2010-10-07 13:51:14

Il Papa a Venezia e Aquileia il 7 e 8 maggio 2011: gioia e commozione del patriarca Angelo Scola


Con grande gioia e commozione il cardinale Angelo Scola, patriarca di Venezia, ha annunciato oggi che il Papa ha accolto l'invito a compiere una visita pastorale ad Aquileia e a Venezia il 7 e 8 maggio 2011. Il viaggio di Benedetto XVI - ha sottolineato il cardinale Scola - arriva 26 anni dopo la visita di Giovanni Paolo II e a quasi 40 da quella di Paolo VI, “nel vincolo di grata memoria con Pio X, Giovanni XXIII e Giovanni Paolo I, i tre Patriarchi Papi del secolo scorso''. Ma ascoltiamo il patriarca di Venezia al microfono di Sergio Centofanti:RealAudioMP3

R. – E’ una grande gioia, è una grande commozione. Sono appena tornato dalla Basilica Cattedrale di San Marco, dove avevamo lì un incontro per l’inizio del nuovo anno pastorale con tutto il clero. L’ho comunicato e c’è stato un grandissimo applauso, anche perché questa venuta del Santo Padre, per quanto riguarda Venezia, viene a coincidere con il termine della visita pastorale che è in atto dal 2004 e quindi è per tutti noi una grande occasione, guardando alla testimonianza del Santo Padre, di ricentrare sulla vita di fede un annuncio integrale dell’avvenimento di Cristo, che mobiliti non soltanto i cristiani, ma li spalanchi e li apra in questa città delicata e fragile a proporre tutti i misteri della vita della fede e anche tutte le dimensioni e gli aspetti di rilevanza sociale, antropologica, di rapporto con il Creato, che il santo Evangelo, nella persona di Cristo, rappresenta. Quindi, io credo che sia un dono straordinario che il Santo Padre fa alla diocesi di Venezia. Poi c’è anche l’altro aspetto, che il Papa viene per tutto il Nord-Est e quindi verrà anche ad Aquileia, che è la Chiesa madre di moltissime Chiese, non soltanto del Nord-Est italiano, ma della Slovenia, della Croazia, dell’Austria, che saranno invitate, in vista anche della preparazione al secondo Convegno ecclesiale di Aquileia, che si terrà nel 2012, che coinvolge tutte queste Chiese e ripete un’esperienza che è stata molto importante, che si è effettuata nel ’90. Quindi, noi siamo nello stesso tempo commossi, grati e gioiosi per questa straordinaria notizia.

D. – Quale realtà ecclesiale e sociale viene a trovare il Papa?

R. – Bisogna distinguere qui l’elemento aquileiano della visita, che ha a che fare con il Nord-Est italiano e non solo, con le differenze che caratterizzano queste situazioni. Il Veneto è una realtà molto diversa sia dal Friuli-Venezia-Giulia che dal Trentino-Alto-Adige, per non parlare poi della Slovenia, della Croazia, dell’Austria e così via. Anche se tutte queste realtà hanno in comune quella che oggi viene chiamata la post-secolarità, cioè questa fase in cui molti parlano di una dimenticanza di Dio, ma assistiamo di fatto all’esplosione del fenomeno religioso, magari in maniera selvaggia, che ha bisogno di essere colto, interpretato o aiutato, come si è visto molto bene nel viaggio del Santo Padre, sia in Inghilterra che a Palermo. Per quanto riguarda Venezia, la situazione ha dei tratti in comune che sono tipici dell’uomo post-moderno, che è un uomo un po' barcollante sotto il peso di questi grandi cambiamenti, ma poi ha anche dei tratti specifici che derivano dalla splendida e fragile città che Venezia è. Quando venne Giovanni Paolo II disse che la missione di Venezia era già in casa, nel senso che milioni di persone la visitano da tutto il mondo. Oggi queste persone sono aumentate e superano i 20 milioni e Venezia si rivela così come una città dell’umanità, perché tutti vengono a Venezia e Venezia parla a tutti: qualunque cosa si fa a Venezia è già sul proscenio mondiale. La visita pastorale ha documentato l’esistenza di un nucleo resistente di fedeli intorno al 19, 20 per cento che sono ancora dediti alla pratica e sono molti i segni di vitalità cristiana e di testimonianza personale e pubblica, che possiamo incontrare. Ovviamente, come trovare la strada per proporre nella libertà e nello stesso tempo nella franchezza, agli uomini e alle donne di oggi, l’inevitabile rapporto con Dio? Certo, uno può vivere apparentemente anche senza Dio. Forse si può costruire anche una società umana senza Dio, però c’è da domandarsi se facendo così non si vada contro l’uomo e se si faccia una società che veramente non sia contro l’uomo. Quindi, questo è l’impegno che la visita del Santo Padre mette nel mio cuore. Ho visto come hanno reagito i sacerdoti stamattina: noi cercheremo di impegnarci al meglio perché la sua presenza parli a tutto il Nord-Est e alla nostra cara Venezia in particolare.







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