2010-10-11 16:15:58

Iran, diffusa la notizia dell'arresto del figlio di Sakineh


Il figlio di Sakineh, il suo avvocato e due reporter tedeschi sarebbero stati arrestati ieri sera. Lo scrive il sito dell’“International Committee Against Execution”, che sta seguendo la vicenda della donna iraniana condannata a morte per adulterio e concorso in omicidio. La notizia è ancora in corso di verifica. Proprio ieri è stata celebrata la Giornata contro la pena capitale. Nel mondo, la pena di morte è in vigore in 58 Paesi e nel 2009 sono state 5.679 le persone giustiziate. Quali Paesi hanno la maglia nera? Debora Donnini lo ha chiesto a Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International:RealAudioMP3

R. – L’Iran purtroppo ha una buona posizione insieme all’Iraq e all’Arabia Saudita. Il primato è sempre della Cina, ormai lo è costantemente. La Cina purtroppo mentre dice che ha ridotto il numero delle esecuzioni ed è anche in fase di riduzione del numero dei reati punibili con la pena di morte non fornisce dati e, quindi, possiamo stimare che siano migliaia ogni anno le esecuzioni, ma il tema della pena di morte rimane ancora - per quanto riguarda le cifre e altre questioni di procedura, i nomi dei detenuti condannati a morte - un segreto di Stato in Cina.

D. - Anche negli Stati Uniti permane la pena capitale…

R. – La Giornata mondiale contro la pena di morte che si è svolta ieri, domenica, in realtà è il preludio a 40 giorni di mobilitazione straordinaria che termineranno il 30 novembre con l’iniziativa di Sant’Egidio “Città per la vita” - alla quale Amnesty International aderisce da anni - e che hanno al centro della propria tensione, mobilitazione e appelli da sottoscrivere, gli Stati Uniti. Perché Washington reclama una leadership globale anche nel campo dei diritti umani e la pena di morte rappresenta un elemento di profonda incoerenza in questo. Tutte buone ragioni per dire agli Stati Uniti che è giunto il momento di agganciarsi a questo treno abolizionista, che sta correndo veloce e non si ferma più, e farlo con gesti concreti: sospendendo le esecuzioni, votando almeno in modo non negativo le Nazioni Unite quando a dicembre si presenterà la risoluzione sulla moratoria nei confronti delle esecuzioni.







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