Myanmar: appello di vescovi cattolici e protestanti perché le elezioni del 7 novembre
siano libere
In una nota indirizzata al capo della giunta militare birmana il generale Than Shwe,
i vescovi cattolici e protestanti del Myanmar, ex Birmania, hanno espresso l’auspicio
che le elezioni del prossimo 7 novembre, le prime in venti anni, possano svolgersi
“in piena libertà e trasparenza”. La dichiarazione, ripresa dall’agenzia Eglises d’Asie
delle Missioni Estere di Parigi (EdA) e dall’agenzia Apic, reca la firma di mons.
John Hsane Hgyi, vescovo di Pathein e presidente della Conferenza episcopale della
Birmania (CBCOM) e dal vescovo Dawn Yin Yin Maw, presidente del Consiglio delle Chiese
protestanti della Birmania (MCC). Le due istituzioni che rappresentano la maggioranza
dei cristiani nel Paese - il 5 per cento della popolazione in netta maggioranza buddista
Theravāda - non sono nuove a iniziative congiunte di questo genere. Dal 2003, ad
esempio esse organizzano una settimana di preghiera per la pace dal 28 settembre al
4 ottobre. Nell’edizione di quest’anno hanno invitato i fedeli a pregare per poter
“fare una buona scelta” votando per candidati che “possano lavorare per la giustizia,
la pace, l’unità e lo sviluppo del Paese”. La speranza di elezioni realmente libere
– secondo gli esperti - potrebbe rivelarsi anche questa volta vana. Come è noto, alle
ultime elezioni nel Paese nel 1990 i risultati del voto che avevano assegnato la vittoria
al partito del Premio Nobel Aung San Suu Kyi, la Lega Nazionale per la Democrazia
(LDN) furono subito annullati dai militari. (L.Z.)