2010-10-11 14:51:51

La candidatura Ue della Serbia e la questione Kosovo al centro del tour balcanico della Clinton


Inizia oggi in Europa e nei Balcani il tour del segretario di Stato americano, Hillary Clinton, che a Sarajevo, Belgrado, Pristina e Bruxelles incontrerà, tra gli altri, rappresentanti di governo, leader di organizzazioni e associazioni civili. Tra i temi al centro della visita, l’adesione della Serbia all’Unione Europea e la questione del Kosovo. Sul significato di questo tour si sofferma, al microfono di Amedeo Lomonaco, il direttore della testata on-line dell’Osservatorio Balcani e Caucaso Luca Zanoni:RealAudioMP3

R. Senz’altro questo tour è la conferma che gli Stati Uniti hanno un interesse per la regione. Non a caso, Hillary Clinton si recherà in Bosnia, in Kosovo e in Serbia, Paesi dell’area che risultano ancora piuttosto problematici. Il Kosovo ha ancora questo contenzioso con la Serbia. Hillary Clinton cercherà, nonostante la crisi politica che c’è attualmente in Kosovo con le dimissioni dell’ex presidente, Fatmir Sejdiu, di portare comunque a un tavolo negoziale - come era previsto - Serbia e Kosovo. Anche in Bosnia ci sono appena state le elezioni e Hillary Clinton cercherà di spronare il governo per effettuare quelle riforme costituzionali che sono assolutamente necessarie.

D. - La presenza della Clinton nei Balcani è anche indice di un riavvicinamento di Belgrado alle posizioni di Unione Europea e Stati Uniti?

R. - Sono rapporti altalenanti: Belgrado in modo alternato ha strizzato l’occhio alla Russia e ha anche un interesse particolare rispetto all’Unione Europea, perché quella è la strada della Serbia. Rientra poi, ovviamente, in questa alternanza anche il rapporto con gli Stati Uniti, uno dei quattro pilastri della politica estera serba.

D. - Quale peso può avere questa visita nello sviluppo del dialogo tra Belgrado e Pristina?

R. - Questa è la scommessa. Il tour di Hillary Clinton arriva un anno e mezzo dopo la visita di Joe Biden nei Balcani, nel maggio del 2009. Anche Joe Biden aveva provato a far leva su Belgrado per cercare di influire positivamente sui serbi di Bosnia e per cercare, per esempio, di dar vita ad uno Stato centrale più forte, a riforme costituzionali. Non c’era riuscito e la Clinton adesso, sicuramente, cercherà di rinforzare gli aspetti ideologici delle relazioni, cercando di sbloccare la situazione. Ovviamente, gli Stati Uniti non perdono di vista il percorso di integrazione europea dei Paesi balcanici, che serve anche a pacificare l’intera area.

D. - A questo punto, il riconoscimento del Kosovo da parte di Belgrado può essere, o diventare, una condizione per il sostegno degli Stati Uniti alla Serbia lungo la strada verso l’Unione Europea?

R. - Nessuno chiede o sta chiedendo esplicitamente e ufficialmente alla Serbia di riconoscere il Kosovo. Si tratta invece, sulla base di quanto è accaduto all’assemblea generale dell’Onu, di dar corso a quella promessa di dialogo tra Kosovo e Serbia.







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