I sud-sudanesi che vivono nel Nord si sentono minacciati dal governo di Khartoum
I cittadini sud-sudanesi che vivono nel Nord del Paese “si sentono minacciati”. A
denunciarlo in un’intervista esclusiva a “Good News Radio” è il segretario generale
della Conferenza dei vescovi cattolici del Sudan , padre Santino Maurino Morokomomo.
“La vita dei sud-sudanesi nel Nord è in questo momento minacciata”, ha affermato il
sacerdote citato dall’agenzia Cisa, spiegando che il governo di Khartoum guarda con
crescente ostilità la presenza di cittadini del Sud, sapendo che la maggioranza è
favorevole all’indipendenza e sarebbe pronto ad espellerli. Molti sud-sudanesi, ha
precisato, vorrebbero fare rientro nella loro terra di origine, ma non possono permettersi
il viaggio. Per questo il sacerdote si è appellato alle autorità di Khartoum e alla
comunità internazionale affinché intervengano “prima che accada il peggio”. Il timore,
espresso più volte in questi mesi dai vescovi del Paese, è infatti che in caso di
vittoria del sì all’indipendenza al referendum del prossimo 3 gennaio 2011, il governo
nel Nord possa scatenare persecuzioni contro i cittadini del Sud, in maggioranza cristiani,
e le Chiese presenti in questa parte del Paese. Alcune recenti dichiarazioni del ministro
dell’Informazione, Kamal Mohamed Obeid, sembrano confermare queste preoccupazioni.
Il ministro, citato dall’agenzia ufficiale Suna, avrebbe detto che se “il risultato
del referendum sarà la separazione, i cittadini del Sud perderanno i diritti civili
e saranno considerati come cittadini di uno Stato straniero”. Il referendum di gennaio
sarà al centro dell’Assemblea plenaria straordinaria dei vescovi cattolici del Sudan
che si terrà dall’8 al 15 novembre a Rumbek, capitale del Lakes State. L’assemblea
si concentrerà sullo svolgimento pacifico della consultazione e su altre questioni
di interesse per la Chiesa in Sudan. (L.Z.)