
per il Medio Oriente nei giorni 21 e 22 settembre 2009, in seguito all’incontro dei
Patriarchi e degli Arcivescovi Maggiori con il Santo Padre.
Lo scopo di tale
riunione era di preparare i Lineamenta, documento di riflessione sul tema dell’Assise
sinodale. Dopo un ampio scambio di pareri sulla complessa situazione del Medio Oriente,
i Membri del Consiglio hanno concordato lo schema dei Lineamenta con precise
indicazioni circa il suo contenuto. Nella riunione del 24 e 25 novembre 2009,
i Membri del Consiglio Presinodale hanno esaminato la bozza del Documento. Forti dell’esperienza
pastorale nei singoli Paesi del Medio Oriente, essi hanno apportato varie modifiche
che sono state in seguito inserite nel testo. Esso è stato inviato per posta elettronica
ai Membri del Consiglio Speciale per il Medio Oriente, per un’ultima approvazione,
pregando di far pervenire eventuali rilievi entro il mese di novembre. Esaminate le
osservazioni pervenute, la Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi ha curato la
versione definitiva del documento che è stato tradotto in 4 lingue: arabo, francese,
italiano e inglese.
I Lineamenta, che portano la data dell’8 dicembre
2009, sono stati presentati nella Sala Stampa della Santa Sede il 19 gennaio 2010
dall’Ecc.mo Mons. Nikola Eterovi_, Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi, e dal
Sotto-Segretario, Mons. Fortunato Frezza. Il Documento è stato ampiamente diffuso,
anche tramite il sito internet vaticano nelle pagine della Segreteria Generale del
Sinodo dei Vescovi.
Le Chiese Orientali Cattoliche sui iuris, le Conferenze
Episcopali, i Dicasteri della Curia Romana, l’Unione di Superiori Generali, come pure
altri organismi interessati, hanno avuto tempo fino alla Pasqua del 2010 - che per
provvidenziale coincidenza è stata celebrata da tutti i cristiani, tutte le tradizioni
incluse, nella stessa data del 4 aprile -, per far pervenire alla Segreteria Generale
del Sinodo dei Vescovi le risposte al Questionario dei Lineamenta. Le
risposte dovevano servire per redigere l’Instrumentum laboris, documento di
lavoro dell’Assemblea Speciale per il Medio Oriente del Sinodo dei Vescovi.
L’Instrumentum
laboris
Nonostante il poco tempo a disposizione per lo studio dei Lineamenta,
la percentuale delle risposte è stata assai soddisfacente. Esse sono state divise
in varie categorie secondo le istituzioni con le quali la Segreteria Generale del
Sinodo dei Vescovi mantiene rapporti ufficiali.
Istituzioni: n° -
Risposte (%):
Chiese Orientali Cattoliche sui iuris: 6 - 6 (100
%)
Patriarcato latino di Gerusalemme: 1 - 1 (100 %)
Conferenze Episcopali:
3 - 3 (100 %)
Dicasteri della Curia Romana: 26 [11] - 14 (56 %)
Unione
dei Superiori Generali: 1 - 1 (100 %)
Alla Segreteria Generale del Sinodo dei
Vescovi sono pervenuti anche contributi di vari Istituti di Insegnamento Superiore,
di alcune Università, come pure di comunità religiose e di fedeli, anche da persone
laiche, che hanno a cuore il presente e il futuro della Chiesa Cattolica nel Medio
Oriente.
Il Consiglio Presinodale per il Medio Oriente si è riunito nei giorni
23 e 24 aprile 2010 per esaminare le risposte pervenute alla Segreteria del Sinodo
dei Vescovi, che sono state integrate in una bozza di Documento, redatto dalla Segreteria
Generale con l’aiuto di alcuni esperti. Esso ha mantenuto sostanzialmente la struttura
dei Lineamenta, facilitando il compito delConsiglio di esaminare il
Documento. Rispettando i contributi pervenuti dai menzionati organismi degli Episcopati
dei singoli Paesi, i Membri del Consiglio Presinodale hanno arricchito le bozze con
singoli apporti, risultato della loro feconda esperienza pastorale, fornendo valide
indicazioni per completare il testo, opera svolta dalla Segreteria Generale. In seguito,
per posta elettronica, il Documento è stato inviato a tutti i Membri del Consiglio
Presinodale con preghiera di far pervenire eventuali osservazioni entro il 15 maggio
2010. Dopo aver integrato il testo con i rilievi pervenuti, il Documento è stato completato
e tradotto nelle 4 lingue: arabo, francese, italiano e inglese. Il 7 giugno 2010,
il Santo Padre Benedetto XVI ha avuto la bontà di consegnarlo personalmente a Nicosia,
Cipro, ai Membri del Consiglio Presinodale in rappresentanza di tutto l’episcopato
del Medio Oriente.
In seguito alla consegna dell’Instrumentum laboris
da parte del Santo Padre, il quale ancora una volta profondamente ringraziamo, il
Documento è stato ampiamente diffuso dalla Segreteria Generale del Sinodo, adoperando,
tra l’altro, la propria pagina nel sito vaticano.
Nomina dei Membri della
Presidenza dell’Assise sinodale Il 24 aprile 2010 il Sommo Pontefice Benedetto
XVI ha nominato i Membri della Presidenza dell’Assemblea Speciale per il Medio Oriente:
due Presidenti Delegatiad honorem: Sua Beatitudine il Sig. Card.
Nasrallah Pierre SFEIR, Patriarca di Antiochia dei Maroniti, Libano, e Sua Beatitudine
il Sig. Card. Emmanuel III DELLY, Patriarca di Babilonia dei Caldei, Iraq. due
Presidenti Delegati: Sua Eminenza il Sig. Card. Leonardo SANDRI, Prefetto della
Congregazione per le Chiese Orientali, e Sua Beatitudine Ignace Youssif III YOUNAN,
Patriarca di Antiochia dei Siri, Libano. Relatore Generale: Sua Beatitudine
Antonios NAGUIB, Patriarca di Alessandria dei Copti, Egitto. Segretario Speciale:
Sua Eccellenza Mons. Joseph SOUEIF, Arcivescovo di Cipro dei Maroniti, Cipro [12].
V)
Osservazioni d’indole metodologica
Il Sinodo dei Vescovi è il luogo privilegiato
della comunione episcopale. In occasione di esso, i Vescovi rinsaldano tra di loro
e con il Romano Pontefice i legami di comunione effettiva ed affettiva. Non si tratta
solamente di un sentimento, per quanto nobile. È una realtà ecclesiale che richiede
assidua presenza, paziente ascolto, grande disponibilità, attenzione nei riguardi
del prossimo, considerazione verso le necessità dell’altro, collaborazione con i confratelli,
sacrificio orientato al bene di tutti. Sono sicuro che con tale spirito di servizio
ecclesiale, ogni Padre sinodale sarà pronto ad accettare e a compiere l’incarico che
gli sarà affidato, per elezione, per designazione o per nomina, dando il proprio contributo
alla riuscita dell’Assise sinodale. Spesso si tratta di servizi nascosti, ma assai
importanti per la riuscita dell’Assemblea sinodale. Perché il numero più elevato possibile
di Padri sinodali possa svolgere un ruolo attivo in favore di tutta l’Assemblea, è
vivamente raccomandato che ognuno eserciti solamente un incarico.
Nell’Udienza
concessami il 26 marzo 2010, il Santo Padre Benedetto XVI ha approvato i criteri circa
la partecipazione all’Assise sinodale, concordati in seno al Consiglio Presinodale
per il Medio Oriente della Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi, riunitosi nei
giorni 24 e 25 novembre 2009. Dopo l’approvazione del Sommo Pontefice, tali criteri
sono stati comunicati ai Patriarchi delle Chiese Orientali Cattoliche sui iuris
e ai Presidenti delle Conferenze Episcopali della regione.
Secondo la decisione
del Santo Padre Benedetto XVI, all’Assise sinodale partecipano ex officio tutti
i Vescovi attivi del Medio Oriente: Ordinari ed Ausiliari, come pure coloro che sono
ad essi equiparati. In tale numero sono inclusi i cardinali senza limite d’età, come
pure i Capi delle maggiori Chiese Orientali Cattoliche sui iuris. Inoltre,
all’Assise sinodale hanno diritto di partecipare i Vescovi della Diaspora delle rispettive
Chiese Orientali Cattoliche. Il Santo Padre ha poi approvato che i Paesi dell’Africa
nord-orientale siano rappresentati da un Vescovo. Inoltre, Sua Santità ha disposto
che all’Assise sinodale partecipino i Presidenti delle Conferenze Episcopali dei cinque
continenti. La loro presenza è segno della vicinanza dell’episcopato universale verso
i confratelli vescovi nel Medio Oriente. Ad essi, poi, si aggiungono Vescovi rappresentanti
di Paesi che accolgono fedeli provenienti dal Medio Oriente e offrono notevole aiuto
alla Chiesa Cattolica nella regione sia con l’opera di missionari e missionarie, sia
di natura finanziaria. In conformità alle norme dell’Ordo Synodi Episcoporum,
il Santo Padre ha completato il numero dei Padri sinodali con nomine proprie.
Il
Santo Padre Benedetto XVI, ha volentieri accettato la proposta del Consiglio Presinodale
di invitare un significativo numero di Uditori, uomini e donne, impegnati nell’evangelizzazione
e nella promozione umana nel Medio Oriente. La loro presenza e la loro parola permetteranno
di avere una visione ampia sulla vita ecclesiale e sociale nella regione, vista anche
da parte dei laici. All’Assise sinodale è presente un significativo numero di Esperti,
disposti ad assistere con la loro preparazione ed esperienza il Segretario Speciale
e il Relatore Generale nel corso dei lavori sinodali.
La metodologia sinodale
non ha subito grandi cambiamenti in rapporto a quella già verificata nei recenti sinodi
presieduti dal Santo Padre Benedetto XVI. Tuttavia, può essere utile richiamare alcuni
elementi importanti.
1) Ogni Padre sinodale è vivamente invitato a leggere
attentamente il Vademecum che ogni partecipante ha già ricevuto. Seguendo le
norme della Lettera Apostolica Apostolica sollicitudo e dell’Ordo Synodi
Episcoporum, come pure della prassi sinodale, in tale documento è descritto dettagliatamente
il modo di procedere nella presente Assemblea sinodale.
2) Il Vademecum
è stampato in 4 lingue: arabo, francese, italiano e inglese, mentre per comodità il
Kalendarium dei lavori è riportato in lingua latina, tuttora lingua ufficiale
del Sinodo dei Vescovi. Da esso risulta che sono previste 14 Congregazioni generali
e 6 Sessioni dei Circoli minori.
3) Anche nella presente Assemblea, allo scopo
di facilitare una partecipazione maggiore, ogni padre sinodale potrà intervenire nell’Aula
sinodale per 5 minuti. Si spera che il maggiore numero possibile potrà prendere
la parola. Ad ogni modo, ogni Padre sinodale potrà consegnare per iscritto un suo
intervento, che sarà esaminato con tutta la considerazione e tenuto presente nel momento
di redazione delle proposte e dei documenti.
4) Per favorire un maggiore approfondimento
dei temi all’ordine del giorno, al termine della Congregazioni Generali pomeridiane,
dalle 18 alle 19, vi sarà un’ora di discussione libera. I Padri sinodali che
richiederanno la parola, potranno parlare non più di 3 minuti. Al riguardo, mi
permetto di segnalare due aspetti. È importante tener presente che la discussione
libera dovrà essere circoscritta al tema del Sinodo: “La Chiesa Cattolica nel Medio
Oriente: comunione e testimonianza”. È un argomento assai importante e ricco di
contenuto, che bisogna approfondire in vari aspetti ecclesiali e cercare di tradurre
in iniziative di attività pastorale. I Presidenti Delegati sono pertanto pregati di
fare attenzione affinché la discussione non esca dal tema stabilito. È inoltre opportuno
che nella discussione libera i Padri parlino liberamente, senza leggere il testo scritto,
come nel caso degli interventi ufficiali durante le Congregazioni generali. Eventualmente
possono avere degli appunti, ma sono da preferire gli interventi liberi, incluse le
domande, le riflessioni spontanee, anche se magari non perfette nella loro formulazione.
5) Per evitare la non necessaria ripetizione dei temi, ho pregato i Patriarchi
delle Chiese Orientali Cattoliche di concordare gli argomenti degli interventi dei
singoli membri in modo che la posizione del rispettivo Sinodo dei Vescovi di ogni
Chiesa sui iuris possa essere presentata fedelmente, nella globalità, con una
ricca varietà dei temi. La Segreteria Generale farà in modo che si possa sentire la
voce di tutte le Chiese Orientali Cattoliche, anche di quelle che hanno meno Vescovi.
Per ordinare gli interventi è assai importante che i Padri sinodali chiedano quanto
prima la parola. Del resto, dato che l’Assise sinodale dura due settimane, solamente
la prima settimana è riservata agli interventi dei Padri sinodali in quest’aula. 6)
I Padri sinodali sono cordialmente pregati di curare le sintesi dei testi pronunciati,
che normalmente vengono pubblicate. Se qualcuno per qualsiasi ragione non volesse
che il suo intervento venga diffuso, è pregato di segnalarlo alla Segreteria Generale.
Ciò vale anche per i testi in scriptis che è sempre possibile consegnare alla
Segreteria Generale.
7) La Segreteria Generale ha assicurato la traduzione
simultanea nelle 4 lingue ufficiali dell’Assemblea sinodale: arabo, francese, italiano
e inglese. In tali lingue è possibile fare interventi nel corso dei lavori.
8)
Anche le Proposizioni potranno essere redatte in tali 4 lingue. Si raccomanda
vivamente che ogni proposizione sia concisa, centrata a un solo argomento. Tenendo
presente la dottrina della Chiesa, che non occorre ripetere, i Padri sinodali dovrebbero
piuttosto proporre consigli intesi ad approfondire la comunione ecclesiale e a ravvivare
la testimonianza cristiana nel Medio Oriente per il bene della Chiesa Cattolica.
9)
Per favorire maggiormente la comunione tra i Padri sinodali, i circoli minori saranno
in tre lingue: arabo, francese e inglese. Prossimamente riceverete la lista dei membri
di ogni circolo, composto in genere secondo le vostre indicazioni circa la conoscenza
delle lingue. Si può cambiare circolo minore solamente per grave ragione e
d’accordo con il Segretario Generale.
10) Per facilitare il lavoro, anche nell’attuale
Assemblea sinodale si adopereranno spesso i mezzi elettronici. Nel Vademecum
avete indicazioni precise sul modo di usarli. Se fosse necessario, i Padri potranno
aiutarsi reciprocamente, soprattutto all’inizio dei lavori, indicando al vicino come
adoperare tali mezzi. Ad ogni modo, nell’aula vi sono i tecnici a cui potrete eventualmente
chiedere assistenza. È importante che ogni Padre rispetti il posto che gli è stato
assegnato secondo la precedenza, in quanto ogni sedia è collegata con un numero nel
sistema elettronico del voto. Tra l’altro, col sistema elettronico ogni giorno sarà
fatto il controllo delle presenze. Vi saranno poi varie elezioni e votazioni con l’apparecchio
che avete a vostra disposizione.
11) La presenza di alcuni Delegati fraterni,
rappresentanti di altre Chiese e comunità ecclesiali, è diventata ormai una prassi
collaudata. La loro partecipazione è particolarmente significativa in questa Assemblea
sinodale, considerata la loro presenza nella Terra Santa e nel Medio Oriente. Essi
potranno rivolgersi all’Assemblea e partecipare ai lavori dei circoli minori. I cristiani
dappertutto, ma in modo speciale nella Terra di Gesù, sono chiamati a procedere sul
cammino verso la piena unità di tutti coloro che credono nel Signore Gesù, che hanno
ricevuto lo Spirito Santo per glorificare con le parole e soprattutto con la loro
vita il nostro Padre che è nei cieli.
12) Tre invitati speciali sono ugualmente
attesi nel corso dei lavori sinodali. Si tratta del rabbino David Rosen, Direttore
del Dipartimento per gli Affari Interreligiosi dell’American Jewish Committee e Heilbrunn
Institute for International Interreligious Understanding, Israel, e dei Signori:
Muhammad al-Sammak, Consigliere politico del Gran Mufti del Libano, per l’islam
sunnita, e Ayatollah Seyed Mostafa Mohaghegh Damad Ahmadabadi, Ph. D.,
Professore presso la Facoltà di Diritto alla Shahid Beheshti University di Teheran
e Membro dell’Accademia Iraniana delle Scienze, per l’islam sciita. Siamo grati
che i tre Invitati abbiano accettato l’invito del Santo Padre a prendere parte a questa
Assemblea. Si tratta di un gesto significativo che ribadisce la volontà della Chiesa
Cattolica di continuare il dialogo con l’ebraismo, con il quale condivide la maggior
parte dei libri dell’Antico Testamento. La presenza di due illustri musulmani rappresenta,
inoltre, la volontà di procedere sul dialogo vitale tra i cristiani e il mondo dell’Islam
per il bene dei fedeli delle rispettive religioni, come pure degli abitanti del Medio
Oriente e del mondo intero.
VI) Conclusione
“Andate in tutto
il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura” (Mc 16, 15).Tali
parole furono pronunciate da Gesù risorto a Gerusalemme prima di salire al cielo e
sedersi alla destra di Dio (cfr Mc 16, 19). Il Maestro aveva assicurato i discepoli:
“Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt
28, 20). Pertanto, il Signore accompagnava la diffusione del Vangelo che dalla Terra
Santa si estendeva al mondo intero: “Allora essi partirono e predicarono dappertutto,
mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la
accompagnavano” (Mc 16, 20). L’annuncio della Buona Notizia presupponeva
due dimensioni essenziali: la comunione e la testimonianza. Esse sono connaturali
al cristianesimo fin dagli inizi. Gesù Cristo aveva scelto i Dodici apostoli (cfr
Mt 10, 1-4: Mc 13, 13-19; Lc 6, 13-16), formandone il nucleo
della Chiesa. In seguito, Gesù designò altri settantadue discepoli, inviandoli “due
a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi” (Lc 10,
1). Tra i suoi discepoli, il cui numero si allargava sempre di più, erano “alcune
donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità .... che li servivano
con i loro beni” (Lc 8, 2.3). Pur nella varietà delle vocazioni e dei compiti
impartiti, tutti loro erano impegnati a vivere l’ideale della vita cristiana: “la
moltitudine di coloro che erano diventati credenti aveva un cuor solo e un’anima sola”
(At 4, 32). D’altra parte, il Signore prima di salire al cielo disse ai discepoli:
“riceverete la forza dello Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete
testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino ai confini della terra”
(At 1, 8).
La Parola del Signore Gesù è stata messa in pratica. Basti
ricordare le missioni degli apostoli nel mondo allora conosciuto, la loro testimonianza
fino al martirio come pure la fondazione delle prime comunità cristiane secondo l’ideale
evangelico di “un cuor solo e un’anima sola” (At 4, 32). Trovandoci
a Roma, è doveroso rievocare con gratitudine l’esempio dei Santi Pietro e Paolo che,
lasciando le loro terre d’origine, hanno portato il Vangelo al centro dell’impero
romano, ed hanno concluso la loro predicazione con il martirio, espressione suprema
della testimonianza cristiana. Da quel tempo a Roma esiste una fiorente comunità cristiana,
con a capo il proprio Vescovo che, per la divina Provvidenza, presiede nella carità
a tutta la Chiesa. Il 264° successore dell’apostolo Pietro, come pure dell’eredità
apostolica di Paolo, Papa Benedetto XVI accoglie cordialmente i confratelli della
Terra Santa, accorsi a Roma all’Assemblea Speciale per presentargli di persona la
situazione della Chiesa Cattolica nel Medio Oriente, per approfondire il senso di
comunione cattolica, tenendo presente anche la sua dimensione ecumenica, e per ravvivare
la testimonianza cristiana. Non c’è dubbio che sotto la saggia presidenza di Sua Santità
Benedetto XVI tali propositi saranno realizzati. Al contempo, i Padri sinodali del
Medio Oriente sono molto grati al Santo Padre per il costante appoggio, di cui è espressione
privilegiata questa Assise sinodale, per l’infaticabile impegno nella ricerca di soluzioni
giuste e durature dei gravi problemi della regione, soprattutto dell’avvento della
pace nella giustizia. Essi sono altresì grati al Sommo Pontefice perché con il carisma
petrino aiuterà i Vescovi del Medio Oriente a raggiungere lo scopo di questa Assemblea
sinodale. È da sperare che, ritornando da Roma, al termine dell’Assise sinodale, i
Pastori delle benemerite Chiese Orientali Cattoliche, come pure la Chiesa di tradizione
latina, potranno glorificare Dio per un rinnovato senso di comunione e per un nuovo
vigore nella testimonianza cristiana, negli ambienti in cui vivono e nei contatti
che hanno non solamente con i cristiani, bensì anche con i membri di altre denominazioni
religiose, soprattutto con gli ebrei e i musulmani. Affinché tale voto possa realizzarsi,
invochiamo l’intercessione di tutti i santi della regione, in particolare dei numerosi
martiri della Terra Santa e, soprattutto, della Beata Vergine Maria, madre di Gesù
e madre della Chiesa. Ella non mancherà di vegliare sulla diletta Chiesa Cattolica
nella terra ove Ella ha vissuto collaborando alla realizzazione del sublime mistero
dell’incarnazione e della redenzione dell’uomo e dell’umanità. Invitandoci: “qualsiasi
cosa vi dica, fatela” (Gv 2, 5), Ella ci esorta ad avere fiducia non nelle
nostre forze e progetti, bensì nella promessa: “non temere, piccolo gregge, perché
al Padre è piaciuto dare a voi il Regno” (Lc 12, 32).
Grazie per
il paziente ascolto. La grazia dello Spirito Santo ci accompagni nel nostro lavoro
sinodale.
NOTE
[1] Organizzare sessioni continentali del Sinodo in
preparazione al Terzo Millennio, L’Osservatore Romano, 16-17 gennaio 1995,
p. 4. [2] Benedetto XVI, Discorso a Nicosia durante la consegna dell’Instrumentum
laboris del Sinodo per il Medio Oriente, L’Osservatore Romano, 7-8 giugno
2010, p. 9. [3] Ibidem [4] Ibidem.
[5] Ibidem [6]
Cfr Calendario Atlante De Agostini 2010, Istituto Geografico De Agostini, Pioltello
(MI) 2009, p. 678. [7] Benedetto XVI, Discorso a Nicosia durante la consegna
dell’Instrumentum laboris del Sinodo per il Medio Oriente, L’Osservatore Romano,
7-8 giugno 2010, p. 9. [8] I dati statitistici sono presi dall’Annuarium Statisticum
Ecclesiae 2008, Città del Vaticano 2010, pp. 281 e 285-287. [9] Benedetto XVI,
Ad Patriarchas et Archiepiscopos Maiores Orientales, AAS 101 (2009)
p. 858. [10] Ibidem, p. 858. [11] Anche se i Lineamenta sono stati
inoltrati a tutti i 26 Dicasteri, le risposte sono pervenute da quelli che maggiormente
seguono la situazione ecclesiale nel Medio Oriente e i cui Capi prendono parte all’Assise
sinodale. [12] Cfr L’Osservatore Romano, 25 aprile 2010, p. 1.