2010-10-11 19:55:04

Mostra a Roma sul rapporto tra natura e uomo attraverso il volto dell'America Latina


Esplorare il rapporto tra la natura e l’uomo attraverso il volto dell’America latina. E’ la sfida della mostra “Lo Crudo Cocido”, realizzata nell’ambito della IX edizione del Festival Internazionale di Fotografia di Roma. L’esposizione, fino al 23 ottobre presso la Galleria dell’Istituto Italo-Latino Americano, presenta gli scatti di giovani talenti che si sono distinti nell’ambito della terza edizione del premio: "IILA-FotoGrafia". Massimiliano Menichetti:RealAudioMP3
 
(Musica)

Scale di cemento, tubi e pali dell’alta tensione divorati silenziosamente dall’intreccio delle foglie, che lentamente si riappropriano del loro spazio. L’immensità della Città del Messico adagiata come un’onda tra le montagne, baracche e ruderi lambiti dalla risacca del mare. Sono solo alcuni degli scatti della terza edizione del Premio "IILA-FotoGrafia", idea dell’Istituto Italo-Latino Americano per inquadrare il rapporto tra uomo e ambiente, oggi sempre più schiavo di edilizia selvaggia e sfruttamento irrazionale delle risorse. Sessanta i fotografi che hanno fermato l’istante, nove quelli premiati dalla Mostra in via dei Catinari. Il segretario culturale Iila e curatrice dell’iniziativa, Patricia Rivadeneira:

R. - E’ una selezione dei migliori lavori, presentati da 20 Paesi dell’America Latina, con un tema: “La natura in confronto alla metropoli”. Il vincitore messicano Pablo López Luz guarda da lontano questa Città del Messico, che è una città enorme di 20 milioni di abitanti: sembrerebbe un’onda marina bianca, ma quando ti avvicini vedi che sono tutte case. Un segno fortissimo di degrado, di una costruzione senza pianificazione urbanistica. Comunque queste fotografie sono di una bellezza straordinaria.

 
D. - Altri scatti invece mostrano una natura che si riappropria degli spazi oppure che, addirittura, si ribella...

 
R. – C’è il brasiliano Bruno Zorzal, che mostra un paesino in riva al mare, distrutto probabilmente da un uragano e, quindi, mostra anche come la natura si ribelli e quello che noi crediamo una certezza, una sicurezza, cioè le nostre costruzioni, da un giorno all’altro possa distruggerle, lasciando il nulla. E’ una preoccupazione continua, in realtà, ma ogni tanto dimentichiamo che siamo qui come parte di questa natura e che questa natura è impossibile da dominare.

 
D. – Un’iniziativa insomma sul dialogo tra l’uomo e la natura, l’uomo e il pianeta...

 
R. – Esattamente. Per questo abbiamo scelto questo tema di natura e metropoli. In America Latina non c’è una pianificazione urbanistica, ancora non si è deciso come proteggere le nostre risorse e si è sempre in bilico per il problema dello sviluppo. E’ una mostra che traduce una riflessione su questo tema.

Scatti suggestivi, dunque, allestiti con sobrietà ed efficacia, capaci di catturare realtà complesse, nella speranza però non solo di stupire, ma anche di far riflettere.

 (Musica)







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