Morto a Roma Giovanni Hajnal, grande esponente dell’arte sacra del ‘900
L’arte sacra contemporanea perde uno dei suoi massimi rappresentati: Giovanni Hajnal.
L'artista si è spento a Roma venerdì notte; a darne notizia la figlia Giulia. Nato
a Budapest, in Ungheria, il 27 agosto del 1913 e arrivato nel 1948 in Italia, Hajnal
lascia una delle più importanti produzioni artistiche del XX secolo. Pittore, vetratista
e mosaicista, le sue opere impreziosiscono edifici sacri di tutto il mondo: dalle
grandi vetrate nel Duomo di Milano a quelle del Duomo di Prato, passando per il rosone
della facciata di Santa Maria Maggiore a Roma, la St. Joseph Cathedral di Hartford
negli Stati Uniti e il Duomo di San Paolo in Brasile. Ma l’opera che ha dato a Giovanni
Hajnal grande fama, è la realizzazione delle vetrate ovali che danno luce all’interno
dell'Aula Paolo VI, in Vaticano. Hajnal ha tuttavia iniziato la sua carriera artistica
come illustratore di libri, un’attività che ha continuato a coltivare anche in seguito
e che lo ha portato a collaborare con giornali e riviste, fra cui Avvenire, Discussione
e L’Osservatore Romano. Nella sua lunga carriera si è occupato anche di incisioni:
numerose quelle dedicate alla Divina Commedia di Dante, alle Bucoliche di Virgilio,
ai Sonetti di Trilussa, e a I viaggi di Gulliver di Jonathan Swift. Artista poliedrico
e aperto alla sperimentazione, Hajnal è anche un grande maestro del mosaico. Le sue
opere musive più note si possono ammirare a Roma, nelle Chiese di San Leone Magno
e dei SS. Pietro e Paolo all’EUR, nel Collegio Scozzese, nella Chiesa Nazionale Canadese,
nella ex sede della direzione dei Monopoli di Stato. La grande produzione portata
a termine in Italia gli è valsa la cittadinanza italiana per meriti artistici nel
1958 e nel 2002 è stato nominato Commendatore dal Presidente Ciampi. Nel 1992 gli
è stata conferita dal Presidente della Repubblica Ungherese la Croce al Valore Civile,
la più alta onorificenza ungherese in campo culturale. (A cura di Marco Guerra)