2010-10-10 10:47:29

Lottare contro l'emarginazione: l'appello dell'Onu nell'odierna Giornata mondiale della salute mentale


Lottare contro l’emarginazione di chi soffre di disturbi psichici e sostenere cure e prevenzione con stanziamenti e risorse umane adeguate. Questo, in sintesi, l’invito del segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon per l’odierna Giornata mondiale della salute mentale dedicata quest’anno al rapporto tra benessere psichico e malattie croniche. Secondo l’Oms, nel mondo sono 450 milioni le persone che soffrono di disordini mentali che, in circa la metà dei casi, iniziano prima dei 14 anni. Schizofrenia e bipolarismo le patologie più diffuse. Gabriella Ceraso ha chiesto un commento a Michele Tansella, psichiatra e direttore del centro ricerche dell’Oms di Verona.RealAudioMP3

R. – Sono dati veritieri. Quello delle malattie mentali è uno dei problemi di sanità pubblica prevalenti nel mondo. Da un punto di vista della sofferenza che provocano, l’impatto è più del doppio della sofferenza determinata da tutte le forme di cancro. Un altro dato importante è quello dell’età di insorgenza. Si sta capendo sempre di più che il fatto di avere disturbi emotivi in giovane età è un fattore di rischio per contrarli poi anche nell’età adulta. Si sottolinea con ciò l’importanza della prevenzione.

D. – A fronte di tutto ciò, l’Oms segnala non solo un enorme squilibrio nella distribuzione di risorse umane tra Paesi a basso e medio reddito e quelli ad alto reddito, ma soprattutto un problema diffuso di risorse statali messe a disposizione. Qual è la situazione, per esempio, in Italia, rispetto a questo problema?

R. – Nel nostro Paese solo il 3, 4 per cento del budget totale dedicato alla Sanità è utilizzato per la cura dei disturbi mentali. Dovrebbe essere il 12, 14 per cento. E’ il 12 per cento in Inghilterra ed è all’incirca il 10 per cento in Australia. Quindi, c’è uno squilibrio tra bisogni e risposte, che deve far riflettere.

D. – La malattia mentale, il disagio psichico, è in crescita o sta cambiando?

R. – Non è in crescita, ma sta cambiando. In realtà, è la percezione dell’importanza di questi disturbi che è aumentata. Sta cambiando perché ci sono alcune patologie che riflettono i tempi moderni. I disturbi che riguardano l’adolescenza e la giovane età adulta sono in aumento: per esempio, l’associazione tra uso di sostanze e disturbi psicotici.

D. – Quali azioni intraprendere a livello economico, a livello di formazione. Dove sono i vuoti da colmare?

R. – I vuoti sono un po’ dappertutto. E’ un vuoto quello relativo alle risorse, che sono insufficienti; un altro è quello di adeguare la formazione alle necessità di servizi nuovi, dopo il fallimento del modello manicomiale; collegare la pratica quotidiana con la ricerca scientifica e soprattutto quella applicata, per sperare in un futuro migliore.

D. – Tema della giornata quest’anno è la relazione tra malattie mentali e patologie fisiche. Come definire questo rapporto e cosa fare?

R. – E’ bidirezionale, per cui qualunque servizio di salute mentale moderno dovrebbe promuovere la salute fisica, incoraggiare a seguire questi pazienti, perché facciano uno "screening", in quanto si tratta qualche volta di pazienti che trascurano la loro salute fisica più degli altri.







All the contents on this site are copyrighted ©.