Appello delle confessioni cristiane in Nigeria: difendere l’unità del Paese
Non può essere il sangue versato in una giornata di festa importante per la nazione
a condizionare l'unità della Nigeria. Dopo gli attentati e le vittime del primo ottobre,
durante la parata militare che celebrava il 50.mo di indipendenza, la Christian Association
of Nigeria (Can), Associazione che riunisce le principali confessioni cristiane nigeriane,
compresa la Chiesa cattolica, denuncia - riferisce l'agenzia Fides - che l’unità del
Paese è minacciata dalla situazione politica venutasi a determinare dopo il duplice
attentato. Bisogna resistere alle manipolazioni politiche, esorta la Can, che chiede
alle autorità che l’inchiesta sull’attentato sia condotta nell’interesse della nazione
e non sia condizionata da pressioni provenienti da nessuna parte. La tensione politica
è cresciuta nel Paese dopo che il Servizio di sicurezza ha fermato (poi rilasciato)
Raymond Dokpesi, direttore della campagna elettorale di Ibrahim Babangida, l’ex dittatore
militare che ha governato il Paese dal 1985 al 1993, e ora in lizza per la candidatura
alle presidenziali del 2011 per conto del Partito democratico del popolo (Pdp), ovvero
la formazione in cui milita l’attuale presidente nigeriano, Goodluck Jonathan. Esponenti
dell’opposizione hanno espresso preoccupazione per il clima politico che minaccerebbe
il tranquillo svolgimento dell’imminente campagna elettorale. In particolare, il fatto
che il presidente Jonathan abbia scagionato i ribelli del Mend (Movimento di Emancipazione
del Delta del Niger) come sospetti per l’attentato del primo ottobre (nonostante siano
giunte alcune rivendicazioni attribuite al gruppo di guerriglia attivo nel sud del
Paese), è visto dai suoi avversari politici come un tentativo di salvare il provvedimento
di amnistia da lui concessa ai membri del Mend che depongono le armi. (A.D.C.)