2010-10-10 11:31:11

Un grande evento spirituale e di speranza: le aspettative sul Sinodo del vescovo William Shomali e del nunzio Antonio Franco


Dopo la Messa solenne di stamani in San Pietro, inizieranno domani mattina i lavori del Sinodo per il Medio Oriente. Grande l’attesa per questo evento che riunisce 185 Padri sinodali a rappresentanza di 5.5 milioni di cattolici di 16 Paesi, oltre a Gerusalemme e i Territori Palestinesi. Ma quali frutti attendersi da questo Sinodo? Tracey McClure lo ha chiesto a mons. William Shomali, vescovo ausiliare del Patriarcato latino di Gerusalemme:RealAudioMP3



R. - Direi che dipende da quanto preghiamo, perché abbiamo bisogno della sapienza dello Spirito Santo per dire la cosa giusta, al momento giusto e nel posto giusto. Noi sappiamo, in base all’esperienza, che una verità detta in un tempo non opportuno, può anche fare del male. Allora io prego il Signore, affinché i nostri vescovi siano anzitutto ispirati dallo Spirito Santo per dire quello che debbono dire, per dire la verità, ma con carità perché una verità senza carità non è vera. Quando parleremo di temi e di relazioni interreligiose, bisogna essere veramente prudenti. Possiamo parlare del fatto che la comunità cristiana vive male, che è perseguitata, ma questo sarà controproducente: avremo esattamente il contrario di quello che ci aspettiamo. Possiamo dire la verità, ma non dobbiamo generalizzare mai. E questo anche quando parliamo di temi politici, bisogna fare attenzione. La finalità del Sinodo non è politica. Prima di tutto è spirituale: come consolidare e come fortificare la fede basata sulla Parola Dio per creare una maggiore comunione e testimonianza. Dobbiamo anzitutto costruire la fede della comunità cristiana e cercare di migliorare le relazioni di comunione fra le diverse Chiese: questa è la cosa più importante del Sinodo e dobbiamo lavorare su questo.  

Sulle speranze per il Sinodo ascoltiamo, infine, mons. Antonio Franco, nunzio apostolico in Israele e delegato apostolico per Gerusalemme e i Territori palestinesi, sempre al microfono di Tracey McClure:RealAudioMP3



R. – Noi siamo credenti e quindi siamo persone che vivono di speranza e di attesa, e la speranza prima di tutto è teologale; quindi, la speranza nell’azione di Dio che attraverso gli uomini, le realtà umane nelle situazioni e nelle circostanze concrete, attua un piano che è sempre un piano di Salvezza, un piano per il bene dell’umanità. Io sono molto fiducioso che il Signore in questa speciale occasione in cui sono riuniti i vescovi, i responsabili delle comunità ecclesiali di tutti i Paesi del Medio Oriente, anche attraverso queste realtà, che avranno tutti i pregi e anche tutti i limiti delle realtà umane, porterà un nuovo entusiasmo, una nuova forza, nuove motivazioni e ideali per far progredire la comprensione, il rispetto, l’amore e quindi la pace. Tutto questo viene dall’Alto: non è che siamo noi che operiamo e compiamo queste trasformazioni. E’ l’azione di Dio che, attraverso le persone umane, attua il suo piano. Quindi c’è molta speranza!








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